Argomenti
Raskolnikov
e il giudice istruttore. Il relativismo inquisitorio
Luzin
e il radical-nichilista
Andrej
Il
giorno dopo R va in commissariato e chiede di Porfirij Petrovic che
detestava
L’inquisitore
lo fa entrare nel suo ufficio chiamandolo carissimo e bátjuška
tout court.
R
nota che P gli ha teso entrambe le mani ma non ne ha stretta nemmeno
una. R era diffidente.
P
si muoveva su e giù, e la sua piccola figura pienotta e tondeggiante
sembrava una palla che rotolasse in tutte le direzioni.
P
provoca R che risponde sfidandolo: “c’è una prassi
giudiziaria di cui si avvalgono gli inquirenti: consiste nel partire
da lontano, da inezie o comunque da cose estranèe allo scopo per
distrarre l’interrogato e addormentarne la vigilanza per poi
colpirlo alla nuca con la domanda più pericolosa”.
Si
misero a ridere entrambi. Poi R si accigliò e chiese di essere
interrogato nelle forme debite, aveva da fare, doveva andare a casa
dei Marmeladov.
P
gli dice: “io vi ricevo come ospite”. Disse pure che le persone
intelligenti di medio livello sociale quando si incontrano non sanno
come comunicare, mentre le signore e le persone di mondo hanno sempre
argomenti ci conversazione c’est de rigueur.
Aggiunge
che deve muoversi perché sta molto seduto e ha l’emorroidi. Dovrei
fare ginnastica. Il lavoro del giudice istruttore è una libera
creazione artistica. Niente formalità dunque: esse ci
sono poste di intralcio. Non si può impiegare lo stesso metodo per
tutti poiché le persone sono diversissime tra loro.
Relativismo
inquisitorio. Cfr. quello di erodoto
Se
metto uno in prigione, lo tranquillizzo perché gli do una posizione
ben definita, lo incasello, così questo si rinchiude nel suo guscio
e mi sfugge. Il caso generale del resto non esiste affatto. Io
non arresto il sospettato: lo lascio in uno stato di sospetto e paura
finché perde la testa e si presenta lui stesso. Può succedere
con il contadinotto balordo ma anche con l’uomo intelligente ed
evoluto. Il sospettato non scappa. All’estero vanno solo i
polacchi, nei punti remoti del paese ci sono i contadini veri, russi
fino in fondo e l’uomo evoluto preferisce la prigione a
quell’ambiente. Il sospettato non mi sfuggirà
psicologicamente. Mi girerà intorno come una farfalla intorno a una
candela . Mi girerà intorno in cerchi sempre più
stretti finché mi volerà diritto in bocca e io
l’inghiottirò (come Edipo intorno all’oracolo di Delfi, a Tebe,
al padre e alla madre).
Cfr.
la donna che ha delle esigenze spirituali: si aggira
attorno alle parole intelligenti dell’uomo che la corteggia come la
farfalla attorno alla candela.
Finché
bruciano entrambi fondendosi nel fuoco di Eros.
R
pensa che P voglia spaventarlo, spingerlo a tradirsi ma che bluffi
poiché non ha nessuna prova. Ora il gioco è scoperto,
P
dice altre amenità mescolate con idee serie: la natura e la realtà
a volte tagliano le gambe al calcolo più sagace. Il giovane
intelligente magari mentre è interrogato sviene: ha mentito
meravigliosamente ma non ha tenuto conto della natura, oppure
impallidisce in maniera fin troppo naturale e fa crescere il
sospetto. La natura è uno specchio, uno specchio e dei più
trasparenti. Ma perché siete impallidito? Vi manca l’aria?
R
scoppia a ridere poi dice: ho capito che mi sospettate, se volete
procedete e arrestatemi ma smettete di tormentarmi.
P
parla ancora finché R grida: “non fate che mentire! Sapete
benissimo che la scappatoia migliore per un criminale è non
nascondere ciò che non si può nascondere”. Quindi gli chiede di
smettere di giocare con lui.
