giovedì 4 luglio 2019

Il tiranno ha paura


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Salvini ha detto: “quella giudice fa politica” Poi “mi sono rotto le palle”. Inoltre ha cercato di squalificare Carola con gli epiteti denigratori “sbruffoncella” e “ricca fuorilegge” (“la Repubblica” 3 luglio 2019, p. 1 e p. 26).
Voglio controbattere e non sommessamente. Chi agisce nel pubblico fa comunque politica. I giudici, i professori, i preti, i medici e così via. Il mio primo preside nel 1969 mi avvertì : “a scuola non si fa politica” siccome il 15 dicembre avevo detto in classe: “Valpreda è innocente”.
Ribattei: “se non devo fare politica,  non posso fare scuola. “Cossa vu to” replicò in dialetto, senza avere capito, credo. Comunque alla fine dell’anno mi diede un giudizio politico “Valente” invece di “Ottimo” dato ai colleghi, nonostante io fossi stato l’unico a superare l’esame di abilitazione in primavera. Valpreda poi cpme si sa, venne assolto.

Salvini ora è l’aspirante tiranno. Della gip Alessandra Vella ha detto “Magari si sarà bevuta un bicchiere di vino” (ibid. p. 26).
  La letteratura greca è percorsa dal motivo antitirannico: da Alceo che esulta per la morte di Mirsilo (fr. 332 LP), o copre di insulti Pittaco "to;n kakopatrivdan"( fr. 348 L P) dal padre ignobile, a Platone che certamente non risparmia biasimi al   turanniko;" ajnh;r. Costui, nella Repubblica  (573c) è uomo, per natura, o per le abitudini, "mequstikov".. ejrwtikov".. melagcolikov"", incline al bere, al sesso, alla depressione; inoltre è di animo sostanzialmente servile"oJ tw'/ o[nti tuvranno" tw/' o[nti dou'lo""(579e), della massima servilità e schiavitù e adulatore degli uomini più malvagi.
 Questa  considerazione che sembra paradossale, magari dettata a Platone da un risentimento personale nei confronti dei despoti incontrati, è confermata da uno psicoanalista moderno: E. Fromm in Fuga dalla libertà  sostiene che" l'impotenza dà luogo all'impulso sadico a dominare; nella misura in cui l'individuo è capace, cioè in grado di realizzare le sue possibilità sulla base della libertà e dell'integrità del suo io, non ha bisogno di dominare e non prova alcuna brama di potere" (p. 144). 
In senso psicologico la brama di potere non si fonda sulla forza ma sulla debolezza. E' l'espressione dell'incapacità dell'io individuale di reggersi da solo, e di vivere. E' il disperato tentativo di acquistare una forza secondaria là dove manca la forza genuina. Il termine "potere" ha un duplice significato. Uno è il possesso di un potere su qualcuno, la possibilità di dominarlo; l'altro significato è il possesso del potere di fare qualcosa, di essere capace. Quest'ultimo significato non ha nulla a che vedere con il dominare; esprime padronanza nel senso di capacità"[1].

Metus tyranni - genitivo soggettivo e oggettivo.
Il tiranno  fa paura, come afferma Antigone a proposito della sottomissione dei Tebani a Creonte (vv. 502 - 507) , ma nel fovbo" turavnnou o metus tyranni  troviamo un genitivo  soggettivo e oggettivo, ossia il despota vive circondato dal fovbo" :  fa paura e  ne ha. Un doppio ruolo sintetizzato bene da Creonte nell'Oedipus  di Seneca: "Qui sceptra duro saevus imperio regit,/timet timentes; metus in auctorem redit " (vv. 703 - 704), chi tiene crudelmente lo scettro con dura tirannide, teme quelli che lo temono; la paura ricade su chi la incute. In forma meno sintetica Cicerone fa la stessa denuncia nel De officiis: “Qui se metui volent, a quibus metuentur, eosdem metuant ipsi necesse est” ( II, 24), quelli che vorranno essere temuti, è inevitabile che essi stessi temano quelli dai quali saranno temuti. Cicerone fa gli esempi di Dionigi il vecchio e di Alessandro tiranno di Fere il quale sospettava perfino della moglie, non a torto del resto poiché questa era un’altra furente che infino lo uccise “propter pelicatus suspicionem (II, 25), per sospetto di adulterio. La conclusione di Cicerone è. “Nec vero ulla vis imperii tanta est, quae premente metu possit esse diuturna”, non c’è nessuna forza di potere tanto grande che possa essere durare a lungo sotto la pressione della paura.  
La paura che il tiranno ha dei migliori è stata messa in evidenza anche dal cesariano Sallustio:"Nam regibus boni quam mali suspectiores sunt, semperque iis aliena virtus formidulosa est "[2], infatti ai re sono più sospetti i valenti che gli inetti, e la virtù degli altri per loro è sempre motivo di paura. Si ricordi ancora il formidolosum dell'Agricola  (39) di Tacito.

 Nell'Edipo re   di Sofocle il tiranno di Tebe teme complotti e chiama Creonte "lh/sthv" t j ejnargh;" th'" ejmh'" turannivdo"(vv. 535), ladro evidente della mia tirannide. Il cognato più avanti ribatte che preferisce riposare tranquillo piuttosto che comandare con paura ("a[rcein... xu;n fovboisi", v. 585). Perfino Eteocle delle Fenicie , il teorico del valore assoluto del potere, rivolge una preghiera a eujlavbeia, cautela, invocata come crhsimwtavth qew'n, (v. 782), la più utile delle dee.
"La paura e la diffidenza appaiono dunque connaturate al tiranno"[3].

Aggiungo che oggi la moda dell’animalismo fa intendere che le bestie sono migliori degli uomini, più buone, più degne di cura. I naufraghi si lascino pure morire dunque, in fondo sono molto peggiori degli animali che meritano ogni riguardo. Credo che l’amore eccessivo per gli animali serva spesso a coprire l’odio per gli uomini e le donne
Nel proemio delle Metamorfosi di Ovidio, relativo alla creazione del mondo, la forma umana ha un posto privilegiato per la sua vicinanza all’essenza divuna: “sanctius his[4] animal  mentisque capacius altae” (I, 76). Mentre gli altri animali osservano a testa bassa la terra - pronaque cum spectent animalia cetera terram - 84 - , il creatore chiunque egli sia, ille opifex rerum - 79 - os homini sublime dedit caelumque videre - iussit et erectos ad sidera tollere vultus - 85 - 86.
Ma gli uomini troppo simili alle bestie, quelli davvero non migliori di queste, non guardano mai il cielo, come ho fatto notare altre volte.

Baci a tutti gli umani umanisti gianni


[1]Fuga dalla libertà , p. 144.
[2]De Catilinae coniuratione , 7.
[3]D. Lanza, op. cit., p. 47.
[4] Pisces, ferae, volucres menzionati ai vv.74 - 75

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