venerdì 14 dicembre 2018

Coriolano in Shakespeare e Plutarco

Coriolano


Coriolano di Shakespeare (1607)
e
Vita di Coriolano (parallela alla Vita di Alcibiade) di Plutarco (45-125 ca)

Coriolano non vuole ricompense in denaro, Un cittadino dice che quanto ha fatto di meglio he did it to please his mother and to be partly proud per piacere a sua madre e anche per la superbia, che ha grande come il coraggio (Shakespeare, Coriolano I, 1).
Coriolano è un edipico.
Plutarco scrive che Coriolano si proponeva come fine della gloria la felicità di sua madre tevlo" ejkeivnw/ de; th'" dovxh" hj th" mhtro;" eujfrosuvnh (Vita di coriolano, 4, 5)
Marzio si sposò quando la madre Veturia (Volumnia in Sh) glielo chiese ed ebbe anche dei figli dalla moglie Virgilia, ma continuò a vivere nella stessa casa con la madre. La madre del resto lo ha allevato come facevano le spartane: ero contenta di lasciarlo cercare il pericolo dove poteva trovare la fama (I, 3) To a cruel war I sent him, dalla quale tornò con le tempie cinte di quercia. Non provai tanta gioia quando seppi che mi era nato un uomo, quanta ne sentii seeing he had proved himself a man (I, 3)
E ancora: “i seni di Ecuba quando allattava Ettore non erano belli come la fronte del figlio quando pieno di sprezzo (contemning - lat. contemno) schizzava sangue contro le spade greche”.

Cfr. Gorgò la moglie di Leonida, a una straniera che le aveva detto: solo voi donne spartane comandate sugli uomini, Gorgò rispose: “movnai ga;r tivktomen a[ndraς (Plutarco, Vita di Licurgo, 14), infatti solo noi partoriamo degli uomini.
Gorgò da bambina diede ordini perfino al padre, al re Cleomene. Lo dissuase dall’ accettare il denaro (50 talenti) che Aristagora di Mileto gli offriva in cambio di un aiuto militare (Erodoto, V, 52, 2).

Virgilia, la moglie vuole fare la parte di Penelope. Glielo rinfaccia Valeria, un’amica della madre Volumnia, aggiungendo che tutta la lana filata in assenza di Ulisse non fece che riempire Itaca di tarme (I, 3)

Dopo la battaglia nella quale Coriolano si è coperto di gloria, il collega generale Cominio vuole assegnargli the tenth, la decima parte della preda (I, 9), ma Coriolano rifiuta un premio tanto grande e dice che la sua parte deve essere uguale a quella di chi lo ha visto combattere.

Siamo nel periodo immediatamente successivo al 494 quando la plebe ottenne magistratus sacrosanti quibus auxilii latio adversus consules esset (Livio, II, 33). Nell’anno della presa di Corioli morì Menenio Agrippa cui mancarono i denari per il funerale e la plebe fece una colletta. Vedi anche il potere dell’intercessio

Plutarco mette in luce che in quel tempo il denaro non era un idolo. Marzio si presentò quale candidato al consolato (uJpateiva, u{patoς console) con il solo mantello (iJmavtion) a[neu citw'noς, senza la tunica, sia per mostrarsi più umile nell’aspetto, come è appropriato a chi fa delle richieste, sia per mostrare le cicatrici (wjteilaiv), come segni visibili del valore.
ojye;; ga;r meta; polu;n crovnon più tardi infatti e dopo molto tempo si introdusse la compra vendita dei suffragi e si mescolò il denaro con i voti dell’assemblea (ojye; ga;r meta; polu;n crovnon wjnh; kai; pra'siς ejpeish'lqe kai; sunemivgh tai'ς ejkklhsiastikai'ς yhvfoiς ajrguvrion, 14).
Quindi la corruzione (hJ dwrodokiva) toccando anche i tribunali e gli accampamenti (kai; dikastw'n qigou'sa kai; stratopevdwn), portò la città alla monarchia, asservendo le armi al denaro ejxandrapodisamevnh ta; opla toi'ς crhvmasin.
Primo a minare la forza del popolo fu quello che iniziò a offrirgli banchetti e doni
Il popolo però riteneva già allora di subire vessazioni uJpo; tw'n daneistw'n (5) da parte degli usurai. L’indebitamento si chiamava nexum e prevedeva la schiavitù degli insolventi. Questa conseguenza provocò rivolte e fu abolita nella seconda metà del IV secolo
In Shakespeare. Un cittadino dice che i senatori make edicts for usury (I, 1) fanno editti a vantaggio degli usurai.

