giovedì 12 dicembre 2013

La scuola corrotta nel paese guasto, I atto

Scuola di Atene di Raffaello

La scuola corrotta nel paese guasto
Giovanni Ghiselli
@Copyright 2007 Azeta Fastpress
Distribuito da:
Libreria Bonomo di A. Zama e c. sas
Via Zamboni, 26/a – Bologna – tel. 051.22.15.10
www.libreriabonomo.com
azetafastpress@libreriabonomo.com
Stampato a cura Libreria Bonomo - Bologna
marzo 2007
In copertina:
Raffaello Sanzio urbinate, La scuola di Atene , 1509-1510,
Roma, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura.



Faccio un poco di antipubblicità: non comprate questo mio libro: uscirà a puntate su questo blog,  anche un poco migliorato rispetto alla redazione pubblicata tanti anni fa.

giovanni ghiselli


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La scuola  corrotta.
Dedicato a tutti gli studenti che ho cercato di educare
dall'ottobre del 1969 al luglio del 2006. Alla scuola media per 5
anni, in un Istituto professionale femminile per un anno, al
ginnasio e al liceo per 31 anni, e alla scuola di specializzazione
dell’Università di Bologna per sei anni. Tutto questo fino a
oggi (5 luglio del 2006).

Epigrafe
oJ de; ajnexevtasto" bivo" ouj biwto;" ajnqrwvpw/

 la vita
senza ricerca non è vivibile per l'uomo.

Atto primo.
Scena unica
Ambientato nel novembre del 1980, in un'aula di un liceo classico
diretto male. Allievi di prima liceo. Parlano due studenti. Il primo
è realista, il secondo ottimista.

Primo studente.
Gli anni scorsi abbiamo lavorato con un metodo non usuale, con
un maestro insolito, scandaloso per questa scuola. Mi chiedo
se andrà bene anche ai nuovi insegnanti un sistema di lavoro tanto
raro.

Secondo studente.
Non può non andare bene. Oltre a svolgere i programmi
ministeriali, abbiamo letto tanti libri e ne abbiamo tratto il gusto di
riflettere sui sentimenti, le idee, i diritti e i doveri degli uomini.
Abbiamo lavorato con una sensazione di gioia, di accrescimento della nostra umanità.

Primo studente.
Appunto: è una cosa sospetta per chi non l'ha mai provata.

Secondo studente.
Comunque anche da un punto di vista strettamente scolastico
siamo ben preparati.

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Primo studente
Infatti. Dobbiamo sperare che i nostri docenti ne sappiano più di
noi, altrimenti non  possono insegnarci nulla, e per giunta si
offendono.

Secondo studente.
Perché? Potranno imparare comunque qualche cosa , mentre ci insegnano
quello che sanno; se non altro il loro metodo. Non  credo che non
sappiano niente: sono uomini e donne di scuola; dovrebbero essere
anche persone di cultura. Resteranno sorpresi, ma piacevolmente,
dalle letture che abbiamo fatto.

Secondo studente.
Può essere, ma se loro non le hanno fatte, non vogliono farle e
conoscono solo i manuali, vedrai che, per rivalsa, ci accuseranno
di avere trascurato i tecnicismi delle lingue classiche.

Secondo studente.
Vuoi scherzare? Per due anni, tutti i giorni, abbiamo lavorato su
grammatiche e sintassi, con regole, eccezioni, esercizi e verifiche.
Abbiamo studiato il greco e il latino con ordine e tenacia esemplari,
affaticandoci anche.

Primo studente.
E' vero; però abbiamo pure provato il piacere della letteratura,
della storia, della filosofia con l' insegnante di lettere.

Secondo studente.
E questo non è oggettivamente un merito?

Primo studente.
Lo è per uno come il nostro ex maestro che crede nell'uomo e
mira allo sviluppo del pensiero umano; ma se i nuovi professori
sono dei frustrati, dei repressi, e hanno nel mirino la repressione nostra,
negheranno perfino la possibilità di uno studio chiarificatore che
stenebri  la mente e la liberi dai  ceppi dei luoghi comuni.

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Secondo studente.
Tu dici che possono essere tanto malati? Io spero di no.

