Ai novemilasettecentosessantasette lettori del mio blog, aperto da poco più di
un mese, voglio rilanciare l’appello firmato da Remo Bodei, Roberta De
Ponticelli, Tomaso Montanari, Antonio Padoa-Schioppa, Salvatore Settis, Barbara
Spinelli.
L’attenzione che hanno incontrato i miei scritti
di politica, scuola e cultura mi dà il coraggio di aggiungere le mie parole a quelle certamente più
autorevoli dei personaggi nominati sopra.
Di Remo Bodei conosco pure la persona per la quale provo stima e affetto.
Ebbene questi studiosi invitano Grillo e gli
“amici del Movimento 5 Stelle” a non lasciarsi sfuggire l’occasione che sta
passando davanti a loro e al popolo italiano.
In Greco occasione, opportunità si dicekairov~
oppure eujkairiva.
E’ questa la parola chiave dell’incipit
dell’appello in questione e su questa voglio fermarmi.
Per sottolinearne l’importanza darò una serie di
testimonianze ricavate da autori tra i massimi della nostra civiltà.
Sofocle che è
uno dei più grandi creatori della letteratura e della cultura europea,
dalla tragedia alla psicoanalisi, fa dire a Oreste che perdere l'occasione significa rinunciare
all’azione: "kairo;" gavr, o{sper
ajndravsin-mevgisto" e[rgou pantov" ejst j ejpistavth"" (Elettra, vv. 75-76), l'occasione infatti è appunto
per gli uomini la più grande sovrana di ogni agire.
Isocrate[1], uno dei pilastri della paideia occidentale, quella cultura generale fondata sul saper parlare in maniera elegante, efficace e persuasiva, nel manifesto della sua scuola, Contro i sofisti[2] afferma che difficile non è tanto acquisire la conoscenza dei procedimenti retorici, quanto non sbagliarsi sul momento opportuno per usarli: "tw'n kairw'n mh; diamartei'n"(16), ossia non bisogna fallire l’occasione.
Isocrate[1], uno dei pilastri della paideia occidentale, quella cultura generale fondata sul saper parlare in maniera elegante, efficace e persuasiva, nel manifesto della sua scuola, Contro i sofisti[2] afferma che difficile non è tanto acquisire la conoscenza dei procedimenti retorici, quanto non sbagliarsi sul momento opportuno per usarli: "tw'n kairw'n mh; diamartei'n"(16), ossia non bisogna fallire l’occasione.
Cicerone che assorbe la lezione di Isocrate e la
trasmette all’Europa, coniuga il luogo con il tempo opportuno: “locum autem
actionis opportunitatem temporis esse dicunt; tempus autem actionis opportunum
Graece eukairía, Latine appellatur occasio”[3], il luogo dell’azione poi
dicono che è la sua opportunità nel tempo; e il tempo opportuno di un’azione si
dice in greco eukairía, in latino occasio.
Il tempo e il luogo per i rifondatori della
libertà e dell’onestà è qui e ora.
Un tempo prezioso, che non deve essere
perduto.
Nell’Antonio e Cleopatra, Menas decide di non
seguire più l’indebolita fortuna di Sesto Pompeo che ha perso l’occasione di
sbarazzarsi dei suoi nemici: “Who seeks and will not take, when once ‘tis
offer’d, Shall never find it more” (II, 1), chi cerca e non prende qualcosa
una volta che viene offerta, non la troverà mai più.
Non bisogna infatti dimenticare che l'occasione
"è calva di dietro"[4] e va acciuffata, ossia presa per il ciuffo.
Marlowe risale forse a Fedro (V, 8) che ricorda
come gli antichi foggiarono l’immagine del Tempo un uomo calvus, comosa fronte,
nudo occipitio. Tale immagine (effigies) occasionem rerum significat brevem.
Infine Nietzsche: “Forse il genio non è affatto
così raro: sono rare le cinquecento mani che gli sono necessarie per dominare
il kairov~, “il momento opportuno”, per afferrare per i capelli il caso!”[5].
Ebbene, qual è l’occasione che Grillo e i suoi
deputati non devono perdere?
Quella di restaurare la nostra costituzione, la
libertà, la democrazia, l’uguaglianza, l’onestà, la cultura attraverso la
scuola e attraverso l’arte, tutti valori
che in questi ultimi trent’anni si sono progressivamente, anzi regressivamente
smarriti. Speriamo non ancora perduti. Ma se si lascerà perdere questa
opportunità il rischio è grosso. Probabilmente sulla necessità di questo
rinascimento culturale Grillo e i suoi sono d’accordo, ma da soli non possono
attuare tale salvezza della nazione. Allora devono, hanno il dovere politico e
morale di trovare un’intesa con le forze progressiste disponibili ad attuare
tale programma.
Per il bene dell’Italia e anche per il loro, per
ragioni etiche ma anche di utile, poiché se questa intesa non si attuerà, la
nostra nazione correrà il rischio della catastrofe che travolgerebbe tutti.
Giovanni ghiselli g.ghiselli@tin.it
speriamo!
RispondiEliminaalessandro