Nel Satiricon 32 entra Trimalchio con indumenti rossi e due
anelli, e, per non ostentare solo queste ricchezze "dextrum nudavit lacertum armilla aurea cultum ", ornato con un
braccialetto d'oro.
Il denaro ha
annientato il diritto:"quid faciant
leges, ubi sola pecunia regnat?", cosa possono fare le leggi dove comandano
solo i quattrini? (14).
L’oro soppiantato l’arte: "noli ergo mirari, si pictura defecit, cum
omnibus dis hominibusque formosior videatur massa auri, quam quicquid Apelles
Phidiasque, Graeculi delirantes, fecerunt " (88), non devi dunque
stupirti se la pittura è morta, dato che a tutti, dèi e uomini, sembra più
attraente un mucchio d'oro di quello che fecero Apelle e Fidia, Grechetti matti
Questi arricchiti, continua Nigrino, non tanto
desiderano essere ricchi, quanto ritenuti felici per la ricchezza. Invero noi
non siamo padroni ma usufruttuari della roba. I ricchi di Roma si fanno
trasportare dagli schiavi come se fossero già sul feretro.
Seneca nel De brevitate vitae (2) scrive: "sed marcentes oscitantesque fata deprendunt ".
Alcuni sono talmente presi da occupazioni inerti (iners negotium ) che non si accorgono nemmeno se sono seduti o in
piedi: uno portato a braccia fuori dal bagno e seduto su una portantina,
domandò: "iam sedeo? "(12).
Infatti, racconta Nigrino, altri schiavi
devono ricordare ai padroni che stanno camminando.
Luciano
conclude che è rimasto colpito da Nigrino poiché nella sua natura c'è qualcosa
di congeniale alla filosofia.
Omnia mea mecum porto
"Nec non saepe laudabo sapientem illum, Biantem, ut
opinor, qui numeratur in septem; cuius quom patriam Prienam cepisset hostis
ceterique ita fugerent, ut multa de suis rebus asportarent, cum esset admonitus
a quodam, ut idem ipse faceret, 'Ego vero', inquit, 'facio; nam omnia bona mea
mecum porto." (Cicero: Paradoxa
1, 1, 8).
Biante di Piene (nella Caria) VI secolo
Omnia mea mecum sunt
Seneca
racconta che Stilpone di Megara (IV-III sec.) uscì sorridente dal fuoco che
divampava ovunque nella sua città conquistata da Demetrio. Il Poliorcete lo
vide e gli domandò num quid perdidisset.
E il filosofo che pure aveva perduto persino la moglie e i figli: “Nihil-inquit- perdidi. Omnia mea mecum sunt:
iustitia, virtus, prudentia, hoc ipsum, nihil bonum putare quod eripi posset”
(Seneca Ep. 9, 18-19)
Si può aggiungere, utilizzando l' Epistola a Meneceo di Epicuro[1],
che, tra i desideri (tw'n ejpiqumiw'n),
alcuni sono naturali (fusikaiv),
altri vani (kenaiv) e tra i naturali
alcuni sono anche necessari (ajnagkai'ai,
127); ebbene tutto ciò che è
naturale è a portata di mano:"to;
me;n fusiko;n pa'n eujpovristovn ejsti” (130) . Ciò che è vano invece è
difficile da procacciarsi: to; de; keno;n
duspovriston.
Nei classici sono
presenti problematiche e situazioni eterne, e la cultura greco-latina che
diviene un potenziamento della fuvsi",
ci aiuta a comprenderle. Cicerone nei Paradoxa Stoicorum[2]
aveva scritto più sinteticamente:"non esse emacem vectigal est"
(VI, 51) non essere consumisti è una rendita.
Cornelio Nepote, elogiando Tito Pomponio Attico, scrive: “ cum esset pecuniosus, nemo illo minus fuit
emax, minus aedificator” (De viris
illustribus, Atticus, 13), pur
essendo ricco, nessuno ebbe meno di lui la smania di comprare, né quella di
fabbricare.
“Più ricco è in terra chi meno desidera” “Meglio contentarsi
che lamentarsi”[3].
Seneca mette tra i precetti che non hanno bisogno di alcuna
dimostrazione (probatio) questa
sentenza di Catone il Censore: “emas non
quod opus est, sed quod necesse est; quod non opus est asse carum est”[4],
compra non quello che è utile, ma quello che è necessario; quello che è
inutile, è caro anche se costa un soldo.
Cleante ( filosofo stoico del III se, a. C.) a un tale che
gli chiese come potrebbe uno essere
ricco, rispose se è povero di desideri (eij tw`n ejpiqumiw`n ei[h pevnh~ (Stobeo,
Flori. 95, 28 Mein.)
Sentiamo Marziale (I sec. d. C.): “reges et dominos habere debet/qui se non habet atque concupiscit/quod
reges dominique concupiscunt” (II, 68), deve avere re e padroni chi non è
padrone di sé e brama quello che re e padroni bramano.
La gente comincia a capire quanto il “bisogno”
dell’automobile sia in contraddizione con tanti aspetti e bisogni reali della
vita umana, se non addirittura della vita del pianeta.
I padroni ora vogliono che la gente compri le cose
necessarie e pure le non necessarie, anche se ha pochi soldi. Sto seguendo un
corso di lingua anglo americana: trascrivo qui quanto leggo in un esercizio
assegnatomi per casa sulla pubblicità (advertising).
“ In other words…The methods
they use to persuade us to buy. One of the most effective techniques is to
manipulate, or control, our emotions. Advertiser call this an emotional appeal”, in altre parole… il
metodo che essi usano per persuaderci a comprare. Una delle tecniche più
efficaci sta nel manipolare o controllare le nostre emozioni. Il pubblicitario
chiama questo un richiamo emozionale.
Persone come Adriana e come me usano la cultura, l’arte, la
letteratura la poesia come richiamo emozionale.
CONTINUA
grazie Gianni
RispondiEliminaAdriana