lunedì 27 novembre 2023

Ifigenia LXXVI. "Grazie davvero"

A. Feuerbach, Iphigenie (1862)
Mentre si beveva un poco di questo vino ontologico parlammo
 di D’Annunzio, in particolare del romanzo Il piacere con il protagonista che aveva sostituito il senso morale con quello estetico.
 
A un tratto Teresa mi fece una domanda che mi spiazzò: “quanto bene conosci la giovane collega che frequenti?”
“Abbastanza bene”
“Allora ti sarai accorto che è un’avventuriera”
“Può darsi, comunque mi piace molto. Da quando la frequento mi trovo visco concupiscentiae expeditus, liberato dal vischio della concupiscenza per altre donne.
“Capisco: è davvero bella. Peccato che sia cretina: se fosse anche intelligente potrebbe conquistare la terra con quell’aspetto”.
 
Questa volta la “cara collega” mi aveva offeso prima dicendo che la mia compagna era scema, poi aggiungendo che se fosse stata meno imbecille avrebbe conquistato vette molto più alte della misera duna sabbiosa costituita dal pofessorucolo di ginnasio che ero io.
 
Tuttavi risposi con civiltà: “Per quanto la conosco sinora, Ifigenia non è una cretina, anzi è una ragazza geniale. Quanto a successivi traguardi, ha tutto il tempo per raggiungerli data l’età”
“Ma quali traguardi? E’ un’oca sesquipedale! Tu sei già troppo per lei! Non è della tua levatura!”
“ A me va più che bene. Il vino era buono. Grazie davvero”.
 
Dire “grazie davvero” invece del semplice “grazie” è un segno di   irrisione o di perfetta idiozia. E’ sufficiente a marchiare l’imbroglione, il ruffiano o l’imbecille.
L’amica che era intelligente, oltre che maliziosa, replicò: “grazie davvero? Non per finta?”
“Scusa, il davvero è riferito al fatto che ora vado a dormire. Ciao Teresa. Se i fatti daranno ragione alle tue parole, te lo farò sapere. Buona notte”.
 
Mi aveva comunque turbato perché in quella ragazza c’era qualcosa che non mi convinceva, a parte i tripudi nel talamo pieni di piacere e di gioia.
Il senso estetico e quello edonistico erano più che soddisfatti ma quello etico era carente.
Data l’ora non le telefonai: non sapevo nemmeno con chi vivesse.
Sicché andai a fare due passi per le strade deserte di Viterbo, quindi tornai in camera mia a dormire da solo. E mi andava bene così.
 
Bologna 27 novembre 2023 ore 10, 55 giovanni ghiselli     
p. s.
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