venerdì 20 settembre 2013

Seconda parte del mio commento ad alcuni paragrafi del documento di Marco Macciantelli, sindaco di San Lazzaro



Ho letto con attenzione il documento Quelli del Pd a cura di Marco Macciantelli. Con questo pezzo intendo commentarne delle parti, per chiarire le idee prima di tutti a me stesso, poi magari anche a chi mi leggerà.
II sezione
Con questo pezzo intendo commentarne delle parti, per chiarire le idee prima di tutti a me stesso, poi magari anche a chi mi leggerà.
Metto in grassetto e tra virgolette le parole tratte dal documento di Macciantelli. Segue il mio commento. Per ragioni di spazio ho diviso questo mio intervento in due sezioni e ho scelto da ogni capitolo del sindaco di San Lazzaro il paragrafo che ho trovato più interessante e significativo.
Vediamo dunque la seconda sezione

19. “L’attenzione al mondo del lavoro
Non solo green economy; ma capacità di leggere tutto il mondo produttivo dal punto di vista del carattere trasversale della questione ambientale, puntando su un cambio di paradigma, senza chiusure dogmatiche”.
Sono d’accordo sulla necessità e l’urgenza di uscire dai luoghi comuni, politicamente corretti o no, soprattutto quando diventano dogmi.
Il lavoro significa la dignità dell’uomo, la sua funzione nei confronti della società, la sua autonomia dalla famiglia d’origine, la possibilità di formarsene una propria. Senza lavoro l’uomo si avvilisce, si mortifica sentendosi degradato a inutile fuco1.
La coltivazione dei campi va benissimo, ma ci vuole anche la cultura dei cervelli.
Io personalmente incrementerei le biblioteche che del resto già ora offrono servizi che al tempo del mio primo apprendistato a Pesaro e a Bologna, non erano nemmeno immaginabili. E sono frequentate da tanti giovani
Poi darei sempre più spazio alle biciclette facendo costruire piste ciclabili, luoghi di ristoro e riposo per chi vuole fare lunghi giri turistici o culturali con la bici che non solo è il veicolo più democratico, come è stato detto bene, ma anche il più salutare. Correlativamente, impiegherei un maggior numero di lavoratori-guardiani per limitare la prepotenza delle automobili e delle motociclette che in molte città scorrazzano e rombano con licenza assoluta, sciolta da ogni freno, e con totale disprezzo di pedoni e ciclisti i quali finiscono non poche volte sotto le loro ruote micidiali.

IV. “Un progetto di popolo
L’assolutismo antisistema. L’ispirazione dell’Ulivo. Non solo sinistra. Per una democrazia governante. Cittadinanza come politica. L’aggettivo più importante del sostantivo. No alle correnti come centri di potere. Quello che serve è l’elaborazione delle idee.

20. Novità, non solo lo sviluppo di storie precedenti
Casaleggio ha ribadito uno stereotipo piuttosto diffuso: “Il parlamentare o il presidente del Consiglio è un dipendente dei cittadini”. Per la verità i cittadini, art. 1 della Costituzione, 2° comma, sono sovrani, non datori di lavoro. Decidono, col loro voto, a chi affidare i compiti della democrazia: governare o fare l'opposizione. Non stipendiano nessuno. Questa è una distorsione indotta da una cattiva idea della democrazia di cui il M5s è il principale interprete”.
E’ vero che “i cittadini sono sovrani, non datori di lavoro”. Ma siccome sono sovrani, hanno diritto di scegliere tra i candidati coloro i quali presentano programmi che si confanno ai loro interessi. E credo che le promesse debbano essere mantenute, nel politico come nel privato.
Platone nella Repubblica fa dire a Socrate che un capo vero e genuino ("tw'/ o[nti ajlhqino;" a[rcwn", 347d) deve cercare non il proprio utile, bensì quello dei governati.
Non molto diversamente, Manzoni in I Promessi Sposi afferma la persuasione "di ciò che nessuno il quale professi cristianesimo può negar con la bocca, non ci esser giusta superiorità d'uomo sopra gli uomini, se non in loro servizio ( XXII cap.).