P.
dice: io vi ho invitato da amico!
E R.¨
“non voglio la vostra amicizia, ci sputo sopra! Tu continui a
mentire, maledetto pulcinella che non sei altro! Tu menti e mi
esasperi perché io mi tradisca”.
P:
“più di così non potete tradirvi e calmatevi, se no chiamo
gente!”.
R: hai
solo dei sospetti e conoscendo il mio carattere hai voluto privarmi
di ogni controllo per farmi piombare addosso preti e deputati
Poi
l’inaspettato: si presenta Nikolaj l’imbianchino vestito come
uomo di popolo. Si mette in ginocchio e dice di essere lui
l’assassino.
Quindi
entra l’artigiano accusatorio che P aveva nascosto dietro la porta.
Gli chiede perdono per la sua denuncia.
R
pensa: è tutto a doppio taglio
Il
nero serpe dell’amor proprio ferito aveva succhiato il cuore di
Luzin per tutta la notte. Luzin temeva i progressisti
nichilisti. Si chiedeva quanta forza avessero, se potessero favorirlo
nella carriera o danneggiarlo con denunce. Aveva come
coinquilino Andrèj Semënovič che serviva il progresso e
le giovani generazioni. Era un aborto malaticcio e un tipo bizzarro
che aveva studiato male un po’ di tutto uno di quelli che si
accodano sempre all’idea più di moda, poi la rovinano rendendola
ridicola. Voleva organizzare una comune. Inoltre è per la parità
tra l’uomo e la donna. Menziona donne che hanno lasciato il marito
e sono entrate nella comune. Una, la Terèbëva, aveva già contratto
la seconda unione libera.
Di
Sonja, Andrei dice che ha preso la posizione più normale per
una donna. Ha disposto come ha voluto del suo capitale. La sua è
stata una protesta energica contro l’ordinamento sociale. Nella
comune non c’è prostituzione però. L’ambiente è tutto, e
l’uomo per se stesso è nulla. Vorrebbe far entrare Sonja nella
comune. Intanto dice, continuo a farla sviluppare intellettualmente:
ha una magnifica natura.
Nomina
Belinskij (1810 - 1848) un critico di prestigio che piaceva alla
gioventù radicale. Dost vuole ridicolizzare l’estremismo
infantile dei radical nichilisti
Continua
Andrej: noi cerchiamo la libertà della donna. Ma rispetta Sonja:
aspetta e spera e basta. Voi, dice a Luzin, non considerate un essere
umano da un punto di vista umano. Sonja ha capito che l’uomo
offende la donna se le bacia la mano poiché è un segno di
disuguaglianza. Svuotare i pozzi neri è un’attività
superiore a quella di un Raffaello o di un Puškin, siccome è più
utile. E’ nobile tutto ciò che è utile all’umanità. Luzin
chiede all’amico di chiamare Sonja. Poi le offre 10 rubli. Andrej
che era rimasto nella stanza lo elogia sebbene non approvi la
beneficenza privata che non elimina il male, anzi lo aggrava.
Quindi
si rallegra per il matrimonio andato a monte: che ve ne fate di
questa legalità del matrimonio?
Luzin
dice che non vuole nelle libere unioni portare le corna e tirar su
bambini altrui
Andrej
replica che nelle unioni libere le corna non ci saranno affatto. Le
corna sono la conseguenza naturale del matrimonio legale, anzi un suo
correttivo, una protesta.
Se
dovessi sposarmi, ammettiamolo per assurdo, approverei l’adulterio
di mia moglie che è stata capace di protestare.
L’inganno
nel matrimonio è solo l’iniqua conseguenza di un fatto iniquo.
Nella libera unione la vostra compagna che va con un altro vi
dimostra di stimarvi ritenendovi incapace di opporvi alla sua
felicità. Io porterei un amante da mia moglie se lei tardasse a
trovarlo (424).
giovanni
ghiselli
Nessun commento:
Posta un commento