Fulvio ed io nel 2012 |
Il dialogo con Fulvio
Fulvio era
uscito dalla csárda con me per darmi conforto. Dal 1966 era il mio amico
migliore e il mio demone buono. Quel pomeriggio ne avevo bisogno. Provavo
dolore dopo il litigio assurdo con la mia amante. Soffrivo proprio per
l’insensatezza dello scontro, tanto che non ne ricordo causa né contenuto.
Probabilmente un conflitto per il potere, potere su nulla del resto. “Non c’è
cosa più amara del vuoto e della stupidità. Non ne posso più di quella
cretina”, dissi.
Fulvio
rispose: “Gianni, devi rassegnarti all’imperfezione dell’amante. Sei troppo
reattivo. Una donna come la cerchi tu non esiste su questa terra.
Dopo quattro
anni di matrimonio con una non spregevole, laboriosa, fedele, io sono tornato a
Debrecen senza peso di sposa. Questo è il decennale della nostra amicizia.
Dovresti esultare pensando a come eri quando ti conobbi. Sei rifiorito in
maniera miracolosa. Hai fatto collezione di amanti. Nefertiti è attraente.
Pensa alla fame sessuale e affettiva del ’66. Ricordo che ti lamentavi in
continuazione e dovetti minacciarti di bastonate”.
“E facesti
bene, amico carissimo: mi hai salvato”
“Lo so. Ma
ora non ricadere nel dolore insensato. Questa tua di adesso è una ragazza
gradevole, del tutto gratuita: non ti chiede nessun impegno. Che ti importa se
capisce poco o niente? Difficilmente una donna, come un uomo del resto, può
confrontarsi alla pari con una persona della nostra levatura mentale”.
“Tu non le
hai conosciute perché nel ’71 partisti anzi tempo, poi non sei più venuto ma io
ho vissuto tre mesi di piena gioia con tre donne non meno intelligenti di me.”
“Rarissimae
aves”, fece l’amico
“Fulvio è
ottimo - pensai - ma non capisce le donne”.
Poi,
lacrimando per la polvere entrata negli occhi, risposi: “Hai ragione, Fulvio,
smetto di lamentarmi: mi è andata bene così. Mi vergogno e mi pento di essere
ingrato a Eros, a sua madre e a te che mi avete aiutato.
Però dopo la
sparizione della terza finlandese io vivo senza l’amore e impiegherò il resto
della mia vita mortale nel cercarlo. Lo studio e lo sport sono mezzi: il fine è
la donna bella, fine, intelligente, colta che mi merito. Ne trovai tre e credo
che ce ne saranno altre.
“Sì e no il
dieci per cento dunque, contando tutte quelle che hai trovato fino a questo
momento. La caccia alla donna ideale è aleatoria. Comunque te la auguro con
tutto il cuore. Ma per mia esperienza, invero ne ho meno di te che cerchi
compulsivamente l’amore, la tua donna ideale è davvero ideale. Forse la
troverai nella Pianura iperurania della Verità[1] quando
ci risalirai, il più tardi possibile. Ma qui, su questa pianura di questa
terra, accontentati: Nefertiti è belloccia, ha un’educazione accademica, è ben
vestita, è pulita. Non è poco”
“Per me non è abbastanza. Quest’anno nell’Università estiva e internazionale ho cercato l’amante italiana per parlare meglio e di più, ma sai quanto erano migliori le finniche! Potevo parlare di Eschilo o di Hegel o di Freud con loro, non senza fatica ma comprendendo e facendomi comprendere. Questa non capisce niente: è la piattezza, anche se ha mammelle ubertose: è un piatto di carta con del cibo freddo.
“Per me non è abbastanza. Quest’anno nell’Università estiva e internazionale ho cercato l’amante italiana per parlare meglio e di più, ma sai quanto erano migliori le finniche! Potevo parlare di Eschilo o di Hegel o di Freud con loro, non senza fatica ma comprendendo e facendomi comprendere. Questa non capisce niente: è la piattezza, anche se ha mammelle ubertose: è un piatto di carta con del cibo freddo.
Il mio
nutrimento, Fulvio caro, è lo spirito. Come il tuo. Tu una volta dicesti che
bisogna sempre tenere un piede nella passera. Bene: io cerco la passera
spirituale e non so che farmene della cutrettola dalla cauda trepida.
Noi due per nutrirci la mente leggiamo molto, riflettiamo su tutto, poi per
mantenere la salute, anche quella mentale, andiamo a correre a piedi o in
bicicletta. Tiro avanti così, ma non sono felice: non mi piace stare sempre
solo e mi garba ancora di meno annoiarmi in compagnia. Scusa, ho gli occhi pieni
di polvere. Non è che pianga, però davvero non sono felice. Tu, vecchio mio,
sei uno dei pochissimi con cui riesco a parlare. Con quasi tutti gli altri devo
subire delle chiacchiere”.
“Consolati Gianni
- concluse l’amico - Io sono sposato da anni e non con una cretina, ho una
figlia che amo, però quando voglio nutrirmi nello spirito devo isolarmi. Tu le
situazioni angoscianti con le donne le cerchi perché hai molto di femminile
dentro di te e provochi le tue compagne perché facciano uscire parti dell’anima
loro dove tu riconosci te stesso. E’ il gnw`qi seautovn che ti spinge alle collisioni
continue”.
“Con le tre
finniche non collidevo”
“No, però ti
hanno lasciato tutte e tre. Eri troppo impegnativo, scomodo anche per loro.
Adesso però torniamo. Sarebbe scortese farle aspettare ancora”
giovanni
ghiselli
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