Reggere il potere è un “un onorevole servizio”2 reso ai cittadini.
Nelle Epistole a Lucilio, Seneca, il maestro di Nerone già ripudiato dal discepolo imperiale, ricorda che nell'età dell'oro governare era compiere un dovere e un servizio, non esercitare un potere assoluto:" Officium erat imperare, non regnum" (90, 5).
Parole analoghe si leggono in Psicanalisi della società contemporanea di E. Fromm:"Il capo non è soltanto la persona tecnicamente più qualificata, come deve essere un dirigente, ma è anche l'uomo che è un esempio, che educa gli altri, che li ama, che è altruista, che li serve. Obbedire a un cosiddetto capo senza queste qualità sarebbe una viltà" (p. 299).

21. “Ritorno al futuro dell’Ulivo
Le “u” dell’Ulivo: unità e umiltà. Se dici solo “sinistra” rischi di escludere una parte del campo. Quindi non la sinistra considerata nella sua autosufficienza. Né posizioni divisive. Ciò che può andare oltre la tradizione della sinistra, oltre ogni retaggio identitario”.
Di certo alcune prese di posizione della sinistra tradizionale possono essere messe in soffitta. La tendenza a svalutare la vita privata, per esempio, o la pretesa di eliminare l’irrazionale.
Alla fine dell’Orestea di Eschilo, le Erinni sopravvivono come Eumenidi: “ Dopo l’intervento razionale di Atena, le Erinni-forze scatenate, arcaiche, istintive, della natura-sopravvivono: e sono dee, sono immortali. Non si possono eliminare, non si possono uccidere. Si devono trasformare, lasciando intatta la loro sostanziale irrazionalità: mutarle cioè da “Maledizioni” in “Benedizioni”. I marxisti italiani non si sono posti, ripeto, questo problema”3.
I luoghi comuni dogmatici della sinistra ottusa in una certa fase tendeva anche a misconoscere la potenza della bellezza. Mi ricordo, ero nello studentato Morgagni di largo Trombetti, quando, nel 1966, un compagno di collegio mi diede del fascista perché avevo detto che la poesia dovrebbe creare bellezza.
Ho replicato con Platone: “Tra le idee presenti nella Piana della realtà ( jAlhqeiva" pedivon, Platone, Fedro, 248b) l'idea della bellezza è la più vivamente riprodotta nel mondo sensibile ed è particolarmente efficace nel risvegliare il ricordo del mondo iperuranio.
Solo la bellezza ha ricevuto questa sorte di essere l’idea che rimane più manifesta e amabile qua sulla terra. Del resto nella pianura della realtà, met’ ejkeivnwn, tra quelle idee, e[lampen o[n, la bellezza brillava come essere (Fedro, 250d)”.
Questo ho detto con tutta umiltà. Ma il materialone non ha capito e ha continuato a considerarmi un nemico della classe operaia, e, se non proprio un fascista, un revisionista meritevole del suo sovrano disprezzo. Lui stava a sinistra di tutte le sinistre italiane, faceva una vita marxista leninista e fumava solo roba albanese.
Poi una maggiore apertura mentale c’è stata. Però ci vuole da parte di tutti. L’identità è bene averla, ma non è un retaggio, bensì una conquista. Il Pd deve ancora trovare una sua identità chiara, bella e convincente.