Anno 492. Coriolano non venne eletto per il 491, bensì Minucio e Sempronio
 Gelone (tiranno di Siracusa dal 485 al 478; nel 491-490 era ancora tiranno di Gela) inviò del grano in dono e la plebe sperava che venisse venduto a prezzo politico o regalato. Coriolano si oppose. Era anche contrario al tribunato della plebe come stato nello Stato
In Livio, Coriolano dice: “Si annonam veterem volunt, iam pristĭnum reddant patribus (II, 34), se vogliono il grano al vecchio prezzo, restituiscano ai patrizi, lo stato di prima. Dice che non ha sopportato la dittatura di Tarquinio, e non vuole tollerare i tribuni. Et senatui nimis atrox visa sententia est (II, 35). La plebe vedeva in Coriolano un mostruoso carnefice. Coriolano damnatus absens in Volscos exulatum abiit, condannato in contumacia andò in esilio tra i Volsci (II, 35). Lo ospitò Attio Tullio (In shak Tullo Aufidio) acerrimo nemico dei Romani
Trattare bene il popolo come facevano le democrazie radicali della Grecia, disse Coriolano, significava rifornire la loro indisciplina th;n ajpeivqeian aujtw'n ejfodiavzein (Plutarco, 16). Cfr. Platone: la democrazia è costituzione anarchica e variopinta)
 Propone di togliere loro th;n dhmarcivan (il tribunato) che annulla il potere consolare e divide la città. Roma infatti è stata tagliata in due.
Il Coriolano di Shakespeare aveva detto ai senatori che, nell’ assecondare la folla, noi nobili nutriamo contro il nostro senato la cattiva erba della ribellione, dell’insolenza della sedizione we nourish – nutrio – nutrire -‘gainst our Senate the cockle of rebellion, insolence, sedition (III, 1)

Plutarco: i tribuni dhvmarcoi aizzarono la folla contro Coriolano.
In Shak i tribuni Sicinio e Giunio Bruto manovrano per danneggiarlo, Eppure aveva riempito Roma di benefici.
Plutarco ricorda che Coriolano quando era ancora un ragazzo partecipò alla battaglia finale contro Tarquinio che gettava l’ultimo dado (e[scaton kuvbon, 3) avendo molti latini alleati (forse fa confusione con quella del lago Regillo contro i Latini del 499 o 496), Allora il dittatore lo incoronò con una corona di quercia-ejstefavnwse druo;ς stefavnw/ (3)
E Shak scrive che piegò Tarquinio e per ricompensa was brow-bound with the oak, fu incoronato con la quercia (II, 2). - brow, sopracciglio e fronte - cfr. ojfruvς, sopracciglio e orgoglio
Il popolo quasi si scagliò contro i senatori.
I tribuni presentarono un’accusa (aijtivan) contro Coriolano e lo invitavano a discolparsi ejkavloun aujto;n ajpologhsovmenon (17), Coriolano cacciò i funzionari con la citazione. Allora i tribuni, meta; tw'n ajgoranovmwn con gli edili della plebe, cercarono di catturarlo. I patrizi lo difesero e scoppiò un tumulto (tarachv)
Il giorno dopo i consoli tentarono di placare il popolo
I tribuni chiesero che Marzio andasse a scusarsi sperando che si umiliasse o si arrabbiasse. Marzio si presentò ma con aria sprezzante e di sfida e il popolo si inasprì. Il più ardito dei tribuni (tw'n dhmavrcwn oJ qrasuvtatoς) Sicinio disse che loro, i difensori del popolo, avevano condannato a morte Marzio (18)
Alla fine Marzio si sottopose al giudizio e fu condannato all’esilio perpetuo-ajivvdio" fughv (20) Il popolo ne fu felice. Marzio non ne fu umiliato ma adirato. Quindi abbracciò le sue donne poi uscì da Roma seguito da tre o quattro clienti. trei'ς h] tevttaraς pelavtaς e[cwn peri; aujtovn (21). I clienti non mancano mai. Coriolano Prima dimorò nei suoi poderi poi decise di suscitare ajnasth'sai una grave guerra-povlemon baruvvn kai; o{moron contro Roma da parte dei popoli vicini. Si rivolse a Tullo Attio che viveva nella città di Anzio. Questo accoglie la sua proposta e lo invitò a prendere il comando delle truppe. Marzio conquistò diverse città del Lazio fini a Bola che dista solo cento stadi da Roma (18 km circa). A questo punto la plebe chiese il ritorno di Coriolano a Roma ma il Senato non ratificò il plebiscito. Allora Marzio si infuriò e mosse contro Roma ponendo il campo a quaranta stadi (7 km e mezzo) quinque ab urbe milia (Livio, II, 9, 5).
Andarono a pregarlo dei suoi parenti e amici ma lui li ricevette seduto con una pompa e un sussiego insipportabili met j o[gkou kai; baruvthto" oujk ajnekth'" (30). Coriolano rispose agli ambasciatotori con sdegno e ira pikrw'" kai; pro;" ojrghvn per i torti subiti, Poi chiese che si estendesse ai Volsci ijsopoliteian h{nper Lativnoi", in pratica il foedus Cassianum concesso dal console Cassio ai Latini nel 493 dopo la battaglia del lago Regillo
Era un patto difensivo nei confronti dei Volsci e degli Equi.
In Shak. Coriolano caccia Menenio Agrippa (V, 2)
Tuttavia si ritirò dal territorio di Roma e questo suscitò tra i Volsci le prime accuse. Tra i detrattori ostili c’era Tullo invidioso di Coriolano –ejn d ‘anqrwpivnw/ pavqei gegonwv", vittima di una debolezza umana
Marzio poi avanza di nuovo contro Roma. Allora Valeria va a trovare Volumnia e Virgilia e propone di recarsi dal loro figlio s marito con i figli di Coriolano. Gli stessi volsci ne ebbero compassione
Rimane fondamentale il rapporto con la madre Volumnia.
 Coriolano come vide avanzare le matrone si stupì (ejqauvmasen, 34), ma osservando venne sopraffatto dall’emozione (genovmenoς de; tou' pavqouς ejlavttwn) e fu sconvolto a quella vista kai; suntaracqei;ς pro;ς th;n o[yin, e non sopportò di rimanere seduto mentre lei si avvicinava: scese dalla tribuna, prwvthn me;n hjspavsato th;n mhtevra anche con l’abbraccio più lungo kai; plei'ston crovnon, poi la moglie Virgilia e i figli, senza trattenersi dalle lacrime

