Dopo la battaglia di Farsalo,
Giulio Cesare visita i luoghi dove sono sepolti i primi due eroi greci della
guerra di Troia: il litorale Sigeo-sulla costa egea davanti a Troia- con il sepolcro di Achille, poi le acque del Simoenta, quindi il promontorio Reteo (nell’Ellesponto) con la tomba di
Aiace.
Cesare -famae
mirator- ammira la fama di quei luoghi, e si rivolge alle ombre che devono
molto ai poeti multum debentes vatibus umbras (Lucano, Pharsalia, IX, 963). Infine Circumit exustae nomen memorabile Troiae (964) , fa il giro intorno alla
rinomanza memorabile di Troia bruciata.
Lo facemmo quando arrivammo a
Ilio in bicicletta Fulvio, Maddalena, Alessandro, gli amici più cari, e io. Fulvio
recitò a memoria tutto il carme dei Sepolcri
di Foscolo. Ne piangemmo alla luce del sole che tramontava nell'Egeo, dietro l'isola di Tenedo.
Ecco perché mi ha tanto
colpito questo pellegrinaggio fatto da Cesare mentre cercava Pompeo in fuga.
Credo altresì che quanto scrivo delle mie
donne, dei miei amici e pure dei nemici, miei e del genere umano, li renderà,
con il volgere delle stagioni[1],
famosi o malfamati, più delle gesta compiute
da loro, e da me, in questa pur troppo breve vita mortale.
gianni
[1] Nell'Edipo re
il coro chiede ad Apollo:"intorno a te ho sacro timore: che cosa, o
di nuovo/o con il volgere delle stagioni ("peritellomevnai" w{rai"") un'altra
volta/effettuerai per me?"(vv. 155-157).
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