22. “Visione matura
Ci rendiamo conto che la stagione dell’Ulivo è alle nostre spalle e non vogliamo abusare di qualcosa che è un patrimonio di tanti. Semplicemente veniamo da quella storia, ci riconosciamo in quel messaggio, consapevoli che non basta invocarlo, che occorre ripensarlo, renderlo nuovamente attuale, perché il tempo nuovo chiede risposte nuove. Questo non toglie che ciò di cui ci sarebbe bisogno è una ripresa, nel contesto dato, di un nuovo spirito di ulivismo democratico”.
Per dare “risposte nuove” bisogna dare spazio a domande nuove, oppure immaginarsele. La domanda, forse nemmeno nuova, che immagino si pongano in molti è questa: “ che cosa intendete fare per tirare fuori da questa crisi orrenda il nostro paese?”

23. “Fare più cose insieme
Per esempio, in un momento di fatica e disorientamento come quello attuale, è sorprendente l’attrazione che esercitano le nostre feste, democratiche o dell’Unità. E’ strano e deve far riflettere come l’organizzazione del Pd appaia non di rado in affanno, e invece, in questo caso, grazie all’esercito pacifico e operoso dei volontari, risulti sostanzialmente adeguata alle necessità. Dove c’è un popolo, lì c’è anche un maggiore capacità e credibilità della nostra proposta”.
Le feste dell’Unità sono feste di popolo. Feste sane di un popolo sano e allegro. Sono educative. Educano alla socialità, alla discussione e perfino al buon umore.
Potrebbero costituire un modello per altre iniziative volte all’educazione del popolo.

24. “Senza la base scordatevi le altezze”
Come i volontari hanno scritto sulla parete di un ristorante durante l’ultima festa alla Cicogna di San Lazzaro: “Senza la base scordatevi le altezze”.
La base è la ragion d’essere del partito, come la classe quella dell’insegnante. Il lavoro che ho fatto con passione per tutta la vita mi spinge e mi autorizza a questo paragone. Il docente che non è seguito dalle classi dove insegna è un povero disgraziato, un fallito.
Questo vale anche per i dirigenti di un partito non apprezzati, non stimati dalla base.

25. “ L’aggettivo più importante del sostantivo
A noi deve stare a cuore ciò che serve al paese. L’alternativa non è tra partito liquido o solido, iscritti o elettori, tessere o web. Il tema è l’utilità di un progetto politico per il paese”.
Tante cose ora servono al paese. Il partito dovrebbe impiegare persone capaci di rendere questo servizio. “Capaci” significa anche specializzate. Quindi diverse persone per settori diversi. Bravi medici negli ospedali, bravi insegnanti nelle scuole, e così via. Persone scelte con il criterio della competenza, non con quelli tradizionalmente italici della raccomandazione, della clientela, della cooptazione. Su questa piaga italica tornerò subito sotto commentandone la menzione giustamente detrattiva di Macciantelli.

26. “No alla logica burocratica
In ogni caso le primarie continuano ad essere un accento della proposta politica aperta nella quale crediamo. Ciò comporta dei rischi, ma è comunque meglio della vecchia logica burocratica, quella che si trascina da un assetto all’altro, immutabile, se non per cooptazioni. Ma la lotta politica interna, anche dura, aspra, non può mai essere disgiunta dal senso di essere e di fare, insieme, comunità”.
Per quanto riguarda la cooptazione, si tratta di una pratica clientelare risalente ai tempi dell’antica Roma. Cicerone ricorda un tentativo fatto nel 145 a. C. dal tribuno Licinio Crasso di trasferire all’elezione popolare il completamento dei collegi sacerdotali che avveniva per cooptazione: “Cooptatio enim collegiorum ad populi beneficium transferebatur” (XXV). Ma per l’Arpinate il populi beneficium è un’empietà, sicché la religio deorum immortalium ebbe facile vittoria sull’ orazione da quattro soldi di quello, facile vincebat illius vendibilem orationem.
Cicerone attribuisce con orgoglio a se stesso, ponendosi al fianco degli dèi immortali, il merito del ristabilimento della cooptatio, ripristinata “nobis defendentibus”. Non mancano ancora oggi i fautori della cooptazione, anzi sono tanti, e questa pratica antidemocratica è tuttora vigente in Italia. Non ho dubbi sul fatto che vada soppressa o per lo meno molto limitata.

