sabato 16 novembre 2013

La Cancellieri deve dimettersi o essere dimissionata



Il guardasigilli  ha mentito e deve dimettersi.
Assimilo il suo insistito mendacio alle menzogne della Tindaride Clitennestra nell’Agamennone di Eschilo.
Nel secondo episodio, la bipede leonessa[1] rientra in scena e  biasima il Coro di vecchi argivi perché l’ha criticata affermando che è tipico di una donna esaltarsi nel cuore (v. 592).
Precedentemente la moglie di Agamennone aveva simulato gioia per la notizia ancora incerta della vittoria  del marito dopo dieci anni di guerra.
Quando la buona novella viene confermata, la donna rinfaccia ai coreuti il loro scetticismo.
Quindi “l’ottima consorte” dà a vedere  una gioia che non prova per il ritorno dell’Atride, dicendo: “Troverà nella casa la sposa fedele (gunai`ka pisthvn, 606) quale l’ha lasciata,  la cagna del palazzo,  (dwmavtwn kuvna) benigna a lui e ostile ai malevoli.
Clitennestra durante l’assenza del consorte, del resto nemmeno lui esente da colpe, era diventata amante di Egisto, cugino di Agamennone.
La menzione dell’animale  manifesta l’ambiguità dell’affabulazione tragica e della donna.
Il cane infatti non è soltanto  un simbolo di fedeltà. Lo è quello accucciato ai piedi di Ilaria del Carretto nel monumento funebre commissionato a Jacopo della Quercia da Paolo Guinigi, signore di Lucca, per la moglie morta di parto nel 1405.
Ma la cagna può simboleggiare la femmina dissoluta, quindi anche la moglie infedele. Come nota lo scoliaste, kuvwn  significa una donna che ha più di un uomo.
Vediamo un altro esempio di cagna, o lupa, che non simboleggia la fedeltà o la castità.
Tito Livio  narra che una lupa offrì la mammella a Romolo e Remo i quali poi vennero raccolti dal pastore Faustolo che li portò nella sua capanna perché li allattasse la moglie Larenzia. Quindi lo storiografo di Padova aggiunge una spiegazione razionalistica della leggenda: "Sunt qui Laurentiam  vulgato corpore, lupam inter pastores vocatam putent; inde locum fabulae ac miraculo datum." (I, 4, 7) Ci sono quelli che pensano che Laurenzia fosse chiamata lupa tra i pastori in quanto si prostituiva; di qui prese origine la leggenda e il miracolo.    
La cagna dunque può essere una figura che sostituisce quella materna e assumere diverse valenze. Clitennestra nelle successive Coefore  presagisce al figlio Oreste che, se la ammazzerà, dovrà subire  la vendetta delle Erinni: "fuvlaxai mhtro;" ejgkovtou" kuvna"" (v. 924), guardati dalle cagne rabbiose di tua madre.

Ma torniamo alla prima tragedia della trilogia Orestea[2] di Eschilo.
Clitennestra continua con la finzione: Io non conosco piacere (oujd  j oi\da tevryijn) da altro uomo né nota di biasimo” (Agamennone, 611-612), non più che la tempra del bronzo.
Con la menzione di questo  metallo, Eschilo prefigura l’assassinio del conquistatore di Troia da parte della moglie adultera la quale, nel quarto episodio, apparirà spruzzata dal sangue di Agamennone colpito tre volte (v. 1387) da lei. Quindi la sorella di Elena rivendicherà l’assassinio, vantandosene ( ejgw; d’ epeuvcomai, v. 1394)
Nella fase preliminare, quella della mistificazione, al contrario, la moglie infedele  si era gloriata della propria fedeltà: “Tale è il vanto” (toiovsd  j oJ kovmpo~) (v. 613), pieno di verità (th`~ ajlhqeiva~ gevmwn, 613), e posso proclamarlo poiché sono una donna nobile.
La nostra ministra ha detto:  “Le accuse contro di me sono assurde… Rifiuto di vedere il mio onore appannato… Non accetto sospetti su di me”.
Infatti oramai abbiamo delle certezze sul suo conto.
Sia chiaro che non intendo accusare la Cancellieri di adulterio né di assassinio.  
La assimilo a Clitennestra per altre analogie:  il mendacio sfrontato,  la recita ingannevole,  le parole fallaci.
E tutto questo, in entrambi i casi, da una posizione di potere e alta responsabilità. La Cancellieri   ha  sicuramente rispettato il marito, ma altrettanto certamente non ha rispettato il proprio ruolo.
Chi mente in quella maniera non può fare il ministro
Se il PD non la licenzierà, non lo voterò alle prossime politiche, sebbene sia iscritto e collabori alla Festa dell’Unità da tanti anni.
Alle primarie voterò, ma escludo di votare un candidato che non proponga la sfiducia di questa donna.
Il V episodio della tragedia si apre con un grido proveniente dal palazzo. Lo lancia Agamennone assassinato dalla moglie: “w[moi, pevplhgmai kairivan plhgh;n e[sw (v. 1343), ahimé, sono colpito dentro con un colpo mortale!
T. S. Eliot utilizza questo verso come epigrafe alla poesia Sweeny among the nightingales[3] che ricorda il momento “when Agamennon cried aloud” (v. 38), quando Agamennone forte gridò.
Ora io grido forte che la Cancellieri deve dimettersi, o venire dimessa.
Ricordo che ero nella mensa universitaria di Debrecen nell’agosto del 1974, quando un ragazzo gridò la grande, bella notizia; “Nixon resigned!”, Nixon si è dimesso.
Seguirono grida di giubilo da parte di tutti, me compreso.
Nixon aveva mentito, da Presidente degli Stati Uniti, al suo popolo.
Chi ha orecchie ascolti[4].
Cito come clausola i versi finali (773-781) del secondo stasimo dell’Agamennone di Eschilo. 
“La Giustizia brilla nelle case dal povero fumo, e  tiene in pregio la misura equa. Abbandona, torcendo gli occhi,  le sedi cosparse d’oro messo insieme con  sozzura di mani, si rivolge a pie dimore, non rispetta potenza di ricchezza falsamente insignita di lode, e dirige ogni cosa al suo termine” .
La signora Anna Maria Cancellieri dunque è fuori luogo nel Ministero che ha occupato e attualmente usurpa. Se ne deve andare.

Giovanni ghiselli

P. S.
g.ghiselli@tin.it
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[1] divpou~ levaina, Eschilo, Agamennone, 1258
[2] Del 458 a. C.
[3] Sweeny tra gli usignoli in Poesie del 1920.
[4] Cfr. Qui habet aures, audiat, N. T. Matteo, 11, 15.O, se preferite oJ e[cwn w\ta ajkouevtw.

2 commenti:

  1. siamo d' accordo anche noi la cancellieri deve dimettersi Giovanna e Stefano

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  2. Sappiamo che non lo farà. Poche persone sono come Josefa Idema, purtroppo... Infatti non è italiana!!
    Maddalena

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