Michelangelo, Brutus |
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Bruto
Minore. Il topos gestuale di colpire le proprie viscere. La guerra civile è il
più crudele dei conflitti
Altro
personaggio positivo è Bruto, nipote di Catone in quanto sua madre Servilia era
la sorella dell’Uticense.
Un magnanimus (2,
234) e sanctus (9, 17). E’ uno dei propugnatores
liberae reipublicae. Lucano insiste sulla discendenza dal Bruto che cacciò
Tarquinio il Superbo.
Bruto
è l’incarnazione intransigente della libertas: è ostile a Cesare e
pure a Pompeo che invece Catone accettava.
Cicerone
scrisse che l’uccisione di Cesare fu compiuta animo virili, consilio
puerili (Att. 14, 21, 3; 15, 4, 2). Chi non vedeva che c’era un
erede del regno? (Cicerone in questa lettera del maggio del 44, pensa ancora ad
Antonio).
Dunque un
delitto politicamente inutile, che però può servire come exemplum di
punizione del tiranno.
Seneca
invece pensava che la monarchia fosse il miglior regime, purché sub
rege iusto (ben. 2, 20, 5).
Tacito
all’inizio delle Storie scrive che dopo la battaglia di Azio omnem
potentiam ad unum conferri pacis interfuit (Hist.I, 1) ;
tuttavia simul veritas pluribus modis infracta, nello stesso tempo
la verità venne in diversi modi guastata, prima per l’insensibilità verso la
cosa pubblica, come cosa estranea, mox libidine adsentandi, per la
passione di adulare o viceversa per l’odio verso il padrone.
Cornelia era
stata moglie di Crasso morto a Carre nel 53, quindi di Pompeo, vedovo di
Giulia.
Cornelia
potrebbe essere figura di Polla Argentaria, la moglie di Lucano. Lucano attribuisce
a Cornelia 4 canti d’amore.
Il primo (5,
762 - 90) è una deprecatio con la quale la moglie prega Pompeo di non mandarla
a Lesbo. Si sente dimissa, ripudiata dal marito come una cattiva
sposa (765).
Non
siamo da tempo appesi a un unico rischio? - “non olim casu pendemus ab uno?”.
Dopo Farsalo
si dichiara infelix coniunx et nulli laeta marito (8, 89),
sposa improduttiva e per nessun marito di buon augurio. Si dichiara paelex (104),
concubina. Chiede all’ombra di Giulia che si plachi paelice caesa e
risparmi Magno che è suo (Magno parce tuo, 105) poiché lei, la
concubina, si ucciderà.
Nelle Heroides, paelex indica
la rivale, vera o presunta, dell’eroina che scrive la lettera.
Lucano
presenta il legame tra Cornelia e Pompeo come annodato dalla iusta
Venus, non solo un connubio politico come quello tra Catone e Marcia, né
depravato come quello tra Cesare e Cleopatra.
Incipit
Bella per
Emathios plus quam civilia campos - , iusque datum sceleri canimus, populumque
potentem - in sua victricī conversum viscera dextrā (I, 1 - 3)
L’incipit
della Pharsalia è l’annuncio di un poema opposto all’Eneide.
La distruzione dei grandi miti augustei.
Il gesto
autodistruttivo del “popolo potente”, in sua victrici conversum viscera
dextrā (Pharsalia, I, 3), corrisponde al topos gestuale di
Agrippina negli Annales, e di Giocasta nell’Oedipus di
Seneca[1].
“Il poema di
Lucano è qualcosa di più che l’ulteriore e più chiara prova del fallimento
dell’equilibrio tentato da Seneca: è la distruzione dei grandi miti augustei:
funzione provvidenziale dell’impero, certezza del suo risanamento e della sua
eternità, alone soteriologico del principe, ritorno all’età aurea ecc.”[2].
Quindi
Lucano canterà cognatas acies, schiere consanguinèe, poi rupto
foedere (4), la lotta per il regno, con tutte le forze del mondo
agitato totis viribus concussi orbis per una
nefandezza comune, in comune nefas, e le insegne romane contro le
stesse insegne diventate nemiche, aquile contro aquile e giavellotti che
minacciano i giavellotti.
Guerra
familiare come nelle tragedie, guerra civile e guerra mondiale.
La guerra civile è la più crudele delle guerre
“Svetonio,
narrando gli avvenimenti dell’anno 69, racconta che Vitellio questo principe
più che cinquantenne, torpido e ghiottone, mentre visitava il campo di
battaglia di Bedriaco, a quelli del seguito che si rivoltavano inorriditi
davanti ai cadaveri in putrefazione, disse : “ il cadavere del nemico ha buon
odore; ma quello dei cittadini è migliore” (Marchesi, Tacito, p.
