giovedì 30 luglio 2020

Elogio del caldo

Oggi giovedì 30 luglio, con l’estate vera, quella della luce, in declino già rapido, avremo, grazie a Dio, una giornata calda anche qui a Pesaro, spesso ventosa e fresca o persino fredda per via della Bora, un vento dal sibilo sinistro che può rattristarci in ogni stagione.
Fatta questa premessa, entro in medias res et  ad eventum festino[1]
: “il caldo, almeno fino a 38 gradi, favorisce la vita. I pochi, i fortunati pochi che amano la vita, si sentono bene dai 25 gradi in su. Molto bene già a trenta. Il caldo a noi, gli happy few, dà gioia, consente libertà, nudità, attribuisce un colore bello con le cosmesi autentiche: quella del sole, immagine visibile della Mente divina, e della ginnastica fatta da quasi nudi, gumnoiv appunto.
Chi, pieno di risentimento per essere in diverse maniere malriuscito, odia o teme la vita, già a 24 gradi grida che non si respira, si sventola con le mani quasi discendesse da uno degli abitanti di Sodoma sfuggito al fuoco celeste, e accende  l’aria condizionata seminatrice di freddo che paralizza la vita e pure di  germi letali che spesso la uccidono. Costoro sono brutti assai e temono di spogliarsi per orrore della verità che è “non latenza”, quel disvelamento indotto dal caldo. Devono rimanere coperti e latenti: preferiscono il freddo al caldo, il buio alla luce perché le opere loro sono malvagie 2.
Infatti nell'oscurità dei pastrani tengono nascosti pugnali mentre sorridono con i volti cadaverici per tenere meglio celate le loro intenzioni.

Concludo: il caldo rende i belli ancora più belli e più buoni, mentre imbruttisce sempre di più i brutti, e incattivisce i cattivi.
Baci
 gianni


[1] Cfr. Cfr. Orazio Ars poetica, 148
2 Cfr.  N. T. secondo Giovanni:"hjgavphsan oiJ a[nqrwpoi ma'llon to; skovto" hj; to; fw'": h\n ga;r aujtw'n ponhra; ta; e[rga", 3, 19, et dilexerunt homines magis tenebras quam lucem; erant enim eorum opera mala, gli uomini preferirono la tenebra alla luce; infatti le loro opere erano malvagie.

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