Venerdì 14 novembre, dalle 19, presenterò questo libro nell’Hotel Alexander un tempio della cultura di Pesaro, il nostro Museo neoalessandrino.
F. Marcucci Pinoli di Valfesina: DIALOGHI TRA E CON LE PAROLE –EDIZIONI GIUSEPPE LATERZA , Bari, 2022.
Il nono capitolo paragona le parole PARALOGISMO e SOFISMA
“La prima parola è un sostantivo che raffigura un ragionamento che deriva da una imperfezione insita nel procedimento logico e quindi erroneo, fallace. Mentre la seconda rappresenta proprio il SOFISMA, cioè l’errore nell’argomentazione che è intenzionale”.
Molto chiaro è l’esempio che posso trarre dalle Baccanti di Euripide su questa seconda parola.
Nel secondo episodio della tragedia, Penteo il re di Tebe si oppone a Dioniso arrivato nella città dov’è nato per introdurvi dei baccanali corrotti secondo la supposizione malevola e maliziosa del sovrano che dice al dio suo cugino: “Tu devi pagare il fio dei tuoi espedienti malvagi –divkhn se dou`nai dei` sofismavtwn kakw`n- (Baccanti 389), espedienti in greco è sofísmata.
Dunque “SOFISMA esprime chiaramente la malafede” (p. 35)
Aristotele nella Poetica evidenzia quattro tipi di riconoscimento nelle tragedie : il quarto avviene ejk sullogismou' (1455a, 4 ), attraverso un sillogismo , come nelle Coefore di Eschilo, dove Elettra deduce che il fratello Oreste è arrivato, con un ragionamento fatto dopo avere trovato sulla tomba del padre "un ricciolo tagliato" (oJrw' tomai'on tovnde bovstrucon tavfw/, Coefore, v.168), una ciocca di capelli simili ai propri: qualcuno che mi assomiglia è stato qui, ma solo Oreste mi somiglia, dunque quello era Oreste. Quindi Elettra trova un secondo indizio: tracce di piedi simili alle sue:” kai; mh;n stivboi ge, deuvteron tekmhvrion,-podw'n, oJmoi'oi, toi'~ t j ejmoi'sin” ( Coefore, vv.205-206).
Non è queto il riconoscimento ottimo, ma quello che deriva dagli stessi fatti (pasw'n de; beltivsth ajnagnwvrisi~ hJ ejx aujtw'n tw'n pragmavtwn1455a, 16), come nell’Edipo re di Sofocle e nell’Ifigenia in Tauride poiché era verosimile voler mandare una lettera da parte della giovane lontana dalla patria e dalla famiglia (eijko;~ ga;r bouvlesqai ejpiqei'nai gravmmata, 1455a, 19 ).
Questo riconoscimento delle Coefore viene comunque presentato dal personaggio Elettra di Eschilo e riconosciuto da Aristotele come un sillogismo, mentre viene criticato duramente quale sillogismo che non funziona perciò quale paralogismov~, falso ragionamento da Euripide nella tragedia Elettra [1] dove la stessa figlia di Agamennone polemizza con tale presunto sillogismo riproposto dal vecchio che l’ha allevata, in quanto, dice, i capelli di Oreste non possono essere simili ai miei, siccome egli è un uomo cresciuto nelle palestre; io invece sono una donna che usa il pettine; del resto molti hanno riccioli simili senza essere parenti
( Elettra , vv.527-531). Anche il ragionamento sulle orme dei piedi viene considerato falso da Elettra.
Ma torniamo al Nostro autore che ricorda la sua esperienza di avvocato penalista, una professione esercitata per 14 anni durante i quali ha visto imputati che si proclamavano non colpevoli in buona fede, ossia consci della propria innocenza, e altri che si professavano innocenti pur sapendo di non esserlo.
Questa è la conclusione: “Ebbene, ora lascio a Voi decidere e dire quale dei due sia nel campo del PARALOGISMO e quale invece del SOFISMA. (Coraggio!)”
Dovreste andare sul sicuro, cari lettori, dopo avere sentito tali maestri. “Sì ch’ io fui quinto tra cotanto senno”
Bologna 6 ottobre 2025 ore 18, 46 giovanni ghiselli
p. s
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