Primo studente.
Io pure. Infatti se sono malati, renderanno malati anche noi.

Secondo studente.
Come?

Primo studente.
Come loro.

Secondo studente.
In che modo?

Primo studente.
Ci rendono diffidenti trattandoci con diffidenza, ci fanno diventare
servili gratificando chi li asseconda in maniera adulatoria e
umiliando chi li confuta con ragione. Ci rendono insicuri dei valori
estetici ed etici affermando il brutto morale con parole e atti di cattivo esempio.
Ci danno cattiva coscienza del lavoro intelligente che abbiamo svolto
in questi anni, abituandoci a un apprendimento manualistico,
meccanico e sottoposto a controlli ignobili, pieni di malafede.

Secondo studente.
Cerca di non essere prevenuto! Perché dovrebbero essere
moralmente e intellettualmente distorti?

Primo studente.
Perché tali stanno diventando i capi della nazione, e costoro li
imitano. Comunque  arriva una prof: sentiamo cosa dice.

Secondo studente.
Sì; poi facciamole delle domande.
Entra una docente di età indefinibile. Brutta assai.

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Docente
Buongiorno ragazzi. Sono la nuova insegnante di lingue classiche.
Spero che potremo lavorare insieme proficuamente, anche se il
mio metodo risulterà un attimino diverso da quello del vostro ex
professore. Vorrete sapere qual è il mio scopo: ebbene io mi
propongo di darvi una disciplina mentale attraverso il greco e il
latino. Se volete diventare professionisti rispettati, cominciate
subito a essere studenti ordinati. “Che cosa vuol dire essere
ordinati, e l'ordine che cos'è”, chiederete voi.
Ebbene, il mio ordine è questo: ognuno stia al suo posto.
Qui dentro, per esempio, io
devo insegnare, e voi dovete studiare. Studiare non è la morte di
nessuno: quando avevo la vostra età lo facevo pure io. Ogni cosa a
suo tempo, e tutto ordinatamente. Non dovete pensare “beata lei
che ha finito gli studi e ora prende lo stipendio!"; la vita è fatta di
turni: oggi a me, domani a te. Vivere corrisponde a fare
un'equazione: togli da una parte, metti dall'altra. Non lavoro, però
studio, oppure studio perché non lavoro. Avete capito? Io posso
permettermi di non studiare, io lavoro; voi no, voi dovete
affaticarvi sui libri, siccome non lavorate. Anche questo è ordine,
anzi è un ordine che vi dò subito.
Studentessa, carina e intelligente.
Allora, se ho capito bene, il dovere di studiare riguarda solo noi.
Docente.
Voi siete i discenti. Certo, per me adesso non è necessario: è un
optional come modernamente e simpaticamente si dice. Perché io
sono moderna e vi capisco! Ma io ho studiato, eccome! Io ne ho
date di soddisfazioni ai miei genitori, agli insegnanti, ai Signori
Presidi! Cercate di darne anche voi ai vostri; non c'è piacere più
grande nella vita, credetemi, che sentirsi dire "bravo!" dai
superiori!

Studentessa a studente, sottovoce
Ha un Super Io grosso come una balena: ha inghiottito la schiuma
e la feccia di tutte le autorità che ha individuato.

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Studente a studentessa
Lasciamola concludere; dopo le faremo delle domande.

Docente.
Cosa? Ah, niente.
Io non ho dimenticato il tempo in cui stavo dall'altra parte. Era
bello, era brutto? Chi può dirlo? Ora sono docente di ruolo A, ma
forse, in fondo, non sto meglio di allora. Lo so: voi a scuola ci
venite mal volentieri, vi annoiate, studiate contro voglia; vorreste
evadere sempre, e aspettate la fine delle lezioni con ansia. Ebbene,
dall'alto della mia esperienza vi garantisco che non cambia niente.
Considerate la vita della sottoscritta: la mattina deve alzarsi presto
per sistemare i bambini propri, poi viene qua a occuparsi dei figli
degli altri, quindi corre a casa per preparare il pranzo. Dopo
pranzo deve sbrigare tante faccende, riordinare, ripulire, seguire le
creature. Così si fa notte. E il giorno seguente si ricomincia da
capo.

