lunedì 10 febbraio 2025

Joyce Ulisse VII episodio Eolo il giornale, settima parte. L’ossessione cloacale dei Romani e degli Inglesi.

 

Lenehan il giornalista sportivo osserva dalla finestra  Bloom che  saltella per strada seguito dagli strilloni che fanno il verso ai suoi piedi piatti e alla sua caaminata. Quindi iniziò a farne una rapida caricatura con una mazurca 179- he began to mazurca in a swift caricature 116

Il direttore Crawford si muove per andare a bere e il professore dice a bassa voce 180- in a low voice 116 che è già un po’ brillo.

Il mondo del giornalismo è privo di rispetto, stile, educazione.  

O’ Molly, l’avvocato, dice “Imperium Romanum  suona più nobile di British o Brixton it sounds nobler than Brotish or Brixton che fa venire in mente in qualche modo lo sfrigolio del grasso nel fuoco180

  Crawford soffiò e disse: “ voi ed io siamo il grasso nel fuoco. You and I are the fat in the fire 117 e soffiò violentemente verso il soffitto.

 

Altro breve sotto capitolo

 The Grandeur That was Rome. La passata grandezza di Roma.

E’ un verso citato dalla poesia To Helen[1] di Edgar Allan Poe (1831)

Ora è la volta del professor Mac Hugh che chiede attenzione raising two quiet claws alzando due tranquilli artigli.E’ tempo di pensare a Roma imperiale, imperiosa, imperativa-181 We think of Rome imperial, imperous, imperative 117

Egli Tese braccia elocutorie he extended elocutionary arms  117fuori dai polsini macchiati e sfilacciati non senza una pausa 181. Sono le pose miserabili degli attori falliti.

Che cosa’era la  loro civilizzazione?   What was their civilization?

Vasta, lo concedo,  ma volgare. Cloaca, fogne  181Vast, I allow, but vile. Cloaca, sewers. 117.

Gli Ebrei nel deserto giunti sulla montagna dissero: “Rimaniamo uniti qui, alziamo un altare a Geova. Il Romano imitato dall’Inglese pedissequo portò su ogni nuovo lido soltanto la sua ossessione cloacale only his cloacal obsession-. Si guardò intorno avvolto nella sua toga e disse: “It is a meet to be here. Let us construct a water closet, 117 siamo riuniti qui, costruiamo un gabinetto 181.

Mi viene in mente Trump che vuole replicare i bagni e le piscine della Florida a Gaza colma di morti sotto le macerie.

Entrano O’Madden Burke e Stephen Dedalus che conosciamo dai primi capitoli e porta  la lettera di Mr. Deasy, il preside della scuola della sua supplenza. Il giovane uncovered as he entered, si tolse il cappello entrando. Un minimo di educazione.

 O’ Madden Burke dice: “I escort a suppliant” 118, scorto un supplice.Quindi presenta se stesso e Stephen dicendo melodiosamente:” La Gioventù guidata dall’Esperienza  visita la Notorietà” 181. Importanza e ironia.

Il direttore saluta Stephen e gli dice che suo padre è appena uscito 182

Il giovane porge i fogli dattiloscritti e dice il nome dell’autore.

“Quel vecchio petulante” dice il direttore. Quella  dei giornalisti è una  casta  chiusa, di raccomandati cooptati, supponente, priva di carità e di cultura. Piena di chiacchiera quasi sempre imprecisa, spesso anche sgrammaticata.

Il professore domanda a Stephen che cosa sia diventato.

“Il bardo bazzicabovi” pensa il giovane, ma risponde con cortesia salutando il professore e dicendogli che ha portato una lettera di Mr. Garret Deasy. Il nonsense talora è la miglio difesa quando si capita in un mondo spietato anche quando raccomanda la pietas.

 

Bologna 10 febbraio  2024  ore 17, 25 giovanni ghiselli

p. s.

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To Helen

Helen, thy beauty is to me
Like those Nicéan barks of yore,
That gently, o’er a perfumed sea,
The weary, way-worn wanderer bore
To his own native shore.

On desperate seas long wont to roam
Thy hyacinth hair, thy classic face,
Thy Naiad airs have brought me home
To the glory that was Greece,
And the grandeur that was Rome.

Lo! In yon brilliant window-niche
How statue-like I see thee stand,
The agate lamp within thy hand!
Ah, Psyche, from the regions which
Are Holy-Land!

Ad Elena

O Elena, la tua bellezza è per me
Simile ai legni niceni che un tempo,
Gentilmente, sopra un mare odoroso
Lo stanco viandante conducevano
Alla sua riva natale.

A mari disperati da tempo avvezzo,
La tua chioma di giacinto, il tuo classico volto,
Le tue Naiadi grazie mi portano a casa
Alla gloria che fu di Grecia
Alla grandiosità che fu di Roma.

Mira! Lì, nella tua nicchia risplendente,
Come statua io ti veggo eretta,
di agata la lampada hai nella mano
Ah, Psiche, da quelle lande che
 sono Terra Santa-.

Pubblicata per la prima volta nel 1831 in Poems, ma rivista e rimodellata fino alla forma attuale nel corso di 12 anni. Il titolo è sicuramente un riferimento ad Elena di Troia, considerata la donna più bella dell'antichità; ma non bisogna dimenticare la particolare preferenza di Poe per il nome Helen e per le sue varianti, che usò in opere quali "Lenore” e "Eleonora”.

 

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