l'Italia (e la Germania), di Friedrich Overbeck |
Governanti piccoli piccoli, giornalisti presunti grandi e colti.
Rimangono saldi, grandi e luminosi l’amore per l’educazione e quello
delle donne.
In temini platonici: Gentiloni è il visibile (oratòn), Renzi l'intelligibile (noetòn)
che gli dà sostanza e visibilità. Devo però riconoscere che Gentiloni è più
educato e cortese dei suoi beceri mandanti. La Boschi del resto si è messa
lì vicino, in posizione di controllo perché la buona educazione non prevalga.
Ancora dalla Repubblica di
Platone: “cogliere l'essere spogliandosi del divenire”. Una bella frase da
usare nel corteggiamento delle femmine umane benedette da Dio: "spogliati
del divenire poiché voglio il tuo essere".
Per la scuola e la paideia
ora sono tranquillo: nel governo c'è Galletti, uomo di cultura e raffinato
intellettuale. Basta guardarlo e sentirlo parlare. Osservatelo bene com'è. Intendo
Gianluca Galletti.
Fa parte del catalogo.
“Un catalogo egli è che ho fatt’io;
osservate, leggete con me”
Non bisogna dire troppo male del governo: tra i ministri non ce n'è
uno, nemmeno uno dico, pescato a fare il tagliaborse. Vi pare poco?
Dire "Patria" è da biechi maschilisti, io da donnaiolo,
adoratore delle femmine umane, dico "Matria", anzi, se posso, non
solo dico ma faccio Matria comportandomi da matriota.
Dopo il fantasioso Corrado Augias[1],
sentiamo l’ipercultura del padre di tutti i giornalisti, Eugenio Scalfari: "Roma
conquistò la Grecia
e ne assorbì la cultura e perfino la lingua dalla quale il latino
discende" (“l’Espresso+ la
Repubblica ”, 11 dicembre 2016, p. 130). Bravo davvero! Altro
che la Repubblica di Platone quella fondata da lui!
Voglio denunciare non tanto certe persone quanto il disastro e il
vuoto culturale che asfissia la gioventù italiana priva di bravi maestri
giovanni ghiselli, gianni il poverello di Pesaro, molto contento di sé
e capace non solo di motteggiare ma anche di commiserare i miserabili che
affamano il popolo di cultura, di amore, di giustizia, di buona scuola, di
cure, e oramai anche di cibo.
Questi sono i primi dieci paesi
Stati Uniti
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237629
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Italia
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170724
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Russia
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6626
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Germania
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3464
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Regno Unito
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2264
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Ucraina
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2019
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Cina
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1908
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Francia
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1852
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Portogallo
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849
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Spagna
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513
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[1] Copio dal blog precedente: Corrado Augias, spesso
presente nella televisione governativa, scrive: "Siamo nel 9. d.C.
L'imperatore Tiberio affida la repressione al generale Quintilio Varo". Questa
esibizione di ignoranza, per lo meno dell'età di Augusto, si trova in “il
venerdì di Repubblica” del 9 dicembre 2016 (p. 111). Fu Augusto (morto nel 14
d. C.) a inviare Varo in Germania dove Arminio, principe dei Cherusci, nel 9 d.
C. guidò una rivolta. Varo venne sconfitto e ucciso nella selva di Teutoburgo,
il suo esercito fatto a pezzi tribus
legionibus cum duce legatisque et auxiliis omnibus caesis. L’imperatore
(Augusto ripeto, non Tiberio che gli succedette nel 14) ne rimase tanto
costernato che per diversi mesi successivi si lasciò crescere la barba e i
capelli, e talora batteva la testa contro le porte “vociferans: Quintili Vare,
legiones redde!” (Svetonio, Augusti
Vita, 23). Augias, rendi giustizia alla storia! Benedetto Croce ricorda “le
contorsioni e le gonfiature dei suoi[1] letterati
e storici celebranti Arminio, e Alarico e gli Ottoni e Barbarossa”. Più avanti
(capitolo nono) Croce ricorda che quel paese, la Germania, “non aveva omesso di
erigere un gran monumento ad Arminio nella selva Teutoburga”.
Giovanna Tocco
RispondiEliminaLa scelta del quadro mi piace molto. Rende l'idea. Giovanna Tocco
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