Studentessa.
La fatica di Sisifo.

Docente
Sì, lo conosco bene. Non si finisce mai di sgobbare. Però
non dobbiamo lamentarci, bensì stimolarci con il senso del dovere.
Del resto, ditemi voi, se non siamo utili a nessuno, cosa viviamo a
fare?

Studente.
Vedo, signora, che lei è molto impegnata al servizio del suo
prossimo, di quelli a lei più vicini. Ma qui, a scuola, per noi, che
cosa intende fare?

Docente.
Oh questa è bella! Farò quello che devo: l'insegnante di latino e di
greco! Vi detterò le traduzioni e i paradigmi dei classici in
programma,  vi leggerò e commenterò le pagine più significative
dei manuali, vi suggerirò le bibliografie che voi, nel tempo libero,
potrete usare per approfondimenti e ampliamenti. Voi dovrete

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lavorare in armonia con me, senza procurarmi inquietudine.
Ordine e armonia sono sinonimi di umanesimo. Questa è appunto
una scuola umanistica, di persone per bene, dove si impara ad
essere umani con decoro.

Studentessa.
Come ci aiuterà dunque a sviluppare la forma umana che abbiamo
dentro?

Docente.
L'ho appena detto, ma lo ripeto. Questa volta però dovete capirlo.
La mia educazione funziona nel modo seguente: io tradurrò gli
autori in programma, consultando un quaderno compilato da me
stessa. Così avrete una versione precisa e definitiva,
indubbiamente più sicura che se fosse ricordata senza l'ausilio
prezioso del foglio scritto. In fondo al vademecum ci sono i
paradigmi che dovrete imparare a memoria. Con questo lavoro
meticoloso, voglio fornirvi un modello di serietà e precisione.
Sapete: al giorno d'oggi tante cose vanno a casaccio. Qui
dobbiamo lavorare con rigore scientifico.

Studentessa.
Scusi signora, ma come possiamo farci un'idea della cultura, della civiltà greca,  e dalla nostra studiando soltanto
i paradigmi e dalle traduzioni dettate?

Docente.
Cosa intendi con idea?

Studentessa.
Intendo l'elemento visivo: dagli eroi omerici che cadono come le
foglie, ma rendono onore alla propria vita con il coraggio, con
l'intelligenza, ai voli metafisici dell'anima eterna di Platone,
"simile alla potenza unita di una biga alata e di un auriga ", tutto si
vede; mentre leggo, appaiono immagini che mi inquietano, mi

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fanno pensare, mi commuovono e mi aiutano a conoscere l'essere
umano incluso in me. Via, lei mi capisce: intendo l'ijdei'n

Docente.
Certo: è l'infinito dell'aoristo di oJravw
io lo so; e tu lascia perdere,
i voli metafisici dei filosofi e altri deliri onirici  che  non sono tenuta a conoscere, e,
francamente, non mi interessano. Infatti io voglio procedere con
rigore scientifico, te l'ho già detto, per radicarvi alle cose concrete.
Te lo ripeto ancora: manuali, regole e paradigmi.

Secondo studente.
Signora, i paradigmi sono esempi senza i quali non esiste efficacia
educativa, lo so. Ma devono essere esempi di virtù, di giustizia, di
generosità, di bellezza: sono questi i modelli di cui una scuola e
una nazione hanno bisogno.

Docente.
Vi ho detto di non preoccuparvi: i paradigmi li ho imparati a
memoria tutti, o quasi; quelli che non ricordo li vado a pescare nel
quaderno dove li tengo in ordine alfabetico. Metterceli, a suo
tempo, è stata una fatica erculea, e voi dovreste apprezzarne il
valore. Questo è un esempio anche nel senso che dice lei: un
paradigma di diligenza.

Secondo studente.
Può essere; però la sua impostazione tecnicistica ignora l'aspetto
eroico, quello estetico, l'etico, l'agonistico della civiltà greca, e
chissà quanti altri che noi non conosciamo.

Docente.
Troppe cose in una volta.

