Il fumo fa male. Fa molto male.
Non solo. Il
gusto del fumo è un cattivo gusto un dis-gusto sia dal punto di vista della
percezione somatica sia da quello estetico. Allora perché ci sono ancora tante
persone, troppe, che continuano a fumare?
Per spiegarlo, risalgo molto indietro nel tempo.
Alla fine degli anni Cinquanta, quando ero un quindicenne al ginnasio Terenzio
Mariani di Pesaro e poco o nulla sapevo, i miei compagni di scuola cominciavano
a fumare.
Io non lo facevo, poiché subivo in casa il fumo
passivo il cui odore mi aveva, appunto, disgustato fin dai primi anni di vita.
Ebbene,
quando un coetaneo mi allungò una sigaretta, spingendomi e sfidandomi almeno a
provare, dissi di no, che non ne avevo voglia. Venni deriso come poco uomo,
poco grande, poco maturo. Per giunta ero bravo a scuola, soprattutto in greco e
latino, le materie più importanti, e questo aggravò la situazione agli occhi
dei critici canzonatóri. Ero anche un
secchione. Ecco “dunque” perché non fumavo. Ma tenni duro poiché l’odore del
fumo mi dava fastidio e continuai a non fumare tra motti di scherno che
divennero anche politici quando diventarono di moda gli spinelli. Non ho mai
voluto nemmeno provarli, “dunque”, ero diventato un fascista o per lo meno un
borghese, un moderato, che all’epoca, siamo arrivati nel ’68, era una parola
brutta. Ora è stata risemantizzata in positivo, ma al tempo era un’offesa.
Che cosa voglio dire con questo? Che molti fumatori
sono diventati tali quasi senza volerlo: per seguire le pose degli altri, per
non essere considerati diversi, per non venire emarginati.
Voglio sconsigliare la mimesi dei fumatori agli
adolescenti e preadolescenti che con il volgere vorticoso delle stagioni ora
potrebbero essere miei nipoti, dicendo loro che non fumare è prima di tutto
un’affermazione di identità non gregaria, un segno di autonomia dal conformismo
del gregge. In progresso di tempo si rivela anche un ottimo investimento sulla
salute.
Oltre che a scuola, ero assai bravo nelle corse a piedi
e, ancora di più, in bicicletta.
A dieci anni battevo i ventenni in salita e capita
ancora che, sfidato a gareggiare, sulla Croara ad esempio, batta senza troppa
fatica allievi ed ex allievi. Dal bivio dell’Arci alla cima ci metto una
ventina di minuti. Quando qualcuno dei battuti prende la scusa del fatto che
fuma, gli rispondo senza esitare: “allora vai al Cottolengo, o in un altro
istituto per minorati, invece di venire a fare le corse con me”.
Quindi no al fumo, assolutamente no, nemmeno per
finta. Talora si comincia per posa o per scherzo, e si rimane avvinghiati dalle
spire dell’idra malefica.
Quando il fumare venne proibito nei locali pubblici,
io e mia sorella Margherita che, ovviamente, come me aveva subito e sofferto il fumo passivo in casa, esultammo: lo
considerammo un segno di civiltà, di rispetto della salute e della libertà di
coloro ai quali, come a noi, il fumo ripugna.
Ora il sindaco di San Lazzaro è andato più in
là: il Comune ha messo al bando le sigarette nei principali
spazi pubblici all’aperto. C’è un’ordinanza
che dal 30 marzo in poi vieta di fumare
nei parchi giochi e di buttare le cicche per strada.
Il primo cittadino, Macciantelli, ha detto:“vogliamo
innalzare l’asticella del rispetto reciproco”.
Il rispetto è parola santa che va spiegata nel suo
significato etimologico, quindi più vero[1], e
forse non ancora abbastanza chiarito.
Respicio
significa osservo: rispettare vuol dire osservare una persona senza brama di
possederla, di dominarla, di sottometterla.
Senza imporle il fiato affumicato
da drago bolso qual è il fumatore.
Il divieto di San Lazzaro ora si
estende a diversi spazi della cittadina sul Savena: i portici, i parchi, i
dehors, le pensiline, le soglie dei negozi. C’è chi è contrario, a partire dai
commercianti che temono di scapitarci.
Credo che la loro prospettiva sia
troppo ravvicinata. Mi fa pensare a quella dei pittori del primo Medioevo. Si dovrebbe guardare più avanti.
Io approvo del tutto il divieto che
però, non lo nego, può essere preso come un segno di manicheismo o di
puritanesimo.
Obietto che il Lord Protector puritano Cromwell[2] fece
chiudere i teatri durante la sua tirannide in Inghilterra, negando la parresia[3] e danneggiando la cultura, mentre Macciantelli
vuole proteggere la salute e, come ha
detto lui stesso, il rispetto. Fa bene. Mi viene in mente che nelle calde,
aulenti sere estive dei rossi maggi, quando osservavo le ragazze gentili che passeggiavano in piazza[4],
talora mentre gioivo della serata attesa per mesi nel lugubre, lungo inverno
padano, o sulla costa adriatica flagellata dall’implacabile bora, la mia beatitudine
veniva offuscata e inquinata da un soffio di vento mischiato con il fumo
emesso da narici o da bocche che espiravano quel fiato dell’Orco.
Per quanto riguarda le cicche, altrettanto giustamente
bandite, ricordo con raccapriccio quelle che, gettate ancora accese sulla spiaggia di Pesaro dove ovviamente giravo
scalzo, mi bruciavano i piedi o la schiena se mi stendevo sulla rena. Adesso,
solo vedere un portacenere con dei mozziconi pur spenti sopra un tavolo dove mi
accingo a sedere, provoca in me un moto di disgusto: non posso fare a meno di
cambiare tavolino o di spostare in altro luogo quella spazzatura infernale.
Dunque elogio senza riserve l’iniziativa del sindaco
di San Lazzaro, tanto più perché ha detto che partirà da un lavoro educativo
prima di passare a una graduale repressione.
Questo scritto è il mio contributo alla paideia,
all’educazione del popolo della cittadina sul Savena che spero costituirà un
esempio per Bologna e per altre città. Un valido paradigma di cura della
salute, di rispetto, e di buon gusto che si oppone al disgusto. Con tanta
compassione per i fumatori incalliti.
Dio li perdonerà perché non sanno il male che si
fanno.
E’ giusto del resto impedire che lo facciano ad altri,
Giovanni Ghiselli g.ghiselli@tin.it
Voglio aggiungere, in qualità di guardia ecologica, che gettare mozziconi accesi provoca parte degli incendi che devastano l'estate italiana e che gettare le cicche è comunque un illecito punibile con 600 euro di multa, perché sono altamente inquinanti si samltiscono solo dopo molti anni!
RispondiEliminaOdio il fumo ma rispetto chi fuma, tanto che condedo di farlo nel corridoio di casa mia, ovviamente in quantità moderata. Ecco, vorrei ricevere lo stesso rispetto da tanti fumatori...
Maddalena