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Il 27 gennaio inizierò un ciclo di cinque conferenze nella biblioteca Ginzburg di Bologna:
Giovanni Ghiselli: CLASSICI A CONFRONTO. Calendario dei seminari a cura del Prof. Giovanni Ghiselli
La pima lezione verterà sul metodo di insegnamento del greco e del latino che ho praticato per diversi anni e ritengo ancora valido. Il percorso consta di più 500 pagine abbondanti e avrei bisogno di almeno dieci ore per esporlo tutto. Magari più avanti.
Per questa volta mi limiterò a presentare i titoli dei capitoli facendo e commentando le citazioni che ricordo a memoria tra le tante presenti nel testo.
Quando mi sarà arrivato il link per seguire gli incontri da lontano, lo pubblicherò nel blog e in facebook. Intanto pubblico le prime nove pagine delle circa 30 con gli argomenti. Questo lavoro è stato preparato quando insegnavo didattica della letteratura greca a contratto nella SSIS dell’università di Bologna per 10 anni, e tenni un corso di alcuni mesi in quelle di Urbino e Bressanone chiamato dal professor Franco Frabboni che ricordo con stima e affetto.
Parti del lavoro sono state pubblicate in queste edizioni prima che fosse terminato.
Punto Edu Neoassunti Indire. Metodologia per l’insegnamento del greco e del latino.
Essere e Divenire del “Classico”. Atti del Convegno Internazionale (Torino-Ivrea 21-22-23 Ottobre 2003). L’arte dei luoghi nella didattica del latino (pp. 241-256). Utet, Torino, 2006.
Discorso sul metodo dell’insegnamento delle lingue e letterature greca e latina.
L'uomo che non conosce il latino somiglia a colui che si trova in un bel posto, mentre il tempo è nebbioso: il suo orizzonte è assai limitato; egli vede con chiarezza solamente quello che gli sta vicino, alcuni passi più in là tutto diventa indistinto. Invece l'orizzonte del latinista si stende assai lontano, attraverso i secoli più recenti, il Medioevo e l'antichità.-Il greco o addirittura il sanscrito allargano certamente ancor più l'orizzonte.-
Chi non conosce affatto il latino, appartiene al volgo, anche se fosse un grande virtuoso nel campo dell'elettricità e avesse nel crogiuolo il radicale dell'acido di spato di fluoro"[1].
di Giovanni Ghiselli. Telefono 051-493095. Indirizzo di posta elettronica: ghiselli.giovanni@gmail.com
Prefazione.
Perché studiare il greco e il latino, potrebbe chiederci un giovane, a che cosa servono? Alcuni rispondono:" a niente; non sono servi di nessuno; per questo sono belli"[2].
Non è questa la nostra risposta. Se è vero che le culture classiche non si asserviscono alla volgarità delle mode, infatti non passano mai di moda, è pure certo che la loro forza è impiegabile in qualsiasi campo. La conoscenza del classico potenzia la natura peculiare dell'uomo che è animale linguistico. Il greco e il latino servono all'umanità: accrescono le capacità comunicative che sono la base di ogni studio e di ogni lavoro non esclusivamente meccanico.
Chi conosce il greco e il latino sa parlare la lingua italiana più e meglio di chi non li conosce[3]. Sa anche pensare più e meglio di chi non li conosce.
Parlare male, affermava Socrate nel Fedone , non solo è una stonatura in sé, ma mette anche del male nelle anime[4].
Don Milani insegnava che "bisogna sfiorare tutte le materie un po' alla meglio per arricchire la parola. Essere dilettanti in tutto e specialisti nell'arte della parola".
Il sicuro possesso della parola è utile in tutti i campi, da quello liturgico a quello erotico : "Non formosus erat, sed erat facundus Ulixes/et tamen aequoreas torsit amore deas ", bello non era, ma era bravo a parlare Ulisse, e pure fece struggere d'amore le dee del mare, scrive Ovidio nell'Ars amatoria[5].
