venerdì 19 luglio 2019

Tutta la natura è imparentata con se stessa


Benati, l’ex sindaco di Montepiano, novantenne, racconta a Soneri che sente delle voci delle quali non si accorge chi non vuole ascoltare.
Il commissario è scettico, e il vecchio replica:
“Tutto c’entra perché tutto si manifesta sotto varie forme” dice (Varesi, La paura nell’anima, p. 259
“Dunque, poiché tutte le cose sono causate e causanti, aiutate e adiuvanti, mediate e immediate, e tutte sono legate da un vincolo naturale e insensibile che unisce le più lontane e le più disparate, ritengo che sia impossibile conoscere le parti senza conoscere il tutto, così come è impossibile conoscere il tutto senza conoscere le parti"[1].
Molto prima di Pascal[2] Platone [3] aveva detto che tutta la natura è imparentata con se stessa (th'" fuvsew" aJpavsh" suggenou'" ou[sh"Menone, 81d).
Dostoevskij fa dire allo stariez Zossima che "il mondo è come l'oceano; tutto scorre e interferisce insieme, di modo che, se tu tocchi in un punto, il tuo contatto si ripercuote magari all'altro capo della terra. E sia pure una follia chiedere perdono agli uccelli; ma per gli uccelli, per i bambini, per ogni essere creato, se tu fossi, anche soltanto un poco, più leale di quanto non sei ora, la vita sarebbe certo migliore"[4]. Bisogna dunque cogliere i nessi.



[1] B. Pascal, Pensieri, p. 143.
[2] 1623 - 1662
[3] 427 - 347 a. C.
[4]F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov , del 1880, p.402.

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