venerdì 13 aprile 2018

La figura di Sonia nel romanzo "Delitto e castigo". Parte 1

Fjodor Dostojevski

Giovedì 12 Aprile alle ore 18,00 , nella sede storica del Soms dopo una presentazione del presidente del SOMS dottor Emilio Melchiorri, che si soffermerà sul ruolo della donna all'interno della Società Operaia di Mutuo Soccorso, una delle prime forme di sindacato legato al mondo contadino e operaio, di cui l'emerito presidente è Gioachino Rossini, di cui il SOMS di Pesaro ha un autografo originale. il giornalista e critico letteraio e responsabile culturale del SOMS, introdurrà la prima conferenza dal titolo: IL RUOLO DELLA DONNA: ASPETTI RELIGIOSI NELL'OPERA DI DOSTOEVSKIJ - La figura di Sonia nel romanzo Delitto e castigo. Relatore il professor Giovanni Ghiselli e letture dell'attore Roberto Rossini.

Dostoevskij è la sola persona che mi abbia insegnato un pò di psicologia, ha scritto Nietzche. E' difficile spiegare il meccanismo che portò lo scrittore moscovita a ritrarre le donne. I suoi personaggi femminili sono tanti, diversi fra loro,affascinanti e memorabili. Tante le figure di donne, che si trovano nei romanzi di Dostoevskij, da IL GIOCATORE, I FRATELLI KARAMAZOV, LE NOTTI BIANCHE, UMILIATI ED OFFESI, L'IDIOTA e in particolare Sonia, da DELITTO E CASTIGO che verrà analizzata dal prof.Giovanni Ghiselli.



11 aprile 2018
Fëdor Dostoevkij (1821-1881)

Delitto e castigo (1866); L’idiota (1869); I fratelli Karamazov (1880)
D. ha contribuito a scoprire il principio più importante della psicologia moderna: l’ambivalenza dei sentimenti (Marmeladov gode della propria sofferenza, come pure Alexej-del Giocatore). Ci sono zone psichiche incontrollate dall’impotentia dei personaggi.
 Coesistono in Raskòlnikov criminalità e spirito di sacrificio, egoismo e generosità. Alexej, il giocatore: “Noi Russi siamo dotati di una personalità multiforme.
Svidrigàjolov è un pervertito e un benefattore, Sonja è la prostituta santa, l’idiota è un genio. Come Socrate, Criso, Seneca i suoi personaggi sono segni di contraddizione, amati e odiati.
Ci metto anche il Napoleone di Manzoni (Il 5 maggio)
Segno d’immensa invidia
E di pietà profonda
D’inestinguibil odio
E d’indomato amor) vv. 57-60)
 Cfr. Luca 2, 35: Simeone homo iste iustus et timoratus et spiritus sanctus erat in eo. aspettava di vedere il Cristo del Signore prima di morire. E quando vide puerum Iesum portato nel tempio dai genitori disse: “Nunc dimittis servum tuum Domine, secundum verbum tuum in pace” Aveva infatti visto il lumen ad rivelationem gentium, la luce che illumina le genti
Poi disse a Maria: “ecce positus est hic in ruinam et in resurrectionem multorum in Israel et in signum cui contradicetur, ut revelentur ex multis cordibus cogitationes segno cui si contraddirà perché siano svelati i pensieri da molti cuori. Anche a te, aggiunge Simone a Maria Simone, anche a te una spada trafiggerà l’anima (Luca, 2, 34-35)

