Provo a dare il mio parere, non autorevole, tanto meno
autoritario. L’unica autorevolezza che rivendico è quella di avere interessato,
in due mesi, più di ventimila lettori con il mio blog. Senza avere ripeto,
nessuna autorità, né notorietà. Ma le mie parole sanno di vita ancora prima che
di libri.
Potrei dire con Marziale [1]: “ hominem
pagina nostra sapit ”(X 4, 10) la nostra pagina sa di uomo. Scrivo per comunicare, a chi
vuole imparare, quello che ho imparato e continuo a imparare, infatti :"semper homo bonus tiro est "[2], l'uomo onesto fa tirocinio per tutta la vita.
Ma adesso, è già tempo, entriamo in medias res.
Questa volta
scrivo per propugnare la salute tanto fisica quanto mentale delle persone,
siccome la condizione ottima è quella
sintetizzata dall’arcinota sentenza di Giovenale [3]: “ Mens sana in
corpore sano” ( Satira
X, 356). Credo che non sia necessario tradurla tanto si è sentita e risentita.
Eppure la salute fisica
viene colpevolmente trascurata da quanti usano continuamente l’automobile. Ci
sono quelli che danneggiano la propria salute e il proprio aspetto passando
buona parte del tempo libero seduti o in quella scatola, o davanti ai
videogiochi [4] e alla televisione; altri adoperano automobili e motociclette come armi
letali per omicidi e suicidi: migliaia di persone muoiono ogni anno uccise
dalle macchine in tanti modi. E’ una guerra sleale, tutt’altro che
cavalleresca. Gli automobilisti uccidono i pedoni senza lanciare la sfida e
metterli in guardia: li ammazzano sulle strisce, sui marciapiedi, dappertutto
Si potrebbe scrivere un trattato voluminoso sul tema Death by car, morte per automobile. Un’ecatombe tutt’altro che pia,
anzi è il punto culminante di un rito satanico. Uomini, donne e bambini muoiono
messi sotto dalle automobili, senza che gli investitori omicidi vengano puniti,
se non risibilmente; altri per una sorta di nemesi muoiono dentro le
automobili; altri si ammalano, e possono pure morire per l’inquinamento
provocato dalle automobili, ma, siccome le macchine “devono” essere vendute,
raramente si educano le persone a non farne uso, a impiegare le proprie gambe
camminando o pedalando, oppure a servirsi dei mezzi pubblici.
Dunque è sacrosanto, ossia
favorisce la salute, la bellezza e la vita il proposito del sindaco di San
Lazzaro di offrire alternative all'uso del veicolo privato. Dico di quelli a motore. Perché
invece verrà giustamente incentivato l’uso della bicicletta, attraverso la realizzazione
di piste ciclabili. Infatti, lo scrivo per esperienza, il ciclista che pedala
tra le automobili è drammaticamente e continuamente esposto a ogni possibile
sgarbo, prepotenza, violenza di molti automobilisti. Allora questa potenziale
vittima del gioco infernale deve essere protetta.
Suggerisco anche
un’opera educativa fin dalle scuole elementari: molti ragazzi non hanno idea
dei benefici che derivano al corpo, in termini di salute e pure di bellezza,
dalle passeggiate ciclistiche. E, lo ripeto, il benessere somatico è il
presupposto del buon umore, di una visione positiva della vita, ed è quindi
preparatorio rispetto a quello mentale.
Senza contare
che la ginnastica è la cosmesi migliore.
Per secoli è
invalsa la tendenza a trascurare la salute del corpo, forse come conseguenza
dell’idea di origine pitagorico-platonica del sw`ma-sh`ma[5]. Cicerone su questa linea, scrive: “mens cuiusque is est quisque,
non ea figura quae digito demonstrari potest ” (De repubblica, VI, 26), la mente di ciascuno è quel ciascuno, non
quella figura che può essere indicata con un dito.
Ora invero si dà grande credito alla bellezza
del corpo, tanto che molti vogliono modificarlo col bisturi, ma intanto si ottiene
un’avvenenza visibilmente posticcia e fasulla, poi in questo modo, il più delle
volte, si mette a repentaglio la salute.
Di questa
noncuranza della salute si lamenta Leopardi che, data la sua condizione di
valetudinario, sapeva bene che un corpo malsano costituisce un doloroso ceppo nel cammino della vita. Lo rende faticoso e
doloroso.
“La salute è
considerata generalmente dalla società come il minimo de’ beni umani, se pur se
ne è fatto conto in modo veruno. Fra le mille prove (e non parlo qui
d’individui, ma di corporazioni), osservate che non troverete mai un luogo, una
città che sia cominciata ad abitarsi, che cresca giornalmente di popolazione,
per rispetto della salubrità dell’aria”[6].
Il Recanatese
scrive queste parole nel 1828.
Ne 1759 Giuseppe
Parini compone un’Ode[7] in strofe di settenari per celebrare
l’aria pulita del lago di Pusiano[8] ed esecrare l’inquinamento e gli
inquinatori della grande città lombarda. Vale la pena di rileggerne alcuni
versi poiché sembrano scritti contro i contaminatori di sempre che trattano
l’aria e l’acqua come le discariche
“O beato
terreno-del vago Eupili mio,-ecco alfin nel tuo seno- m’accogli; e del
natio-aere mi circondi,-e il petto avido inondi! (…) Pèra[9] colui che primo-a le triste ozїose[10]-acque e al fetido limo-la mia cittade
espose,-e per lucro ebbe a vile-la salute civile (…) Io de’ miei colli
ameni-nel bel clima innocente-passerò i dì sereni-tra la beata gente-che di
fatiche onusta-è vegeta e robusta./Qui con la mente sgombra,-di pure linfe
asterso[11],-sotto ad una fresc’ombra-celebrerò col
verso-i villan vispi e sciolti-sparsi per li ricolti;/e i membri non mai
stanchi-dietro al crescente pane; e i baldanzosi fianchi[12]-de le ardite villane;-e il bel volto
giocondo-fra il bruno e il rubicondo”.
Certamente i
problemi di salubrità dell’aria nella Milano di fine Settecento erano diversi e, credo, meno gravi di questi
che riguardano noi, attuali inquilini
del pianeta.
Allora io plaudo
alle iniziative di sindaci che, come Marco Macciantelli, impiegano il loro
ufficio per ridurre l’inquinamento e le morti per auto, dando impulso all’uso
dei mezzi pubbliche, che siano affidati del resto ad autisti bravi, dotati di
senso civico, e favorendo la buona abitudine degli spostamenti in bicicletta
attraverso un’opera di educazione e una generosa offerta di piste ciclabili.
Giovanni Ghiselli g.ghiselli@tin.it
[1] 40ca- 104 d. C.
[2] E’ di nuovo Marziale X 51, 2
[3] 60-130 d. C.
[4] Anche questi sarebbero da limitare.
[6] Leopardi, Zibaldone, 4333.
[7] Rifatta nel 1791.
[8] Si trova i Brianza a una cinquantina di chilometri a
nord est Milano, sotto il monte
Cornizzolo.
[9] Muoia, cfr. pereat
latino, in Properzio I, 17, 13 per esempio. Io non arrivo a tanto per la mia
assoluta contrarietà alla pena di morte.
[10] Stagnanti.
[11] Lavato
[12] L’aria e l’acqua pulita stimolano pure l’eterno
richiamo dei sessi che viene viceversa mortificato dall’inquinamento.
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