V. “”L’etica della convinzione
Fare il congresso. Il territorio come soggetto politico. Il governo che verrà e quello che c’è. L’identificazione segretario-premier non ha funzionato. Confrontarsi col consenso. Il cacciavite e il martello. Rinsaldare il rapporto del Pd col paese, del paese col Pd.

27. Bologna, l’Ulivo
Questa volta vorremmo prendere sul serio quando diciamo che occorre ripartire dai territori. Qualcuno teme che lavorare sull’autonomia, o impostare una piattaforma per il governo della comunità, sia un arretramento della politica: in questa fase, secondo noi, al contrario, può costituire un rilancio della buona politica. Sia chiaro: nessuna rivendicazione di ruolo della periferia verso il centro. Più semplicemente: fare davvero il partito a rete, rompere la logica gerarchica e piramidale. E’ una fase ulteriore per l’evoluzione dello stesso Partito democratico”.
La “buona politica” dipende dal buon governo: la Eujnomivh di Solone. “Rompere la logica gerarchica e piramidale” significa ascoltare e capire le esigenze dei cittadini, talora prevedere, e, fin dove è possibile, provvedere. Encomiabili sono le iniziative del sindaco Macciantelli in favore dei pedoni e dei ciclisti, molto bella ricca e frequentata la mediateca di San Lazzaro, da approvare la drastica limitazione di agenti nocivi alla salute, come il fumo delle sigarette e dei motori.
Il Buon governo, ha scritto Solone, mostra ogni cosa ordinata e armonizzata
Eujnomivh d j eu[kosma kai; a[rtia pavnt j ajpofaivnei
e spesso mette i ceppi addosso agli ingiusti:
leviga le asperità, fa cessare l'insolenza, oscura la prepotenza,
dissecca i fiori nascenti dell'accecamento,
raddrizza i giudizi tortuosi, mitiga le azioni
superbe, e fa cessare le opere della discordia,
e fa cessare la rabbia della contesa terribile, e sono sotto di lui
tutte le cose tra gli uomini armonizzate e assennate" (pavnta a[rtia kai; pinutav, vv. 32-39).

28. “La cultura della compatibilità
Si parla di compatibilità per lo più in termini meramente economicistici. Ma “compatibilità” vuole dire anche altro. L’etimologia rimanda ad un cuore che sa porsi in relazione con gli altri. Una comunità politica è fondata sul rispetto di tutti, su un sentire comune. Noi ci sentiamo compatibili con coloro che condividono il progetto del Pd e, proprio da questo punto di vista, la lezione unitaria dell’Ulivo è ancora viva”.
Compatibilità rimanda al latino cum+ patior, al greco pavqo~, insomma alla sfera emotiva che non è meno importante di quella logica, anzi è più estesa nell’anima umana. Vediamone qualche esempio in letteratura.
La parte emotiva può essere conflittuale con la ragione come nella Medea di Euripide che dice
Kai; manqavnw me;n oi\\\a dra'n mevllw kakav, qumo;" de; kreivsswn tw'n ejmw'n bouleumavtwn, o{sper megivstwn ai[tio" kakw'n brotoi'""( Medea, vv. 1078-1080), E capisco quale abominio sto per osare,/ma più forte dei miei proponimenti è la passione/che è causa dei mali più grandi per i mortali.