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Secondo studente.
Ha ragione. Le faccio un esempio. Pensi al secondo stasimo
dell'Edipo re , quando il coro chiede a Zeus di non porre fine alla
nobile gara benefica per la città . Io sono convinto che tanti
giovani demoralizzati, privi di idee, vuoti di entusiasmo, carenti di
vita, trarrebbero incoraggiamento da un agonismo teso alla
kalokajgaqiva
La letteratura e la filosofia greca vogliono educare
al bello morale.

Docente.
Lasci perdere la filosofia, che non mi riguarda, e dimentichi  la
Competitività meschina, fautrice di invidia.

Secondo studente.
Lei non ha capito; io auspico una gara di generosità: un lavoro
politico che sia utile  e susciti entusiasmo qui nella
povli" o almeno nel nostro liceo. Lei, professoressa, può essere la nostra
guida: ha passato la vita a leggere gli autori dell'umanesimo; ci
aiuti a trovare l'idea che ogni uomo è una creatura sacra e non
deve essere avvilito dalla prepotenza di altri uomini, né violentato
o deriso  dal potere. Se non raggiungiamo questa coscienza, per
quale motivo dovremmo alzarci la mattina?

Docente.
Io mi alzo per sistemare i bambini, lei per venire qua a fare il suo
dovere. Ma non sembra che ne abbia una gran voglia. Il suo è un
discorso superbo e contorto. Lei ha perduto di vista la modestia e
la semplicità che insieme costituiscono la pura naturalezza.

Secondo studente.
Ma si guardi intorno signora professoressa! Dov'è la naturalezza?
Non vede che i giovani si drogano, si ubriacano, si stordiscono
poiché non sanno trovare né Dio né l'uomo dentro se stessi? E
siccome rimangono al livello animale della loro esistenza, si

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rendono simili alle bestie chine a terra e schiave del ventre.
Raccolga questo mio appello: ci aiuti a trovare una natura meno
guasta di questa che ci assale da tutte le parti: la città è piena di
siringhe, di facce livide, di gente scoraggiata, devitalizzata. I drogati mi ricordano il gregge
di Ades custodito da Cerbero.

Docente.
Mi pare di avere già sentito questi discorsi.

Secondo studente.
E' vero, il mio discorso sa di libri più che di uomini e di esperienze;
ma se non avessi fatto delle letture buone, non avrei armi con le
quali difendermi dalla volgarità e dalla violenza. Due anni fa
questa classe ha iniziato uno studio appassionante sui testi classici
della cultura europea: la ricerca della nobiltà della stirpe umana:
una razza che sa guardare il cielo con gioia, sa spregiare i miseri
quattrini, sa apprezzare  il bello con semplicità, sa dire sì alla vita. Continuare tale
lavoro per me, per molti, è un'esigenza profonda. Ci dia una mano.
Dio gliene renderà merito.

Docente.
Per le vostre ricerche è aperta la biblioteca tutti i giorni, dalle
dodici alle tredici meno cinque; andate là con la mia bibliografia,
compilate una scheda, prendete un libro in prestito, portatelo a
casa, studiatelo e provatene orgoglio, se vi sembra giusto. Entro un
mese però dovete restituirlo, altrimenti vi mandiamo i carabinieri a
casa. Così vi abituate a fruire delle biblioteche consapevolmente e
responsabilmente.

Secondo Studente.
Signora, alla nostra età abbiamo bisogno di una guida.

Docente.
Appunto: vi do la bibliografia che i miei professori, gli emeriti, mi
diedero all'Università.

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Secondo studente.
Non basta: è necessario l'adulto esperto della materia che dia la
visione generale, che riunisca in sinossi le  conoscenze
frammentarie, che metta ordine nell'apprendimento di un giovane
cui mancano le categorie mentali dove collocare ordinatamente le
nozioni.

