Dopo i 75 anni, ogni giorno
di vita si presenta come un oblò da dove si vede il tramonto sul mare, un occàso che promette
la resurrezione o l’eternità. Talora intorno al sole occidente mi appaiono le care
persone che mi hanno preceduto in questo itinerario. La mamma, il babbo, i
nonni, le zie, lo zio, i cugini morti ante
diem, l’amica più cara Antonia e l’amico più caro Fulvio, poi Stefano,
Alfredo, Silvano, Bruno, Sandro e tanti altri.
Allora mi vengono in mente
alcune parole di una canzone di Fabrizio De André che è stato l’aedo preferito
dei miei vent'anni lontani.
Le adatto così:
Quando attraverserò
L’ultimo vecchio ponte
A voi amici dirò
Baciandovi alla fronte
“Voi siete in paradiso
Là dove vengo anch’io
Perché non c’è l’inferno
Nel mondo del buon Dio”.
Séguito con Giovanni Pascoli
E poi
ne piango al lume della luna,
bianca sul greto, tremula sul prato;
che manda luce nella stanza bruna
del
vecchio professore addormentato.
Una decina di giorni fa sono sono
caduto rovinosamente dalla bicicletta in una discesa scoscesa quasi quanto la
morte, eppure mi sono rialzato e sono tornato a casa. I miei cari amici celesti
mi hanno salvato la vita, ne sono sicuro.
Vi raggiungerò comunque, non dubitate, mi è
dovuto, ma spero non troppo presto.
Dunque, voi che mi volete
bene, salvatemi ancora a lungo!
Vi abbraccio
Vostro
gianni
Commovente e bello margherita
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