Tuttavia Hegel afferma che il pathos della tragedia greca è un componente della ragione e della volontà: “il sacro amore di sorella di Antigone è un pathos nel senso greco del termine. Il pathos in tal senso è una potenza in se stessa legittima dell'animo, un contenuto essenziale della razionalità e della volontà libera"4.
Sentiamo altre testimonianze più recenti: Svevo è esplicito nell'affermare la precedenza e la prevalenza del sentimento :"Nelle lunghe ore che egli passò là, inerte, ragionò anche una volta sui motivi che l'avevano indotto a lasciare Annetta, ma come sempre il suo ragionamento non era altro che il suo sentimento travestito"5.
Secondo H. Hesse i sentimenti devono avere la precedenza:"Di nient'altro viviamo se non dei nostri sentimenti, poveri o belli o splendidi che siano, e ognuno di essi a cui facciamo torto è una stella che noi spengiamo"6.
Nel grande romanzo di Musil leggiamo:"Tutto ciò che si pensa è simpatia o antipatia, si disse Ulrich"7.
Luogo simile si trova anche in La noia di Moravia:"Ma tutte le nostre riflessioni, anche le più razionali, sono originate da un dato oscuro del sentimento"8.
Infine un ottimo scrittore ungherese :“ Sa che cosa ha fatto? Ha cercato di cancellare il sentimento con la ragione. Come se qualcuno, con i più svariati artifici, tentasse di convincere un pezzo di dinamite a non esplodere”9.

In conclusione: fa bene Macciantelli a suggerire di non trascurare il cuore

29. Preparare il futuro
Siamo in un momento di estrema incertezza, in uno scenario di preoccupazioni internazionali molto gravi, dall’Egitto alla Siria, dove è all’esame un possibile intervento militare, a causa della situazione di guerra già in atto da parte di Assad verso il suo popolo, mentre Papa Francesco non fa mancare il suo messaggio di pace unito alla richiesta di una soluzione politica. Come Letta ha spiegato in Senato, l’Italia non intende partecipare a iniziative internazionali se non sotto l’egida dell’Onu. E’ una posizione corretta”.
La questione siriana in questo momento è cruciale per l’intero pianeta e certamente merita maggiore attenzione delle vicende giudiziarie del signor Silvio Berlusconi.
In Siria è in atto una guerra civile, la più terribile tra tutte le guerre . Lo afferma Tucidide a proposito della stavsi" di Corcira10, quando ci fu una tranvalutazione generale e le stesse parole cambiarono il loro significato originario:"Kai; th;n eijwqui'an ajxivwsin tw`n ojnomavtwn ej" ta; e[rga ajnthvllaxan th'/ dikaiwvsei. Tovlma me;n ga;r ajlovgisto" ajndreiva filevtairo" ejnomivsqh" (III, 82, 4), e cambiarono arbitrariamente l'usuale valore delle parole in rapporto ai fatti. Infatti l'audacia irrazionale fu considerata coraggio devoto ai compagni di partito.
"Un'audacia " ajlovgisto"" prende il nome di coraggio, la prudenza si chiama pigrizia, la moderazione viltà, il legame di setta viene prima di quello di sangue, e il giuramento non viene prestato in nome delle leggi divine, bensì per violare le umane. Sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è necessario lottare con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è ammessa. Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82-84)"11.
Ho già scritto parole di elogio per Papa Francesco che ha dato un grande contributo valso a evitare il bombardamento sui Siriani da parte dei non Siriani in aggiunta a quello dei Siriani su altri Siriani.