Sono versi non per caso citati da Kierkegaard nel Diario del seduttore. Ebbene, non si può essere veramente bravi a usare la parola, utilizzabile sempre e per molti fini, tutti sperabilmente buoni, se non si conoscono le lingue e le civiltà classiche, ossia quelle dei primi della classe. Noi vorremmo che le conoscessero tutti attraverso una scuola che fosse nello stesso tempo popolare e di alta qualità.
Il greco e il latino, come lingue e come culture, sono utili non solo a scuola e il loro impiego non è confinato nei licei e nella Accademie.
Si può pensare a una sceneggiatura cinematografica, o alla redazione di un articolo di giornale, o a una recensione, a qualunque attività insomma che richieda un impiego non banale, non scontato della parola: la civiltà classica dota chi la conosce di una miniera di topoi, frasi, metafore, immagini, idèe preziose che valorizzano il tessuto verbale è la visione d’insieme
Questo per quanto riguarda il campo dell’efficacia e della bellezza.
Ma c’è pure, e anche prima, la categoria dell’etica.
Non si può essere del tutto morali se non si conoscono a fondo i princìpi e i valori dell’etica classica. Questa non penalizza la felicità, che anzi va associata alla moralità: . Strabone (63 a. C.-23 d. C.) nella sua Geografia (redatta nei primi anni del regno di Tiberio) afferma che gli uomini imitano benissimo gli dèi quando fanno del bene, ma, si potrebbe dire anche meglio, quando sono felici (" a[meinon d j a[n levgoi ti", o{tan eujdaimonw'si", X, 3, 9).
Indice dei capitoli con gli argomenti.
1. Il metodo mitico (T. S. Eliot) è un metodo comparativo.
2. Le rovine. Maria Zambrano[6]: le rovine sono la cosa più viva della storia.
3. Elogio della tradizione e necessità della fatica. Povno~ e labor. Esiodo. Sofocle. Eracle al bivio. Orazio. Il sogno di Alessandro Magno in Arriano: vide la statua di Orfeo che sudava, e l’indovino interpretò il sogno dicendo
Alessandro avrebbe procurato fatica anche ai poeti.
Il discorso del condottiero macedone sul fiume Ifasi.
Dante e il “poema sacro”. Machiavelli e il dovere di “insudare nelle cose”. Leopardi e il prezzo di un’opera egregia (Il Parini ovvero della gloria).
4. Necessità della conoscenza della Storia.
4. 1. Lo studio della storia presenta varie possibilità di approccio: da quello politico ed economico, al sociologico, all’antropologico, allo psicologico. Rostovzev. Auerbach. S. Mazzarino. Tacito e la crisi dell’agricoltura italica. La storia degli anelli d’oro in Plinio il Vecchio e nel Satyricon.
Luperini: il legame profondo e necessario tra disciplinarità e interdisciplinarità. La necessità della conoscenza dei contenuti. La SSIS (la Mastrocola e il sottoscritto). La storia esemplare con modelli e contromodelli. Tito Livio, Tacito e la grandezza del passato rispetto alla sopravvenuta decadenza. Il filum di tradizionalismo che unisce Catone- Sallustio-Livio e Tacito. Polibio: la storia come correzione (diovrqwsi").
Le biografie di Plutarco. Posidonio (I. sec. a. C.) e Diodoro (I sec. a. C. , Biblioteca storia universale): gli storiografi quali benefattori dell’umanità. Tucidide e la maggiore grandezza del presente. Plutarco e i suoi estimatori: Montaigne, Shakespeare, Vittorio Alfieri, Foscolo, Nietzsche e la storia monumentale. Seneca (Naturales quaestiones) sconsiglia di proporre contromodelli. Machiavelli e Guicciardini. Le interpretazioni contrastive della Storia inducono il giovane a pensare. Vite composite e variopinte. Proust. Le Vite di Demetrio Poliorcete e di Antonio secondo Plutarco. Luciano e la processione della Tuvch.
Luciano[7] paragona la nostra vita a una processione in costume guidata dalla Fortuna che attribuisce le parti agli umani e spesso cambia maschere e ruoli di alcuni durante il corteo: " Pollavki" de; kai; dia; mevsh" th'" pomph'" metevbale ta; ejnivwn schvmata"[8].
