sabato 4 luglio 2020

La propaganda consumistica è un invito alla morte per virus

I contagiati e i morti crescono di numero in questi giorni, ma la propaganda di quelli che per loro interesse vogliono riaprire tutto, séguita a presentare il male del virus e la morte indotta come un evento casuale, sporadico e tale che riguarda persone valetudinarie, già condannate a morire dall’età, e decedute in seguito a una piccolissima spinta che non farebbe mai precipitare negli inferi chi non è già predisposo, prenotato e condannato dall’esaurimento di ogni residuo di forza vitale, perfino della voglia di vivere.
Ma i baldi uomini e le donne gagliarde che possono comprare, consumare, andare in vacanza, intrupparsi nei treni gremiti o nelle autostrade intasate, affollarsi, sulle spiagge beate, nelle vie della movida, poi nei bar e nei ristoranti, ebbene questa umanità sana si divertirà, sarà felice e salverà l’Italia.
Ogni persona scompare immersa nel profondo della folla ammassata.
 Il colmo di tutto questo è la prossima la riapetura di certi luoghi letali già prima del virus quali le discoteche assordanti, spersonalizzanti, dove i giovani falsificano se stessi con alcol e droga. Ma la vergogna più grande è l’avallo che certi presunti scienziati danno a questa teoria di addomesticamento del virus che come un animale fatto crescere in casa non può e non vuole nuocere. Basta non prenderlo a calci, non essere vecchi già cadenti e non essere mai stati sconciati da malattie.

giovanni ghiselli  

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