30. “Fare il congresso
Sul campo, alcuni candidati. Al momento: Civati, Cuperlo, Pittella, Renzi, insieme a molti protagonisti del dibattito. Per noi tutti meritevoli di rispetto. Con speranze di successo, proporzioni e accenti diversi, ma anche con l’evidenza di un tendenziale rinnovamento. A maggior ragione adesso, in questo passaggio, non bisogna rinunciare a discutere e a ragionare”.
Scrivevo in un pezzo precedente che prima di decidere per quale di questi candidati voterò, aspetto una maggiore chiarezza sui programmi e i propositi di ciascuno. Chiarezza di parole significa anche lucidità mentale. Chiarezza e concretezza, dunque trarre luce dal fumo12 e “realizzare”, ossia riempire di cose concrete il vuoto delle chiacchiere che possono danneggiare13 seriamente il partito. Il vuoto è cavo~ 14.
.
31. Un’energia utile al paese
Per noi, in questa fase, occorre una proposta politicamente forte, sul piano del consenso, per parlare ai delusi del nostro campo e contestualmente ridurre l’astensione e attrarre il voto in libera uscita dal centrodestra e dal M5s. Esattamente ciò che ogni sindaco cerca di fare, nella sua comunità, al momento del voto e anche dopo.
Io sono tra i delusi, anche se ho sempre votato e continuerò a farlo. Sento comunque la mancanza di una “proposta politicamente forte” e lessicalmente chiara, magari anche bella, sul genere di quelle fatte da Papa Francesco. La quintessenza di questa proposta è: “andare incontro alle necessità dei meno abbienti, adoperarsi per aumentare il numero degli occupati, smettere di oscurare i problemi reali della disoccupazione, della povertà, della violenza sulle donne e sui bambini, e sugli uomini, con i casi, gli umori del vecchio signore di Arcore, eventi abbastanza meschini che riempiono e intasano i canali della comunicazione, divenuto oramai tubi di scarico. A noi elettori le vicende di Berlusconi, francamente, non interessano.

32. “Oltre la rottamazione
Ci piacerebbe sapere che cosa pensa Matteo Renzi del comportamento di quei 101 parlamentari che - invece di adempiere all’impegno che il Pd si era assunto col paese - hanno preferito la tecnica del fuoco amico, con le conseguenze che si sono viste.
E’ un chiarimento che può aiutarci ad assumere un orientamento. Quando il congresso entrerà nel vivo, una volta definite le regole e si conosceranno le piattaforme politico-programmatiche, ci riserviamo di dire una parola definitiva sulle nostre scelte. Ma ci sentiamo in buona compagnia: sono davvero tanti coloro che, in questo momento, hanno bisogno di capire prima di agire, di coloro che si sentono del Pd prima ancora che di una parte”.

Condivido in pieno queste parole del sindaco Macciantelli e per il commento relativo a Renzi, rimando al mio precedente intervento (13 settembre) Matteo Renzi e Odisseo.


 33. Partito e governo
C’è un'altra questione. Deve esserci un battere pari, pur nella reciproca autonomia e nella diversità dei compiti e delle funzioni, tra partito e governo, tra il futuro segretario e il presidente del consiglio del Pd.
Certamente non può e non deve proseguire il deleterio contrasto tra il capo del Governo e il partito di maggioranza, relativa o assoluta che sia.
Questa è una discrepanza, uno spread si dice oggi, non meno rovinoso di quello monetario.

34. Nessuna paura di vincere
Concludiamo. Giustamente tutti lamentiamo il soverchiante ruolo delle correnti. E’ un tema da non sottovalutare, destinato a segnare la vicenda congressuale. Ma sarebbe bene uscire dal generico, proponendo delle soluzioni concrete, partendo, anche qui, dal basso, dal territorio. Le mozioni hanno tutto il diritto di partecipare, con le loro proposte, al congresso, ma questo non significa assumere dimensioni strutturate.
Spesso facciamo riferimento all’etica della responsabilità, principio da riaffermare, ma forse occorrono anche determinazione, coraggio, una più salda etica della convinzione.
Uscire dal generico” è una delle conseguenze di una “più salda etica della convinzione”. E non può non essere convinto chi ha lavorato sudando15 le proverbiali sette camicie, o anche molte di più, chi sente la stima dei cittadini, chi vede che la sua città funziona bene. Faccio riferimento al lavoro di tanti sindaci tra i quali metto l’autore del documento che sto commentando non senza qualche rilievo critico.
Io abito nel quartiere Fossolo di Bologna che si trova a metà strada fra le due torri e la sede del comune di San Lazzaro, per cui capito spesso nella cittadina amministrata dal sindaco Macciantelli e ne apprezzo, la pulizia, l’ordine, la bella e fornitissima mediateca piena di giovani e non giovani che studiano e leggono, i parchi fioriti. Apprezzo molto, come ho già scritto, la cura e il riguardo dell’amministrazione per i ciclisti e i pedoni, attraverso la limitazione del traffico dei veicoli a motore, e la tutela della salute con i divieti imposti ai fumatori. Di altri settori della vita cittadina non ho fatto esperienza, ma se tanto mi dà tanto, immagino che funzionino non meno bene. In conclusione intendo porre la mia firma nel documento cui ho aggiunto questo mio commento con alcune proposte, modeste ma chiare.