Mussolini e il colonnello Aureliano Buendía di Márquez.
5. Alcuni personaggi appartengono tanto alla storia che deriva dalla poesia quanto alla letteratura che attinge alla storia, e al cinema che fa uso di entrambe.
Ulisse è un personaggio chiave della letteratura, Alessandro Magno della storia. Il cinematografo si appropria di alcuni personaggi estremi. L’uomo che volle farsi re di John Huston.
Baudelaire: Alcibiade, Catilina e Cesare quali splendidi tipi del dandismo. Andrea Sperelli di D’Annunzio è camaleontico come l’Alcibiade di Plutarco, di Cornelio Nepote, di Montaigne, e quanto il Catilina di Cicerone. Alcibiade, Catilina e Cesare sono seduttori tipici. Hanno un antecedente in Odisseo, con l’aggiunta della bellezza. Alcibiade nel Simposio di Platone, quindi in Nietzsche. Alcibiade prefigura il don Giovanni di Kierkegaard. La Penna: il ritratto paradossale mescola vizi e virtù. Catilina, Othone, Enrico V, papa Alessandro VI e altri.
6. La conoscenza dei fatti storici e di quelli letterari è indispensabile alla crescita della persona. Cicerone. C. Pavese. Leopardi e il “secolo di ragazzi”. Alcuni non diventano mai uomini: H. Hesse.
Il benessere dell'albero per le sue radici: la storia antiquaria di Nietzsche. Ancora T. S. Eliot : il senso storico, la maturità della mente, e la visione comparata di tutta la letteratura europea.
La cultura impone una visioni d’insieme: "with a feeling that the whole of the literature of Europe from Homer and within it the whole of the literature of is own country has a simultaneous existence and composes a simultaneous order"[9], con la sensazione che tutta la letteratura europea da Omero, e, all'interno di essa, tutta la letteratura del proprio paese, ha un'esistenza simultanea e compone un ordine simultaneo.
Tutti gli scrittori europei sono saliti sulle spalle di Omero poeta sovrano. L’ aforisma che Giovanni di Salysbury (XII secolo) attribuisce a Bernardo di Chartres. U. Eco: ogni parricidio elimina i padri ricorrendo ai nonni. L’Ulisse di Joyce uccide il romanzo dell’Ottocento e risale a Omero. Il parricidio di Parmenide nel Sofista di Platone. Luperini: Insegnare la letteratura oggi: “ il genere letterario costituisce il tramite naturale delle diverse esperienze nazionali”.
7. Il metodo comparativo può essere applicato agli oggetti. L’ensis del suicidio di Didone in Virgilio discende dalla spada di Aiace in Omero e in Sofocle.
Lo scudo in Archiloco, poi in Orazio e Tacito. La letteratura europea diventa organica. Il fine è il potenziamento etico ed estetico dei giovani i quali, da parte loro, ci curano l’anima.
8. Già gli antichi avevano coscienza di stare sulle spalle di Giganti del passato. Eschilo. Teocrito, Callimaco, la poesia post-filosofica, e la cultura come “vasta forma del ricordo” (Bruno Snell). Terenzio. Leopardi, Musil.
9. Nelle pagine di un autore moderno si devono leggere in filigrana altri auctores della tradizione europea. T. S. Eliot, Shakespeare Plutarco e Seneca. La difesa dell’identità e il “darsi animo” . La tematica senecana dell’orrore ripresa dal teatro elisabettiano. L’Ecerinis (del 1314) di Albertino Mussato. Ferruccio Bertini e George Uscatescu.
9. 1. Il latino e il greco come corrente sanguigna della letteratura europea. Bodei: gli assi di riferimento.