I suoi personaggi sembrano sempre in attesa del giudizio universale.
“Vogliamo sfidare la sorte, darle uno schiaffo e mostrarle la lingua” (Alexej)
Regna una tensione terribile, spesso si scatena il caos. Il dionisiaco prevale sull’apollineo: la conclusione è irrazionalistica poiché la soluzione non viene dalla forza e dal rigore dell’intelletto ma piuttosto dal sacrificio della ragione, dalla vita stessa che prevale sulla dialettica.
La ratio per questi personaggi, non è, come per Seneca, naturae imitatio ma semmai una limitazione o addirittura una contraffazione della natura.
Nel 1849 D fu condannato a morte per la sua appartenenza a cerchie radicali e socialisteggianti. Poi la pena fu ridotta a 4 anni di lavori forzati. Ne uscì cambiato e divenne un difensore dell’autorità, mistico, reazionario. Eppure nella sua arte ha grande importanza la solidarietà con gli umiliati e gli offesi, una solidarietà fatta di compassione senza auspici rivoluzionari. Cfr. Giovanni Pascoli
Si sente solidale soprattutto con il proletariato intellettuale come Raskolnikov; egli stesso si definiva “cavallo da posta” poiché lavorava sempre sotto l’assillo del contratto. La gente colta dovrebbe congiungersi con il popolo ingenuo e credente. Cfr. le Baccanti di Euripide.
I suoi personaggi “eccezionali” come Myskin o Raskòlnikov sono esclusi da ogni classe sociale
“Noi non abbiamo contrasti di classe-scrisse-poiché l’anima russa è più grande dei contrasti di classe”.

La tipicità di alcuni popoli europei (il Giocatore):
I Russi sono sregolati e tendono allo sperpero
gli Inglesi sono per lo più goffi e ineleganti.
I Francesi sono commedianti, artefatti. Sono del resto capaci di forma, una forma ereditata, come un vestito. Cfr. le smorfiette e le leziosaggini di Blanche in confronto alla durezza di Polina. I Francesi avevano già la forma quando i Russi erano ancora degli orsi
I Tedeschi sono soggetti all’autorità del Vater, poi dei vari capi (cfr. la Germania di Tacito). Tendono ad accumulare denaro e a giustiziare quelli diversi da loro.

In Delittio e castigo abbiamo una rappresentazione naturalistica della città moderna: un luogo di cupa miseria con le bettole come nature morte. Eppure manca la polemica sociale. D, ha una passione maniacale per lo studio dell’anima umana: “mi chiamano psicologo-scrive- ma non è esatto; io sono realista nel senso più alto: rappresento tutte le profondità dell’anima umana”. I suoi personaggi sono pensatori maniacali, in lotta con le loro idee, come Eracle con i mostri giganti.
 La loro attività incoercibile è il pensare e il dialogare. La critica mette in rilievo la struttura drammatica dei suoi romanzi, contrapponendoli all’ampio flusso epico di quelli di Tolstoj.
Questo descrive con ritegno costumi e atteggiamenti aristocratici (cfr. la sui neglegentia di Anna Karenina), mentre D ama situazioni estreme, allucinate, caratteri esasperati, e rifugge dalla rappresentazione del normale, del quotidiano. Un sottoproletariato diverso da quello di Pasolini.
Cerca il demoniaco, l’anormale, lo spettrale, il patologico anticipando vari aspetti del decadentismo. E’ una rivolta contro la visione scientifica, contro l’illuminismo che non salva e non valorizza le differenze, contro la dialettica di Hegel cui deve succedere la vita.
Come aveva già fatto Sofocle, D smonta il logos.
Nell’epilogo di Delitto e castigo leggiamo di R in Siberia, condannato a 8 anni di lavori forzati e finalmente innamorato di Sonia dopo molte resistenze mentali e tanto rimuginare: “Quella sera non gli era possibile pensare a lungo ad una sola cosa né concentrarsi in un solo pensiero; non riusciva a ragionare su nessun problema: poteva soltanto sentire. Alla dialettica era subentrata la vita e nella sua coscienza si preparava ormai qualcosa di completamente, oscuramente diverso” (p. 620, Garzanti, 1973,
Intanto “Sonja era così felice da avere quasi paura della sua stessa felicità” (p. 621)
Quanto al “poteva soltanto sentire” di R, è una ripresa di quello che aveva detto Marmeladov ubriaco nella bettola di S Pietroburgo, quando gli dice: “Signor mio, forse tutto questo vi farà ridere, come gli altri, e io non faccio che infastidirvi con la stupidità di questi miserabili particolari della mia vita domestica; ma il fatto è che a me non fanno ridere! Poiché queste sono tutte cose che io sento” (p. 24)




CONTINUA

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