mercoledì 30 marzo 2016

Callimaco. Parte IV

Emile (Jean Baptiste Philippe) Bin
The Hamadryad, 1870
Resta da dire qualche cosa su gli Inni. 
Sono sei, cinque in esametri e uno, I lavacri di Pallade , il quinto, in distici elegiaci.
I più interessanti sono il sesto, A Demetra , e il terzo, Ad Artemide . In questo il poeta rappresenta la dea bambina che vezzeggia Zeus, mostrando un'altra predilezione dell'arte ellenistica: quella per il mondo infantile in quanto portatore di grazia e di primitività. La piccola sta seduta sulle ginocchia del padre e gli fa:

"Concedimi, papà, di conservare la verginità per sempre,
e di avere molti nomi, perché Febo non venga a gara con me
concedimi frecce e archi, su padre, non ti chiedo una faretra
né un grande arco; per me i Ciclopi subito
fabbricheranno le frecce, per me una cintura flessibile;
ma ti chiedo di cingermi di luce e di una tunica fino al
ginocchio, orlata, per uccidere animali selvatici.
Concedimi sessanta danzatrici oceanine,
tutte di nove anni, tutte ancora bambine senza cintura.
Dammi come ancelle venti ninfe del fiume Amnìso... (vv. 6-15)

Da questi versi si vede un Olimpo non più apollineo, teso a rovesciare il mondo dei Titani e a cosmizzare il caos, ma simile al mondo borghese dove la bambina chiede giocattoli al padre o al nonno. Il mondo del mito che era stato già attualizzato da Eschilo viene imborghesito da Euripide che per primo  scandalizzò il pubblico. Ma al tempo cui siamo arrivati tale procedimento non costituiva più una novità e Callimaco cerca di raggiungere perspicuità ed eccellenza attraverso una forma egregia.

L'Inno VI, A Demetra,  narra la punizione di Erisittone che aveva oltraggiato la dea tagliando alberi a lei sacri. Questa lo punì con la bulimia, la fame del bue. Il disgraziato mangiava tutto: pecore, cavalli, compreso quello allevato per la corsa, la mucca di casa e perfino "la gatta che i topi piccini temevano"(v. 110). Si vede che la storia tragica, e molto attuale poiché non pochi sono quelli che riempiono un vuoto mangiando troppo, prende quella connotazione ironica e graziosa che costituisce l'usuale sigillo callimacheo.

fine

giovanni ghiselli

1 commento:

  1. Grazie perchè attraverso i classici ci parli di noi. La bulimia è un problema grave che non ha inventato l'uomo contemporaneo. Bellissimo. Giovanna Tocco

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Ifigenia CLVIII. Preghiera al dio Sole. Saluti alla signora e alla signorinella magiare.

  Pregai il sole già molto vicino al margine occidentale della grande pianura. “Aiutami Sole, a trovare dentro questo lungo travagli...