martedì 30 luglio 2019

I giovani hanno bisogno di un'educazione buona che aiuterebbe e salverebbe tante vite

Nell'Oreste di Euripide Menelao pone una domanda a suo nipote Oreste che ha trovato devastato dalla amorfìa (v. 390), una deformità che lo fa apparire già morto. Gli chiede dunque: "Che cosa soffri? Quale malattia ti distrugge?" (v.395).
E il ragazzo, che ha ucciso la propria madre, risponde:
" L’intelligenza, poiché sono consapevole di avere commesso un atto orrendo" (v. 396).
L'intelligenza (synesis) è capacità di mettere insieme, di collegare le conoscenze. Queste a loro volta necessitano di ascolto, di letture, di facoltà comunicative. Io credo che due individui come gli assassini del vicebrigadiere Mario non abbiano sviluppato alcuna forma di intelligenza umana che è presupposta da capacità inesistenti in loro. Purtroppo quei due non sono casi rarissimi. Queste deficienze, sia chiaro, non costituiscono delle attenuanti di un crimine tanto efferato. Magari sono accuse nei confronti di chi avrebbe dovuto educare tali ragazzi traviati.
 Costoro dovrebbero fruire di anni di prigione dove potessero imparare ad ascoltare, a leggere, a pensare, a parlare, e ad avere sentimenti umani. Tale educazione del resto dovrebbe essere data, fin da bambini, a tutti i giovani anche a quelli che non sono finiti in prigione. Dico nella scuola statale, in una scuola davvero buona.
La buona educazione mancata lascia spazio alla mala educazione, alla corruzione delle anime che viene dalle mode, dalla pubblicità, dai luoghi comuni, dalle menzogne e dalle incongruenze che rendono inaffidabili troppi adulti e spingono i ragazzi al nichilismo, a non credere in niente, in niente di buono
giovanni ghiselli

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