10. Massimo Cacciari: opporre la topologia alla cronologia. I classici contro le mode. Classico è quanto non passa di moda. Márai: quelli che parlano per luoghi comuni hanno sempre ragione (La donna giusta). Bruno Vespa. Goethe e Leopardi. L’artista libera il mondo dai ceppi dei luoghi comuni volgari. La metafora contro il luogo comune. La metafora come bomba atomica mentale. Pregi del linguaggio. Aristotele e Leopardi.
Nella Retorica Aristotele dà questo suggerimento : «bisogna rendere peregrino il linguaggio (dei' poie'n xevnhn th;n diavlekton), poiché gli uomini sono ammiratori delle cose lontane» (III, 1404b).
La metafora del resto possiede in massimo grado chiarezza (to; safev~), piacevolezza (to; hJduv) e stranezza (to; xenikovn), e non è possibile prenderla da altri (Retorica, III, 1405a).
Nello Zibaldone di Leopardi leggiamo: «le parole lontano, antico, e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee vaste, e indefinite, e non determinabili e confuse» (1789). E, più avanti (4426): «il poetico, in un modo o in altro modo, si trova sempre consistere nel lontano, nell'indefinito, nel vago».
Il canto corale, a più voci, entra in questa poetica del vago e dell’indefinito.
11. Che cosa sono i topoi. Curtius e Quintiliano. Aristotele e Cicerone. La topica è l’arte dei luoghi, ossia quella di reperire “argumenta quae transferri in multas causas possunt” (De inventione).
11. 1. Maurizio Bettini: Argumentum implica chiarimento (cfr. ajrgov" ) e rivelazione.
11. 2. La chiarezza è coniugata con la bellezza. La rivelazione dell’unità. Proust: l’arte è il vero giudizio finale. Le parole belle infondono gioia. Erodoto e Arione.
12. ll gioco nella paideiva comporta un gareggiare che stimoli con premi e conceda degli intervalli. Quintiliano. Fedro. Remissio e lusus però non devono significare mollis educatio. Un esempio di educazione sbagliata (quella di Cambise e Smerdi figli di Ciro il Vecchio allevati da donne e da eunuchi) nelle Leggi di Platone. Tucidide: amiamo la cultura senza mollezza. La Mastrocola. Hesse. Platone. W. Jaeger.
13. Un tovpo" funzionale all'educazione: la condanna della stupidità. “La pietà suprema sarà per i Greci l'intelligenza” (la Zambrano). “Nel nostro tempo non può scindersi l’amare dal capire” (Pasolini). T. Mann: l’intelligenza e l’indulgenza fanno parte della bontà umana. Thomas Mann
“Intelligenza e indulgenza apparivano a Giuseppe due pensieri strettamente affini, reciprocamente scambievoli e portatori perfino di un nome comune: bontà”[10].
“Questo è, infatti, il modo di comportarsi e addirittura il contrassegno dell’uomo buono, che egli si accorge con saggia reverenza del divino, il che avvicina bontà e intelligenza, anzi propriamente le fa apparire una cosa sola”[11].
Eschilo. Sofocle. Euripide- Baccanti[12]: " Essere equilibrati e venerare gli dèi /è la cosa più bella (To; swfronei'n de; kai; sevbein ta; tw'n qew'n-kavlliston"), e credo che questo sia anche il bene/più saggio per chi sa farne uso (vv.1150-1151).
Aristofane Alla fine delle Rane[13] c'è un makarismov" dell'intelligenza benefica grazie alla quale Eschilo potrà tornare sulla terra:"
Arriano e un caso di scarsa saggezza di Alessandro Magno. Lucano e la pazzia criminale del figlio di Filippo di Pella. Ungaretti. Ehrenberg. Rhetorica ad Herennium. Orazio.
13. 1. Altri topoi molto diffusi: tw/' pavqei mavqo" in ampio quadro. Tw/' pavqei kavllo~.
La condanna della tirannide, il diritto del più forte, l’imperialismo, l’ esecrazione del denaro e del potere. Seneca e Manzoni.
Il biasimo dell’ uomo privo di bisogni spirituali. Fedro, Sallustio, Platone. La bellezza con semplicità.
