mercoledì 20 settembre 2017

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Marco Aurelio


Argomenti: le mani libere; Marco Aurelio che vuole essere Cesare e Renzi malamente cesarizzatosi; la pessima scuola di oggi e quella dignitosa di 40 anni fa; i sottosegretari buffoni delle Rane di Aristofane e quelli degli ultimi governi. Nihil novi. 

Salvini: "con noi al governo gli uomini e le donne delle forze dell'ordine avranno le mani libere". Da certe mani frenetiche con licenza di toccare ci sarà un generale fuggi fuggi di turiste giovani.

Prodi si presenta come un rapsodo, un cucitore di canti. Ma l'aedo, il creatore di questi brani da cucire chi è? Sento un chiasso di voci stonate, un fracasso di strumenti scordati.

A Renzi non ha portato bene cesarizzarsi. Ora sono Salvini e Di Maio che si cesarizzano. L’imperatore Marco Aurelio diceva a se stesso: stai attento a  non cesarizzarti!  (o{ra mh; ajpokaisarwqh'/", A se stesso, VI, 30). Voleva rimanere l'uomo semplice,  buono, risoluto nel compiere il proprio dovere quale si era formato con la  filosofia. Ma quello era un uomo appunto, non un buffone.

Nella "buona" scuola trionfa l'ignoranza: degli studenti e dei docenti che non hanno bisogno di studiare non avendo un uditorio capace di criticarli.

Quando ricevetti una terza liceo classico per la prima volta ( al Rambaldi di Imola nell’autunno remoto del 1975) studiavo sempre, di pomeriggio e per gran parte della notte: non volevo fare brutta figura con allievi, ragazze e ragazzi preparati e capaci di criticarmi. I primi giorni leggevano il giornale mentre ripetevo i manuali e traducevo l’Edipo re di Sofocle limitandomi a un commento grammaticale e a snocciolare paradigmi, poi compresi che non bastava, che avevano ragione e mi diedi a studiare Aristotele, Platone, Scopenhauer, Hegel, Schopenhauer, Nietzsche, Jaeger, Snell, Benveniste, Hauser e altri per commentare la tragedia. E loro già prima di Natale prendevano appunti da quanto dicevo. Alla fine dell’anno scolastico, stremato dallo studio, mi dissi: “ce l’ho fatta!”. Non ho mai più smesso di studiare tanto grande è stata ed è questa gioia.  

 La nostra città si è riempita di sottosegretari - uJpogrammatevwn ajnemestwvqh - e demagoghi buffoni che ingannano il popolo facendogli il verso (Aristofane, Rane, 1083 ss.) Nihil novi.

Ieri sera Sechis faceva il tifo per il bombardamento atomico sulla Corea del Nord. L'occhio gli roteava impazzito e fuori orbita  come un globo colpito appunto dalla bomba che lui auspicava sulla popolazione coreana.  Ma ognuno parla sempre di se stesso.

  
giovanni ghiselli
p. s.
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1 commento:

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