Docente.
Ma che cosa vuol dire? Lei pecca di astrattezza. Io di fatto posso
leggere in classe le pagine più chiare dei manuali e indicarvi le
parti da sottolineare. Ma crede davvero di risolvere le sue
difficoltà in questa sede con lo studio del greco e del latino? Il
problema  è quello di riuscire a svolgere i programmi ministeriali
nel breve tempo a nostra disposizione: io devo dettare le
traduzioni e voi dovete impararle con i paradigmi. Questo non è
un lavoro meccanico: ha una sua filosofia. Quando studiate a
memoria con umiltà e con onestà le forme cardinali della lingua e
le pagine dense, sapide dei manuali, vi abituate a una disciplina
essenziale per il successo nella vita: imparate a ubbidire senza
discutere e senza almanaccare tanto. I ragazzi si drogano perché
non hanno certezze; io qua ve le do: paradigmi e obbedienza ai
superiori. Vita nobile, di razza, significa vita gerarchicamente
ordinata, dove l'inferiore si sottomette, com'è naturale, a chi
detiene il potere. Considerate il microcosmo del nostro istituto: qui
non c'è confusione da quando è arrivato il superiore attuale. Cosa
ha fatto? Semplice: ha irreggimentato gli studenti, e ora le lezioni
sono seguite. Voi prima non c'eravate, ma io c'ero, e voglio
informarvi. Pensate: con la precedente gestione i ragazzi
rumoreggiavano nei corridoi per tutto il tempo, o uscivano
addirittura dalle porte aperte dell'istituto !
Tranne quando avevano in classe uno di quegli insegnanti
sovversivi che, atteggiandosi a divi, si esibiscono per tre ore al
giorno, spiattellano idee cariche di malizia e, con la scusa di
interpretare i testi, attribuiscono al defunto Sofocle, per esempio,
le loro convinzioni malsane, onde plagiare i giovani e indurli alla
disobbedienza. Il Signor Preside, assai giustamente, ha eliminato o
degradato questi falsi profeti ed ha premiato me, onorandomi con
una promozione. Contemporaneamente ha sprangato i cancelli:

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così gli studenti rimangono bloccati nelle aule, o per lo meno
nell'edificio, e imparano che un professore è comunque degno di
ascolto, se non altro perché è un superiore. Il vostro ex insegnante
era uno di quei sobillatori ascoltati nei tempi bui, ed è stato punito, retrocesso dal liceo al ginnasio. Ricordo che una terza liceo sciperò e rumoreggiò a lungo per conservare quel docente sovversivo che inoculava lo spirito critico a quei poveri adolescenti, ma il Signor Preside tenne duro e lo emarginò.
Ha chiamato anche due ispettori. Il primo scrisse che Ghiselli era uno dei migliori insegnanti d’Italia. Ma noi potemmo annullare quel giudizio sbagliato perché lo stesso Ghiselli stupidamente, aveva detto che quell’ispettore era stato il suo professore di italiano e latino al liceo Mariani di Pesaro. Così arrivò, senza che lui lo sapesse il secondo. Ghiselli purtroppo è riuscito a ingannare, a sedurre anche questo e non abbiamo potuto cacciarlo.  Ma siamo riusciti a tenerlo al ginnasio, tra i bambini, dove ha minori possibilità di fare del male. 

Primo studente.
 Noi l'abbiamo ascoltato con interesse e abbiamo imparato tanto, a partire proprio dallo spirito critico, e siamo in grado di dare giudizi, krivnein,
 con la nostra testa, ciascuno con la sua. Insomma, siamo kritikoiv.

Docente.
Io sono stata promossa dal ginnasio al liceo, perché non ho mai
fatto concessioni alla demagogia. Una volta perfino i ginnasiali
osavano non ascoltare o perfino sciamare via. Ma io continuavo a
leggere grammatiche e manuali, anche se in classe restava un
ragazzino solo che a sua volta leggeva il giornale. E leggerò ora, a
maggior ragione, con l'aula piena. Infatti non vi serve studiare il
significato di Ulisse nella letteratura occidentale, come pretendono
certi fanfaroni capaci di legare Omero non solo a Dante, ma a
Joyce, se non conoscete i nomi dei genitori  di Eschilo, e il
perfetto di tutti i verbi, compreso lambavnw
Tuttavia la "nobile
gara", sbandierata da quel ciarlatano, ci sarà, non dubiti: chi ricorderà il
maggior numero di paradigmi avrà il voto più alto. Non c'è modo
migliore di ripristinare l'agonismo dei Greci.

Studentessa.
I suoi colleghi "educano" alla maniera sua?

