lunedì 16 ottobre 2017

La Commedia antica. Aristofane: “Le Rane”. VII parte

Le rane di Teatro Due (photo: teatrosocialecomo.it)

Deve andarsene chi si compiace di versi buffoneschi che muovono il riso a sproposito. Segue un elenco di cattivi cittadini da allontanare
Devono andarsene quelli che non congedano l’odiosa stavsiς ma la ridestano e la fomentano per brama di guadagni personali, e chi katadwrodokei'tai (361) si lascia corrompere dai doni (dw'ron e devcomai) e consegna una fortezza o delle navi (come farà Adimanto-Gorbaciov secondo Canfora) o esercita il contrabbando, (tajpovrrht j ajpopevmpei spedisce (ai nemici?) attrezzi proibiti come Toricione il kakodaivmwn eijkostolovgoς. esattore della ventesima parte (eijkostovς ventesimo) e chi dà denaro per le navi ai nemici (come fa Lisandro), chi insudicia i simulacri di Ecate poi canta nei cori (Alcibiade? Nel 415 c’era stata la mutilazione delle Erme). Dunque via tutti costoro. Procul este profani!

Riprende a cantare il coro
Ognuno avanzi verso i seni fioriti dei prati ejς tou; ς eujanqei'ς kovlpouς-leimwvnwn, tripudiando e motteggiando kajpiskwvptwn, scherzando e beffando (374).
Il coro poi inneggia a th; n Swvteiran, la Salvatrice. Demetra regina delle ricche messi, signora delle sante orge ajgnw'n ojrgivwn a[nassa (o[rgion è il rito misterico). E fai che tutto il giorno io danzi e scherzi ajsfalw'ς, senza scivolare. Poi il coro afferma che vuole dire polla; gevloia e polla; de; spoudai'a (389-390). E’ lo spoudogevloioς, il seriocomico.
Viene invocato Iacco perché li accompagni dalla dea e mostri che percorre pollh; n oJdovn a[neu povnou, lunga strada senza fatica. E’ un motivo ricorrente nelle laudi a Dioniso.

Cfr le Baccanti
Inizio della Parodo vv. 64-67.
Dalla terra d’Asia
lasciato il sacro Tmolo metto in rapido movimento                        
per Bromio una fatica dolce povnon hJduvn, e un travaglio, buon travaglio, kavmaton t j eujkavmaton
celebrando Bacco con grida di evoè.
E al v. 194 Cadmo dice a Tiresia: “il dio ci guiderà ajmocqiv, senza fatica
 Ca. Andremo dunque fino al monte coi carri?
Ti. Ma il dio non avrebbe onore nello stesso modo.
Ca. Io vecchio guiderò come un ragazzo te che sei vecchio?
Ti. Il dio ci guiderà lì senza fatica.

I coreuti fanno notare lo stato del costume che indossa: il dio ha fatto a pezzi per scherzo (ejpi; gevlwti) il sandalo e lo straccio su; ga; r katescivsw-katascizw - ejpi; gevlwti kajp j eujteleiva/ tovde to; sandaliskon kai; to; rJavkoς (Rane, 405-406). Forse faceva parte del mascheramento della processione. C’è anche kajp j eujteleiva, con poca spesa forse alludendo alla parsimonia del corego.
Viene in mente l’euripidaristofaneggiare di Cratino.

Iacco filocoreuthvς, amico delle danze, deve accompagnare i coreuti.

