martedì 5 novembre 2013

Breve conclusione della tetralogia sul ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri



Come immaginavo terminando la seconda parte di questa tetralogia che arriva ora al conclusivo dramma satiresco, la ministra non ha detto niente che non fosse prevedibile.
Non sono in grado di verificare la verità o il mendacio di quasi tutte le sue affermazioni.
Una nota di ipocrisia tartufesca però la devo segnalare a chi mi legge.
La Cancellieri ha detto quasi testualmente che nessuno più di lei avverte come profonda ingiustizia la disparità di trattamento tra quanti possono rivolgersi al ministro della Giustizia e quanti non possono. A parte che è stata lei stessa a rivolgersi al suo amico congiunto della prigioniera, e non il contrario, la proba mulier potrebbe porre un facile e sicuro rimedio a questa colossale disparità facendo avere i suoi numeri di telefono e il suo indirizzo di posta elettronica a tutti i sessantamila carcerati d’Italia.
Se lo farà, sarà una persona coerente e credibile, altrimenti verrò costretto a sospettare che oggi questa Signora abbia inscenato una commedia recitando la parte della donna irreprensibile e ingiustamente accusata di essere proprio il contrario di quello che è.
Mi dispiace Eccellenza, ma non ci casco, poiché, si parva licet, io quando tengo una lezione, o una conferenza, e vedo che quanto dico interessa il pubblico, fornisco a tutti almeno il mio indirizzo di posta elettronica, in modo che chi lo desidera può scrivermi, domandare spiegazioni o chiedermi di mandargli l’intero percorso preparato, e altro di mia competenza che possa interessare. E, appena leggo la posta, rispondo.
Tutto questo gratis e non senza amore di  quello che faccio e delle persone per le quali lo faccio, tutte quelle che sono interessate alla cultura così brutalmente stuprata dalla classe politica.
Lei, mi perdoni la franchezza, non mi sembra altrettanto gratuita e disponibile in quello che fa.
La saluto

giovanni ghiselli  

g.ghiselli@tin.it

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