mercoledì 15 luglio 2020

La rabbia popolare prevista da molti. Tiberio Gracco

E’ facile prevedere la rabbia popolare: molti perdono il lavoro e si impoveriscono. Non pochi già poveri cadono nella miseria. Questo deriva  in gran parte dal virus, ma “illustri scienziati” continuano a minimizzarlo e tanti imbonitori ostentano sorridente ottimismo.
Di fatto il virus è una brutta bestia ancora in agguato.
Ma c’è un altro detonatore dell’ira del popolo: un operaio può essere licenziato facilmente e gratuitamente per una sua scorrettezza; quelli per la cui incuria sono morte 43 persone ed è rimasta isolata,  paralizzata una città operosa, dalla loro sostituzione in seguito a questa “sbadataggine” che ha provocato una strage  dovrebbero ricavare decine di miliardi . Spero che la rabbia del popolo venga prevenuta com misure pacifiche piuttosto che repressa con altre morti di altra povera gente fatta di repressi e di repressori
giovanni ghiselli

p. s. Appendice
Aggiungo due righe di Plutarco (50-120 circa) su Tiberio Gracco che aveva denunciato l’oppressione degli Italici poveri.
“Quando parlava diceva che le bestie hanno una tana, mentre chi combatte per l’Italia ha solo l’aria. Eppure i comandanti chiedono loro di combattere per il  focolare e per le tombe degli avi. Di fatto combattono per difendere il lusso altrui. Vengono chiamati padroni del mondo e non hanno nemmeno una zolla di terra (Vita di Tiberio, 9).
I territori conquistati venivano occupati dai ricchi e fatti lavorare dagli schiavi.
Questo tribuno della plebe cercò di porre rimedio a tale squilibrio immorale e pericoloso ma, come sapete bene, nel 133 a. C. venne ammazzato dalla reazione degli oligarchi. Seguiranno 100 e più anni di guerre civili.

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