13. 2. Un tovpo" può avere due o più aspetti. La mutatio locorum in Orazio e in Ovidio. La religione. L’economia. L’ossimoro “guerra santa”. Euripide (Troiane e Ifigenia in Aulide). La guerra fatta di propaganda: Alessandro Magno e Dario III in Curzio Rufo. Il console Claudio Nerone prima del Metauro.
La propaganda contro la guerra: Omero, Eschilo, Visconti (film Senso), E. Fromm (Anatomia della distruttività umana), Sofocle, Empedocle, Aristofane (Acarnesi e Pace), Euripide (Troiane, Elena, Elettra, Oreste), Christa Wolf, Virgilio che talora la celebra come anche Orazio, Tibullo, Curzio Rufo.
L’età dell’oro: Esiodo, Virgilio (Eneide e Georgica I con il veternus) Ovidio (Metamorfosi, Ars amatoria e Medicamina faciei ) Lucrezio, Orazio (Epodi VII e XVI, Carmen saeculare) Leopardi: Storia del genere umano.
14. Topoi gestuali. Ostensione del ventre. Giocasta nell’Oedipus e nelle Phoenissae di Seneca.
Excursus sul matricidio: l’Agrippina di Tacito e quella dell’Octavia pseudosenecana. Il matricidio visto in modo problematico. L’orrore dell’uccisione della madre viene attenuato da Apollo e da Atena nelle Eumenidi. Nerone nei teatri recitava la parte di Oreste, il matricida giustificato. L’assoluzione di Oreste viene interpretata quale vittoria del patriarcato e, da Freud, come “progresso di civiltà”. Proust considerava l’assassinio dei genitori un delitto di dignità mitologica.
Altro topos gestuale: quello della Messalina di Giovenale.
14. 1. Altri gesti di donne. Le donne dei Germani in Tacito impediscono la fuga degli uomini in battaglia con l’ obiectus pectorum; in Plutarco (Vita di Mario) combattono e muoiono con maggior coraggio dei maschi.
Budicca in Cassio Dione (II-III secolo) .
Le Persiane di Nicolao di Damasco (64 a. C. -14 d. C) e l’esplosione femminile della sublata vestis.
Ovidio e le Sabine con le chiome sciolte (nei Fasti[14] III, 218 ss.) gennaiol 2025 8 ore 19, 13
Bologna 8 gennaio 2024 ore 19, 41 giovanni ghiselli
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[1] A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena, Tomo II, p. 772.
[2] “Erano-e l’insegnante lo faceva notare spesso-del tutto inutili apparentemente ai fini degli studi futuri e della vita, ma solo apparentemente. In realtà erano importantissimi, più importanti addirittura di certe materie principali, perché sviluppano la facoltà di ragionare e costituiscono la base di ogni pensiero chiaro, sobrio ed efficace” (H. Hesse, Sotto la ruota (del 1906), p. 24.
[3] Vittorio Alfieri nella sua Vita (composta tra il 1790 e il 1803) racconta di avere impiegato non poco tempo dell’inverno 1776-1777 traducendo dopo Orazio, Sallustio, un lavoro “più volte rifatto mutato e limato…certamente con molto mio lucro sì nell’intelligenza della lingua latina, che nella padronanza di maneggiar l’italiana” (IV, 3).
[4] Cfr. cap. 50.
[5] II, 123-124. Bello non era ma era bravo a parlare Ulisse e pure fece struggere d'amore le dee del mare.
[6] M. Zambrano, L'uomo e il divino (del 1955),p. 228.
[7] 120 ca. d. C. 180 ca.
[8] Mevnippo" h] nekuomanteiva, 16.
[9] Tradition and the Individual Talent (del 1919),
[10] T. Mann, Giuseppe in Egitto, p. 257.
[11] T. Mann, Giuseppe il nutritore, p. 62.
[12] Rappresentate postume
[13] Del 405 a. C.
[14] Un calendario in distici composto fra il 3 e l'8 d. C. quando fu interrotto, dall'esilio, al sesto libro di dodici che dovevano essere. Dovevano illustrare gli antichi miti e costumi latini.
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