domenica 22 luglio 2018

Twitter, CCCXXV sunto. Al ritorno dalla Grecia

Al ritorno dalla Grecia

Come nell'epoca tardo-imperiale di Roma, oggi è in vigore l'eliminazione dei migliori, in una specie di selezione naturale a rovescio.

Le classifiche sul benessere gerarchizzano tutta la vita in una prospettiva economica, in quella bassa dei miseri quattrini.
Torno da un giro ciclistico nel Peloponneso (solo 600 km). Ho visto il Pluto di Aristofane a Epidauro.
Molti Greci sono poveri anche più dei nostri poveri, eppure sono meno tristi e mortificati.

Agli heredipetae che mi voglio bene come gli avvoltoi amano i cadaveri quando li puntano per la gioia del pasto, ai cacciatori di eredità che per giunta moriranno prima di me, anzi sono già morti nell'anima, dico che morirò senza un soldo, e verrò sepolto con il denaro raccolto dagli amici conlaticia stipe humabor.

Sono a Pesaro dove vedo borghesi e proletari obesi, e tanti poveri affamati. Ci sarà presto l'assalto ai forni: nescit plebes ieiuna timere" (Lucano, Pharsalia, III, 56-58), la folla digiuna non ha paura di rivoltarsi. Ho fame soprattutto di bellezza, sono un mendicante della bellezza, ma starò dalla parte degli affamati di pane.

Certe frenesie sono molto più sagge della saggezza della gente usuale. Il Socrate di Platone vuole dimostrare, a proposito della pazzia amorosa, che tale follia concessa dagli dèi è la nostra più grande fortuna (Fedro, 245c). Io amo con apparente follia le donne lo studio il sole la bici il cinema

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