giovedì 5 ottobre 2017

La Commedia antica. Aristofane: “Le Rane”. IV parte

Aristofane

Aristofane
Ma ora è già tempo di parlare del massimo autore della commedia antica e di commentare uno degli undici drammi a noi pervenuti. Prima di affrontare il testo di Aristofane però diciamo due parole sulla struttura della Commedia: questa, rispetto alla Tragedia, ha come caratteristica propria due parti peculiari: l'agone che è un conflitto di battute tra il personaggio principale e l'antagonista, oppure tra il protagonista e il coro; poi la parabasi che significa sfilata ed è il momento nel quale il coro depone la maschera, spesso animalesca, e annulla la finzione teatrale per esporre le idee del poeta su argomenti vari, magari attaccando i rivali o provocando il pubblico con lazzi di vario genere.
Aristofane nacque ad Atene intorno al 445 a. C. e morì probabilmente nella sua città poco dopo il 385. Ricaviamo dalle sue commedie le notizie sulla vita. Ne scrisse una quarantina conseguendo cinque vittorie: a noi sono arrivati undici drammi: gli Acarnesi (425), i Cavalieri (424) le Nuvole (423), le Vespe (422), la Pace (421), gli Uccelli (414), la Lisistrata (411) le Tesmoforiazùse (410), le Rane (405), le Ecclesiazùse (392), il Pluto (388).
Dalla prima commedia (Acarnesi, vv. 653-654)) sappiamo che il poeta aveva una proprietà nell'isola di Egina: è probabile che questa sua condizione di benestante abbia influito sulle idee conservatrici e favorevoli alle forze della tradizione.
 Gli Acarnesi è il più antico lavoro di Aristofane a noi pervenuto: con queso vinse alle Lenèe (festa di fine gennaio durante la quale dal 440 a. C. si rappresentavano commedie) del 425, precedendo i drammi di Cratino ed Eupoli, ma non costituì il debutto del giovane autore che avvenne nel 427 con i Banchettanti i quali trattavano il tema dell'educazione: un padre fa educare due figli in maniera diversa: uno alla scuola antica, l'altro dai nuovi maestri di retorica: una storia ricorrente nella commedia: basta pensare agli Adelphoe di Terenzio.
In questa prima commedia, e nelle Nuvole, l’educazione è limitata alle persone, nelle Rane alla città e gli educatori sono o dovrebbero essere i poeti.

Nel 426 Aristofane sferrò il primo grande attacco a Cleone con i Babilonesi che denunziava l'imperialismo ateniese e lo sfruttamento imposto alle città alleate: nel 427 anzi Mitilene, che aveva cercato di uscire dalla lega delio-attica, era stata riassoggettata con estrema durezza che il demagogo avrebbe voluto inasprire ancora di più dando a tutti i potenziali ribelli l'esempio di un vero e proprio genocidio. Per fortuna, come vedremo in Tucidide che lo definisce "il più violento (biaiovtato") dei cittadini... e il più capace di persuadere (piqanwvtato") il popolo (III, 36) la sua proposta criminale non passò; vennero comunque uccisi un migliaio di Mitilenesi.
In seguito alla coraggiosa denuncia dei Babilonesi, rappresentato alle Dionisie, festa cui partecipavano i rappresentanti delle città alleate, Cleone accusò Aristofane di avere diffamato il popolo davanti agli stranieri. Lo ricorda l'autore negli Acarnesi (vv. 377 e sgg.) non senza compiacimento per essersela cavata, mentre nella parabasi dei Cavalieri (anno 424) si giustifica del fatto di non avere curato la regia dei drammi precedenti diretti da Callistrato:
"Non per stoltezza gli è capitato di indugiare ma poiché riteneva che mettere in scena commedia è l'impresa più difficile di tutte", ajlla; nomivzwn/kwmw/didaskalivan ei\nai calepwvtaton e[rgon aJpavntwn" (vv. 515-516).
Aristofane fu un genio precoce e coraggioso: poco più che ventenne aveva già trovato il suo stile e l'ardire di fare una satira politica, non generica e blanda ma acuminata per gli attacchi personali contro personaggi potenti e noti nell'Atene di quegli anni, oltretutto funestati dalla grande guerra del Peloponneso.
Passiamo quindi ad analizzare una parte dell'opera dalla quale trarremo, tra l'altro, l'immagine storica più completa dell'ultimo venticinquennio del quinto secolo.


