NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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lunedì 12 dicembre 2016

Twitter, CCLXIII. L’ignoranza di troppi politici e l’incuria di certi scarabocchiatori cartacei e pure conduttori di programmi televisivi

la battaglia di Teutoburgo
L’ignoranza di troppi politici e l’incuria di certi scarabocchiatori cartacei e pure conduttori di programmi televisivi.

I servi adulatori dei potenti, cominciando da quelli che passano al codardo oltraggio dei loro padroni decaduti, non devono più avere la sfrontatezza di pronunciare la parola “IO”.

Prego Sergio Mattarella di non affidare incarichi ad alcun ministro di quella sinistra congerie che abbiamo visto fallire con danno dei più. Uomini e donne come quelli dello scorso governo possono tornare a fare i ministri solo ironicamente, ossia per dare conferma della loro incapacità.

I politici più stolti e ignoranti credono che Marchionne il dio delle macchine, sia anche il deus ex machina che risolve trame aggrovigliate nelle tragedie greche.

I miei 312 lettori al giorno da 1408 giorni costituiscono per me una prospettiva lavorativa, culturale e morale sicura.

Corrado Augias, uno di quelli del Sì, spesso presente nella televisione governativa, scrive: "Siamo nel 9. d.C. L'imperatore Tiberio affida la repressione al generale Quintilio Varo". Questa esibizione di ignoranza, per lo meno dell'età di Augusto, si trova in “il venerdì di Repubblica” del 9 dicembre 2016 (p. 111). Fu Augusto (morto nel 14 d. C.) a inviare Varo in Germania dove Arminio, principe dei Cherusci, nel 9 d. C. guidò una rivolta. Varo venne sconfitto e ucciso nella selva di Teutoburgo, il suo esercito fatto a pezzi tribus legionibus cum duce legatisque et auxiliis omnibus caesis. L’imperatore (Augusto ripeto, non Tiberio che gli succedette nel 14) ne rimase tanto costernato che per diversi mesi successivi si lasciò crescere la barba e i capelli, e talora batteva la testa contro le porte “vociferans: Quintili Vare, legiones redde!” (Svetonio, Augusti Vita, 23). Augias, rendi giustizia alla storia!
Benedetto Croce ricorda “le contorsioni e le gonfiature dei suoi[1] letterati e storici celebranti Arminio, e Alarico e gli Ottoni e Barbarossa”[2]Più avanti (capitolo nono) Croce ricorda che quel paese, la Germania, “non aveva omesso di erigere un gran monumento ad Arminio nella selva Teutoburga”.  
Un mio ex allievo che ora insegna greco latino mi ha scritto su Augias: "è incredibile, e non è nemmeno uno dei peggiori!". E' vero, c'è di peggio, di molto  peggio. Una volta Mirabella disse in televisione. "dum docunt (sic!) discunt". Per tali strafalcioni vengono pagati certamente molte volte più di un operaio, di una commessa, probabilmente anche più di un ingegnere, di un avvocato, di un medico.

Intanto si sta preparando un governo fantoccio

Al Re Travicello
Piovuto ai ranocchi,
Mi levo il cappello
E piego i ginocchi;
Lo predico anch’io
Cascato da Dio:
Oh comodo, oh bello
Un Re Travicello!


giovanni ghiselli





[1] Scilicet del popolo tedesco.
[2] Storia d’Europa nel secolo decimonono (capitolo ottavo che racconta “L’unificazione della potenza germanica e il cangiamento dello spirito pubblico europeo (1870)”)  

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