Chiunque guidi i tiasi è Bromio: Brovmioς o{stiς a[gh/ qiavsouς come dicono le Baccanti (v. 155), sempre nella parodo.
 Nell’Antigone leggiamo vv. 151-154: "andiamo a tutti i templi degli dei/con danze che durano la notte intera, /e il Tebano che scuote la terra/ e Bacco, sia il primo. oJ d’ e[xarcoς Brovmioς (154)
Secondo Nietzsche, il Coro vede Dioniso poi entusiasma gli spettatori in maniera dionisiaca

Il coro ricorda che poco prima danzando e sbirciando, ha visto titqivon prokuvyan, una tettina spuntare dalla tunica lacerata citwnivou pararragevntoς (pararrhvgnumi) di una ragazza compagna di danza.
Xantia interviene e dice che ci sta sempre a scherzare danzando con la ragazza. E Dioniso pure.
Il Corifeo propone che si sfotta skwvywmen Archedemo, che fa il demagogo tra i morti di lassù, ejn toi'ς a[nw nekroi'si (420) con un rovesciamento di prospettiva rispetto al mondo terreno. Non era di origine ateniese e dopo sette anni che era ad Atene non aveva ancora la cittadinanza.

Sento dire che il figlio di Clistene, il noto omosessuale. tra le tombe si spela il culo (prwkto; n tivllein eJautou', 424) e si strappa le guance.

Parolacce: oJ kuvsqoς cunnus; to; pevoς mentula, ejrevbinqoς cece, traslato per fallo, hJ povsqh pene. binevw futuo.

Catullo 16
Pedicabo ego vos et irrumabo (in os mentulam inseram)
Aureli pathice et cinaede Furi
Qui me ex versiculis meis putastis
Quod sunt molliculi, parum pudicum
nam castum esse decet pium poetam
ipsum, versiculos nihil necesse est

Marziale I, 4 Lasciva est nobis pagina, vita proba.
  
Il figlio di Clistene dunque si batte il petto e piange e invoca Sebi'non (se; binevw) un tale di Anaflusi, ajnaflavw, masturbo, eccito masturbando.
Invece Callia il donnaiolo figlio di Ippobino (binevw) faceva la battaglia navale vestito con una pelle di fica kuvsqou leonth'n ejnhmmevnon (430)- ejnavptw.

Nell’Elettra di Sofocle, Egisto viene definito dalla protagonista il vigliacco che aizza Clitennestra, e fa le sue battaglie con le donne (302) quali alleate.

Dioniso chiede dove sia Plutone. Il corifeo li indirizza nel sacro recinto della dea, sul piano fiorito
Il coro canta la canzone degli iniziati, per i quali soltanto c’è il sole e la sacra luce. Loro da vivi si comportavanono eujsebh' dihvgomen trovpon piamente con stranieri e cittadini.
Fine della parodo v. 459

Dioniso bussa alla casa di Plutone dicendo di essere Eracle. Risponde Eaco e lo aggredisce per il furto di Cerbero con una serie di maledizioni menzionando lo Stige, il Cocito, l’Acheronte, Echidna, le Gorgoni.
Echidna con Gerione aveva generato Orto, il cane a due teste, e con Orto la Sfinge. Echidna dunque è madre e moglie di Orto e la Sfinge è nata da un incesto.

Dioniso si accascia e se la fa addosso egkevcoda
da ejgcevzw (479), cevzw, caco.
 Può essere parodia di ejkkevcutai, kavlei qeovn, è versata, chiama il dio, formula religiosa dopo le libagioni.

Aristofane punta sulla scatologia.
Dioniso chiede una spugna per il cuore poi porge a Xantia il culo.
Xantia gli chiede ejntau'q j e[ceiς th; n kardivan; (484)
Dioniso risponde che il cuore per la paura gli è sceso in fondo al ventre.
Xantia non ha avuto paura, allora Dioniso gli dà il costume di Eracle, visto che è ajfobovsplagcoς (496), uomo dalle viscere intrepide
Poi esce un’ancella dalla casa di Plutone e tratta bene Xantia travestito da Eracle. La ragazza e la dea hanno preparato leccornie per Eracle. Inoltre dentro lo aspettano flautiste e danzatrici. Nel fiore e depilate paratetilmevnai (parativllw).
A questo punto Dioniso vuole riprendere il costume da Eracle.


E’ una critica al trasformismo dei politici.


CONTINUA 

3 commenti:

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