Docenti.
I migliori insegnano come me, però sono più fiscali nella
valutazione e nella sorveglianza degli scritti.

Studentessa.
Fiscali riguardo a che cosa, se non insegnano niente?

Docente.
Come si permette?

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Studentessa.
Mi scusi. Fiscali in che modo?

Docente.
Quando vi interrogano, vogliono che voi ricordiate quanto
ricordano loro: infatti una è la verità, uno il sapere. Quando fanno
la sorveglianza si aspettano un comportamento sleale, data la
malizia connaturata agli adolescenti. Voi dovrete convincerli della
vostra schiettezza con un comportamento irreprensibile:
assecondandoli sempre.

Suona la campanella.
Allora ci siamo intesi. Noi dobbiamo ricominciare la letteratura
greca che è stata assassinata con il parlare di Joyce e di Nietzsche, i cattivi maestri del vostro cattivo ex maestro.
Per domani studiate il manuale da pagina uno a pagina cinque: la
vita di Omero.

Primo Coro.
La classe.
Ho passato due anni a studiare
la cultura europea,
con tensione di tutte le forze
per centrare l'idea della vita morale.
Ho tenuto la mira sulla bellezza ,
e ho imparato a pensare
cosa valgano il coraggio, l'onore, l'ingegno
dell'omerico eroe;
la giustizia del mondo eschileo;
la pietà religiosa di Sofocle che santifica l'uomo;
e, di Euripide, la compassione dal dolce pianto,
la mente che rende malato l'eroe,
la madre furente;
la Pianura della realtà cui anela Platone;
la buona mente e il furore di Seneca,
la satira dell'Arbiter cesellatore dei vizi ,

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la sofferenza di Dostoevskij impregnata di idea,
il potenziamento dell'uomo di Nietzsche;
l'almanaccare ozioso di Svevo,
il borghese e l'artista di Mann,
l'angoscia contagiosa di Kafka,
la donna pensante di Ibsen,
l'inconscio e il pansessualismo inquietante di Freud,
la terra di Eliot in attesa di pioggia divina,
i salotti mondani di Proust che vuole sbucciare le cose,
i topi di Joyce affogati in barili di birra irlandese.
Ma adesso quel tempo è lontano.
E' arrivato il momento
di fissare all'orecchio
la parola ordinaria del manuale
e il paradigma fugace.
Che i miei studi passati sian vani comunque
giudizio verace non è.
Ho imparato che l'Uomo
destinato al dolore e alla morte,
effimero come le foglie,
con potenza di mente e purezza di cuore
può forzare il destino a portarlo di là.
Al di là del dolore, al di là della morte,
resta il bene che fai,
l'amore che dai,
la giustizia che rendi,
il bello che crei,
il vero che cerchi,
e la nobile stirpe dell'Uomo
che sempre procede,
e se cade talora o declina,
risorge con nuovo vigore
come foglia nella selva fiorita al tempo di primavera.

Il bene cos'è?

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E' capire la parte profonda della nostra persona,
è sconfiggere mostri paurosi generati da antichi dolori,
per attingere il massimo oggetto di scienza:
che nell'umana creatura c'è Dio.
Amore cos'è?
Un assillo che spinge a creare nel Bello.
Giustizia cos'è?
E' luce serena che rischiara ogni vivere onesto,
è fiamma vitale che scalda lo sguardo profondo del buono,
è il lampo sinistro che svela la colpa
dello stolto violento, dell'ipocrita triste,
e infine, tremendo, li abbatte.
Il bello cos'è?
E' ricchezza interiore che dagli occhi si irradia su tutto l'aspetto
e diviene armonia delle membra, alto stile di vita.
Il vero cos'è?
E' oggetto di indagine eterna:
senza esame non è degna di essere vissuta
la vita dell'uomo.

giovanni ghiselli

Oggi, 11 dicembre 2013, il mio blog, aperto nel febbraio del 2013, è arrivato a 121701  lettori
 

1 commento:

il link per seguire da lontano la mia prossima conferenza nella biblioteca Ginzburg di Bologna.

questo è il link per seguire online:  https://meet.google. com/dtq-ssvm-ewv?authuser=0 link della pagina del sito della biblioteca:  https:/...