lunedì 22 luglio 2019

Dov’è la sicurezza?




La licenza di uccidere non solo in casa ma anche per strada.

Leggo nella cronaca di Bologna del quotidiano “la Repubblica” di oggi 22 luglio (p. 3): “Morto in un incidente il vulcanologo Luigi Rossi”
Questo il titolo. Non conoscevo il defunto, ma incuriosito, vado a leggere il trafiletto. L’autore  (il quale si firma -e.c.) ribadisce che l’estinto “è stato coinvolto in un incidente a Rivazzurra”. Procedo ancora più interessato a proposito dell’ “incidente” nel quale  “ è stato coinvolto” il morto che
era  un vulcanologo di 78 anni, professore emerito dell’Università di Bologna. Come può essere avvenuta la sua incidentale dipartita, fine della sua vita?
 Una zuffa, una rissa, una scazzottata?
Macché, niente di tutto questo.
Ecco la risposta: “A bordo della sua bicicletta elettrica è stato travolto da un furgone che trasportava alimenti e non sono bastate a salvargli la vita le cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale”.
Secondo me questo è un omicidio, non un incidente.
Tali delitti avvengono quotidianamente e non sono biasimati da chi ne dà notizia, e rimangono quasi sempre impuniti. Per cui continuano ad essere inflitti soprattutto a vecchi e bambini, i più deboli e bisognosi di tutele. Io invoco pene molto severe contro chi uccide guidando automobili o motociclette, come contro chi ammazza sparando.  
giovanni ghiselli  


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