domenica 5 gennaio 2025

Ifigenia 191 e 192. La scuola corrotta.


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Ifigenia 191 La scuola corrotta . Conclusione del prologo

 

Docente.

Io sono stata promossa dal ginnasio al liceo, perché non ho mai

fatto concessioni alla demagogia. Una volta, con il vecchio preside ora pensionato, perfino i ginnasiali

osavano non ascoltare o addirittura sciamare via. Ma io continuavo a

leggere grammatiche e manuali, anche se in classe restava un

ragazzino solo che a sua volta leggeva il giornale. E proseguirò con il mio metodo a

maggior ragione, con l'aula piena. Infatti non vi serve studiare il

significato di Ulisse nella letteratura occidentale, come pretendono

certi fanfaroni capaci di collegare Omero non solo a Leopardi, ma pure a

Joyce, mentre non si curano del  fatto  gli allievi conoscano il

perfetto di tutti i verbi, compreso

lambavnw 8

Tuttavia una nobile

gara non verrà meno e anzi  diventerà una cosa seria, non dubiti: chi ricorderà il

maggior numero di paradigmi avrà il voto più alto. Non c'è modo

migliore di ripristinare l'agonismo dei Greci.

 

Studentessa.

I suoi colleghi "educano" alla maniera sua?

 

Docenti.

I migliori insegnano come me, però sono più fiscali nella

valutazione e nella sorveglianza degli scritti.

 

Nota

8

Verbo tra i più comuni. Significa “prendo”. Al perfetto fa ei[lhfa.


 

 

14

Studentessa.

Siete  fiscali in che modo?

 

Docente.

Quando vi interroghiamo, vogliamo vedere se ricordate quanto

ricordiamo noi e vi abbiamo insegnato: infatti una è la verità, uno il sapere. Quando facciamo

la sorveglianza stiamo molto attenti, data la sregolatezza

 connaturata negli adolescenti. Voi dovrete convincermi della

vostra presenza collaborativa con un comportamento irreprensibile.

 

 

Suona la campanella.

Allora ci siamo intesi. Noi dobbiamo ricominciare la letteratura

greca che è stata assassinata con l’intrusione di Nietzsche, di Hegel, di Heidegger e altri che non c’entrano niente: i cattivi maestri del vostro cattivo ex maestro.

Per domani studiate il manuale da pagina uno a pagina cinque: la

vita di Omero. Exit

 

 

 

Ifigenia 192 La scuola corrotta. Parodo

 

La classe.

Ho passato due anni a studiare

la cultura europea,

con tensione di tutte le forze

per centrare l'idea della bellezza morale

Ho tenuto lo sguardo sulla kalokajgaqiva,

e ho imparato a pensare

cosa valgano il coraggio, l'onore, l'ingegno

dell'omerico eroe;

la giustizia di Eschilo;

la pietà religiosa di Sofocle che indaga sull’anima umana;

e, di Euripide, la compassione dal dolce pianto,

la mente che rende malato l'eroe,

la madre furente;

la Pianura della realtà cui anela Platone;

la buona mente e il furore di Seneca,

il romanzo dell'Arbiter 9 che raffigura i vizi con lingua da orafo,

 

Nota

9

 

Si tratta di Petronio e del Satyricon.


 

 

 

la sofferenza di Dostoevskij impregnata di idea,

il potenziamento dell'uomo di Nietzsche;

l'almanaccare di Svevo,

il borghese e l'artista di Mann,

l'angoscia contagiosa di Kafka,

la donna pensante di Ibsen,

l'inconscio e il pansessualismo inquietante di Freud,

la terra di Eliot in attesa di pioggia dal cielo,

i salotti mondani di Proust che vuole sbucciare le cose,

i topi di Joyce affogati in barili di birra.

 

Ma adesso quel tempo è lontano.

E' arrivato il momento

di fissare all'orecchio

la parola ordinaria del manuale

e il paradigma fugace.

 

Che i miei studi passati sian vani

giudizio verace non è.

Ho imparato che l'Uomo

destinato al dolore e  alla morte,

effimero come le foglie,

con potenza di mente e purezza di cuore

può forzare il destino a portarlo di là.

Al di là del dolore, al di là della morte,

resta il bene che fai,

l'amore che dai,

la giustizia che rendi,

il bello che crei,

il vero che cerchi,

e la nobile stirpe dell'Uomo

che sempre procede,

e se cade talora o declina,

risorge con nuovo vigore

come foglia nella selva fiorita al tempo di primavera.

 


Il bene cos’ è?

 

 

E' capire la parte profonda della nostra persona,

è sconfiggere mostri paurosi generati da antichi dolori,

per attingere il massimo oggetto di scienza:

che nell'umana creatura c'è Dio.

Amore cos'è?

Un assillo che spinge a creare nel Bello.

Giustizia cos'è?

E' luce serena che rischiara ogni vivere onesto,

è fiamma vitale che scalda lo sguardo profondo del buono,

è il lampo sinistro che svela la colpa

dello stolto violento, dell'ipocrita triste,

e infine, tremendo, li abbatte.

Il bello cos'è?

E' ricchezza interiore che dagli occhi si irradia su tutto l'aspetto

e diviene armonia delle membra, alto stile di vita.

Il vero cos'è?

E' oggetto di indagine eterna:

senza esame non è degna di essere vissuta

la vita dell'uomo.

 

Bologna  5 gennaio ottobre 2024 ore 11, 50 giovanni ghiselli

p. s.

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