Un verso che è un’alta espressione di
umanesimo in favore della vita. Meno male che Napolitano recentemente ha detto
che i bambini nati in Italia devono avere la cittadinanza italiana.
Ora però tutti i ragazzi, quelli nati “in
Africa, in Asia, nell’America latina, nel mezzogiorno, in montagna, nei campi,
perfino nelle grandi città, milioni di ragazzi aspettano di essere fatti
uguali”.
Lo notava Don Lorenzo Milani nella Lettera a una professoressa. E
aggiungeva: “Timidi come me, cretini come Sandro, svogliati come Gianni. Il
meglio dell’umanità” [2].
Il popolo italiano che è invitato a fare
sacrifici per la crisi economica, è contrario in maggioranza allo spreco di
vite umane, e allo sperpero di denaro, dovuto alle guerre. I soldi impiegati
male per ammazzare, e farsi ammazzare, dovrebbero essere utilizzati in favore
della vita.
Si spende denaro per gli armamenti e si
lasciano morire di fame e disperazione tante, troppe persone.
Tempo fa sentivo in televisione che in
Italia centinaia di migliaia di bambini vivono in povertà. Anche loro sono, in
un certo senso, vittime della guerra, la guerra dei mercati e della finanza
alla povera gente, alla gente povera. In Afghanistan, in Iraq, in Serbia, in
Libia gli ordigni degli aviatori mandati a bombardare dall’alto dei cieli,
hanno causato morti, mutilazioni, ferite, nel corpo e nell’anima non solo ai
ribelli, o contro ribelli armati, ma pure a povere persone del tutto inermi.
Ebbene, credo che queste sofferenze approvate dal parlamento e aborrite dalla
maggior parte del nostro popolo dove non c’è una maggioranza di delinquenti,
queste atrocità e sofferenze, soprattutto le sofferenze inflitte ai bambini,
non abbiano nessuna giustificazione.
Non l’hanno mai avuta da parte delle persone
per bene.
In
una commedia di Aristofane, gli Acarnesi,
un dramma del 425 a. C. che dichiara guerra alla guerra, c’è una scena che pur
inserita in un contesto di opera comica, fa rabbrividire: un padre, sfinito e
spinto dalla fame causata da un embargo mercantile e dalla guerra del
Peloponneso fortemente voluta dall’ “olimpio” Pericle per un malaffare di tre
prostitute (v. 529), si reca nell’agorà per vendere le sue bambine come
porcelline a probabili acquirenti avidi di carne fresca. Chiede loro: “povere
figlie dell’infelice padre, volete essere vendute o morire di fame? E le due
disgraziate rispondono; “vendute, vendute” (pepra`sqai pepra`sqai, v. 735). Si pensi al dilagare della
prostituzione al seguito dei vincitori delle guerre. Capita pure che li chiamino
liberatori delle popolazioni oppresse.
Torno sulle sofferenze dei bambini, quelli
uccisi, mutilati, resi orfani dai bombardamenti vili e feroci, e ricordo ancora
i patimenti di quelli poveri che vediamo tutti i giorni vicino a noi.
Alcuni mesi fa, ho visto e ascoltato Gino
Strada in una trasmissione televisiva.
Ora non lo lasciano più comparire. Allora
abbiamo saputo da lui, testimone oculare, cose orrende che l’informazione
ufficiale nasconde sempre con cura: che il 34 per cento dei feriti ricoverati a
Kabul erano bambini al di sotto dei 14 anni, e che la presenza dei nostri
soldati in Afghanistan ci costava due milioni di euro al giorno. Anche se la
guerra fosse davvero fatta per sconfiggere il terrorismo e salvare la pace,
come dicono alcuni, il risultato non basterebbe a giustificare le sofferenze
dei bambini.
“Se le sofferenze dei bambini sono servite a
completare la somma delle sofferenze necessarie per acquistare la verità, io
dichiaro fin d’ora che tutta la verità presa insieme non vale quel prezzo (… ) E
perciò mi affretto a restituire il biglietto d’ingresso”. Lo scrive Dostoevskij
nei Fratelli Karamazov[3].
In un filmato di Gino Strada si vedevano
immagini atroci. Ho notato espressioni di disperazione che non pensavo
possibili in visi infantili, mutilazioni che credevo non potessero toccare a
creature così piccole. Le guerre sono fatte anche di propaganda, famā bella constant, dice Alessandro
nelle Historiae
Alexandri Magni di Curzio Rufo[4].
Ebbene, le rivelazioni del medico italiano
contraddicono la propaganda ufficiale che presenta i bombardamenti come voli di
angeli portatori di pace, protettori della nostra bella e beata civiltà.
Fromm osserva che “la storia della ‘civiltà‘
dalla distruzione di Cartagine e Gerusalemme, alla distruzione di Dresda,
Hiroshima, è un documento tragico di sadismo e distruttività” [5].
Vorrei che questa storia avesse una svolta,
una conversione nel verso della difesa della vita.
In conclusione, propongo che Gino Strada, il
medico filantropo, sia nominato Presidente della Repubblica italiana.
Chiedo a chi è d’accordo tra i miei 21325
lettori di sottoscrivere questa richiesta.
Giovanni Ghiselli g.ghiselli@tin.i
Note:
Sottoscrivo
RispondiEliminaalessandro
Dopo la dichiarazione di Napolitano lascerei anche lui! Ma visto che bisogna farne uno nuovo, firmerei per Gino Strada a occhi chiusi. Resta un sogno, ma spero venga scelto comunque un presidente che usi il cervello e che soprattutto abbia forza di far valere le buone idee, che sia un educatore: sono decenni che veniamo diseducati, instradati verso l'individualismo e l'ignoranza più biechi!
RispondiEliminaMaddalena Roversi