Le Rane, del 405.
Vinse il primo premio alle Lenee ed ebbero una seconda rappresentazione alle Dionisie successive.

Frinico comico ebbe il secondo premio con le Muse di argomento affine ma dall’Ade recuperava Sofocle. Terzo Platone comico con il Cleofonte dove attaccava il demagogo. Dioniso è sempre presente come nel Dionisalessandro dove Cratino attaccava Pericle. Il protagonista era Dioniso camuffato da Paride. Dioniso dunque aveva scatenato la guerra di Troia come Pericle, irresponsabilmente, quella del Peloponneso.
Aristofane visse tra il 450 e il 385, sempre ad Atene. La sua prima commedia, i Banchettanti, fu rappresentata nel 427. Ne scrisse 40. Ne rimangono 11: Acarnesi, Cavalieri, Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Tesmoforiazuse, Lisistrata, Rane, Ecclesiazuse, Pluto.

Vediamo dunque le Rane
Xantia entra su un asino. Lo segue Dioniso camuffato da Eracle. Il dio ha una stola femminile di color giallo (Dioniso è effeminato) poi una clava e una pelle di Leone.
Non mancano le oscenità che dovrebbero avere forza apotropaica. Tuttavia Dioniso chiede a Xantia di non dire le solite cose stercorarie che lo fanno invecchiare. Comunque Xantia le ha dette. Non posso dire che se nessuno mi leva di dosso questo peso ajpopardhvsomai[1] scorreggerò? (v. 10).
 Fare teatro e valutarne i modi è un aspetto di questa commedia è metateatro, teatro che parla del teatro.
Dioniso vuole novità

La ricerca di novità: nella parabasi delle Nuvole (del 422) Aristofane si vanta di presentare tutti gli anni nuove creazioni e di avere osato colpire Cleone (nei Cavalieri) quando era al colmo della potenza, senza calpestarlo quando è caduto (ad Anfiboli nel 422)
v. 546-7: oujd j ujma'ς zhtw' eJxapata'n di; ς kai; tri; ς/ tau[t j eijsavgwn-ajll j ajei; kaina; ς ijdevaς eijsfevrwn sofivzomai”, non cerco di ingannarvi presentando due o tre volte la stessa storia, ma mi stillo il cervello per darvi sempre nuove creazioni.

Xantia maltrattato, si pente di non avere combattuto alle Arginuse (anno 406) come gli schiavi che vennero poi liberati (Rane, v. 33). Ci entra la politica, la guerra, la storia
Vanno a bussare da Eracle il quale ride vedendo la pelle di leone sulla stola gialla leonth'n ejp krokwtw'/ (46). Inoltre coturno e clava kovqornoς kai; rJovpalon che ci fanno insieme?
Dioniso dice di essere montato su Clistene, un noto invertito.
Poi anticipa il miles gloriosus dicendo di avere affondato 12 o 13 navi nemiche
Aggiunge che leggeva l’Andromeda di Euripide che è un idolo polemico di Aristofane e fa spesso la parodia, il travestimento burlesco dei suoi versi. Andromeda esposta su uno scoglio marino come offerta a un mostro viene salvata da Perseo che impietra il mostro con la testa di Medusa. Dioniso sente il desiderio (i{meroς) di Euripide: gli manca (povqoς). Una brama che lo divora.
devomai poihtou' dexivou (71), ho bisogno di un buon poeta.
Non c’è Iofonte sulla terra? Chiede Eracle. Era il figlio da quale Sofocle venne accusato di demenza paranoivaς krinovmenoς, . E perché non portare sulla terra Sofocle?
Dioniso: no, prima devo vedere se Iofonte sa scrivere una tragedia da solo. Poi Euripide è panou'rgoς e mi aiuterà a uscire, mentre Sofocle è eu[koloς sia da vivo che da morto[2].


CONTINUA


[1] Scorreggerò da ajpopevrdomai, futuro passivo di significato attivo.
[2] Aristotele nella Retorica 1381a contrappone eu[koloς a machtikovς, pugnace.

1 commento:

Conferenza di domani

  Ricordo ai miei tanti lettori che domani 6 maggio dalle 17 alle 18, 30   terrò una conferenza sul Tramonto dell’umanesimo nella bib...