257)
“optime
olere occisum hostem, et melius civem” (Svetonio, Vitellio, 10)
Il suo
esercito aveva battuto quello di Otone in aprile.
“E anche per
il popolo la guerra civile - quando non importi la privazione dei comodi più
volgari - può essere motivo di squisito sollazzo” (Marchesi, Tacito,
p. 257).
In Hist.
III, 83 Tacito racconta come entrarono i Flaviani vittoriosi in Roma, sconfitti
i vitelliani, nel dicembre del 69 durante la festa dei Saturnali
“Aderat
pugnantibus spectator populus, utque in ludrĭco certamine, hos, rursus illos
clamore et plausu fovebat”
Sangue e,
accanto, bagasce e bagascioni,
- saeva ac deformis urbe tota facies: alibi
proelia et volnera, alibi balineae popinaeque: simul cruor et strues corporum,
iuxta scorta et scortis similes.
“Una pace
dissoluta, il saccheggio più bruto. Furore e gioia. Era già successo con Silla
e con Cinna. C’era una disumana indifferenza - inhumana securitas - e la
dissolutezza non ammetteva interruzioni e i piaceri non furono interrotti, come
se ai Saturnali si fossero aggiunti altri spassi. Godevano per la sola
allegrezza del pubblico male” ( Marchesi, Tacito, p. 258)
Troneggia il
Caos che viene invocato da Erictho nel poema di Lucano con queste
parole:"et Chaos innumeros avidum confundere mundos" (Pharsalia,
VI, 696), avido di confondere insieme innumerevoli mondi.
Un poco di inglese
Lucano in neronian age writes a poem ( approximatlly 62 - 65 a. C.) Pharsalia that
tells about bella plus quam civilia (I, 1) wars more than
civil, between Caesar and Pompeo, war that finished with the defeat of Pompeo
in Pharsalo (48 b. C.). Well, Lucano condemn not only this war between Romans
and relatives (the two leaders enemy were socer and gener, father
in law and son in law) but he throws also an anathema, curses against all the
politic of Rome after the death of Cato minor (46 b. C.) and the end of res
publica (44 b. C.):
Bella per
Emathios plus quam civilia campos,/ iusque datum sceleri canimus,/ populumque
potentem/ in sua victrici conversum viscera, dextrā/cognatasque acies… (I, 1 - 4) we sing wars in
fields of Tessaglia and the right given to the crime and the powerful, mighty
people turned against his viscera with his conquering right hand, and the war
among soldier relatives.
Et ducibus
tantum de funere pugna (VI, 811) and the leaders fight only for a grave that is the end for
both.
giovanni
ghiselli
[1] E' possibile indicare pure
dei tovpoi gestuali come quello dell'ostensione
del ventre da parte di madri sciagurate, o svergognate: nell'Oedipus di Seneca Giocasta invita prima il
figlio, quindi la propria mano, a colpire il ventre:" Eligere
nescis vulnus: hunc, dextra, hunc pete/uterum capacem, qui virum gnatum tulit "
(vv. 1038 - 1039), non sai scegliere il colpo: colpisci destra questo ventre
qui, così capace che ha accolto il figlio come marito !
Nelle Phoenissae la
regina di Tebe cerca di impedire la guerra fratricida gridando:" civis
atque hostis simul/hunc petite ventrem, qui dedit fratres viro! "
(vv. 446 - 447), cittadini e nemici insieme, colpite questo ventre che diede
fratelli al marito.
L'ostensione
del ventre è il gesto estremo di Agrippina:
la mamma di Nerone, già ferita alla testa da una bastonata di uno dei sicari
mandato dal figlio, si volse all'altro, un centurione della flotta che
stringeva un pugnale, e "protendens uterum ‘ventrem feri’ exclamavit
multisque vulneribus confecta est" (Annales, XIV, 8), mettendo
davanti il ventre materno gridò 'colpisci qui', e fu finita con molti colpi[1].
Cassio Dione, “il degno erede della storiografia senatoria latina”[1],
racconta che Agrippina, come vide il sicario mandato dal figlio, si alzò dal
letto , si strappò la veste “ kai; th;n gastevra
ajpogumnwvsasa - pai'e - e[fh - tau'thn, jAnivkhte, pai'e, o{ti Nevrwna e[teken” e, denudato il ventre, “colpisci - disse - questo, Aniceto, colpisci,
poiché ha partorito Nerone (61, 13).
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