Giovanni Ghiselli


P. S.
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1 Nella letteratura greca oJ khfhvn , il “fuco”, è animale disutile per eccellenza e ad esso si paragona Ecuba per descrivere il suo stato di inutilità, desolazione e debolezza (cfr. Euripide, Troiane 192ss.; inoltre Esiodo, Teogonia 594).
2 Così in effetti aveva insegnato un discepolo di Zenone ad Antigono Gonata re di Macedonia (276-239) cui "il regnare apparve un "onorevole servire", e[ndoxo" douleiva (Eliano, Var. hist. II 20).
3
P. P. Pasolini, Le belle bandiere, p. 54.
4 Estetica , Tomo I, p. 306.
5 Svevo, Una Vita , p. 239.
6 L'ultima estate di Klingsor, p.55.
7 Musil, L'uomo senza qualità , p. 210.
8 Moravia, La Noia , p. 19.
9 Sàndor Màrai, La donna giusta (del 1941), p. 78.
10 427-425 a. C.
11 M. Cacciari, Geofilosofia dell'Europa, pp. 42-43.
12 Cfr, Orazio: “non fumum ex fulgore, sed ex fumodare lucem cogitat”, (Omero) pensa di trarre luce dal fumo, non fumo dallo splendore (Ars poetica, 143-144). L’ars poetica non è molto lontana dall’arte politica se anche questa possiede i requisiti della chiarezza e della bellezza
13 Cfr. Orazio, Satira, I, 9: “infatti incombe su me un destino triste, che una vecchia Sabella predisse quando ero ragazzo, dopo avere agitato l'urna profetica:
Questo né atroci veleni né spada nemica porterà via

né pleurite o tisi né la podagra che attarda;
un chiacchierone questo una volta o l'altra lo finirà: i ciarlieri
se ha giudizio, eviti, appena si sarà fatto adulto (vv. 29-34)
14 Che significa, appunto, “immenso spazio vuoto”. In origine, secondo Esiodo, ci volteggiavano i mostri.
15 Esiodo afferma che davanti al valore gli dei hanno posto il sudore: "th'" d j ajreth'" iJdrw'ta qeoi; propavroiqen e[qhkan" (Opere e giorni, v. 289)

2 commenti:

  1. Caro Gianni Ghiselli, hai nobilitato attraverso citazioni eloquenti un programma che manca di proposte politicamente chiare e lessicalmente forti, troppe mezze verità e luoghi comuni.
    Margherita

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  2. Cara Margherita pesarese,
    I classici aggiungono sempre chiarezza e potenza.
    Lessicale e non solo.
    Anche i topoi o loci presentati da me sono luoghi comuni, argumenta quae transferri in multas causas possunt, li chiama Cicerone. Quanto alle "mezze verità", queste devono certamente trovare un completamento e una realizzazione nella prassi delle cose.
    Da frequentatore assiduo di San Lazzaro di Savena,ti assicuro che la prassi da sindaco di Macciantelli, funziona bene
    Vorrei e vorresti anche tu che il sindaco della nostra citttà fosse altrettanto bravo, cioè attento alla salutefisica e mentale dei cittadini
    Saluti
    gianni

    RispondiElimina

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