In Sh. Coriolano vede arrivare “lo stampo venerata da cui prese forma questo torso” (the honoured mould - modulus misura - wherein this trunk truncus - was framed - V, 3).
E porta per mano il nipote del suo sangue-and in her hand the grandchild to her blood. Coriolano è commosso ma cerca di resistere: let it be virtuous to be obstinate,-obstinatus- sia virtuosa la risolutezza
Mia madre si inginocchia bows come un Olimpo che si curvi a implorare la tana di una talpa, and my young boy hath an aspect of intercession which great Natur cries deny – nego - not
Coriolano cerca di non impietosirsi: “I’ll never be such a gosling to obey - oboedio instinct, non sarò come un papero che obbedisce all’istinto, but stand as if man were author of himself and knew no other kin - ma resisterò come se fossi un uomo che ha fatto se stesso e non conosce la razza
Plutarco: come riconobbe la madre che camminava davanti alle altre, dapprima cercò di non impietosirsi ma poi genovmeno" de; tou' pavqou" ejlavttwn, sopraffatto dall’emozione e sconvolto a quella vista kai; suntaracqei;" pro;" th; oyin, non sopportò di rimanere seduto e andò loro incontro senza rrisparmio di lacrime e gesti di tenerezza.
In Sh. Coriolano davanti alla moglie che gli rinfaccia il loro dolore dice a se stesso - aside like a dull actor now I have forgot my part” (v, iii). Poi si inginocchia davanti alla madre. Volumnia lo fa alzare. Poi si inginocchia lei
Volumnia gli presenta il figlio come a poor epitome of yours, un povero compendio di te.
In Sh madre aggiunge che anche se loro non parlassero, should we be silent and not speak, our raiment and state of bodies would bewray what life we have led since thy exile le vesti e lo stato dei corpi direbbero quale vita abbiamo fatto dal tuo esilio (V, 3)
In Plutarco oJra'ς w| pai', ka]n aujta; mh; levgwmen, ejsqh'ti kai; morfh'/ tw'n ajqlivwn swmavtwn tekmairovmenoς oi{an oijkourivan-vita ritirata in casa- hJ sh; fugh; periepoivhse (35), tu vedi pure se noi non parliamo dalle vesti e deducendolo anche dall’aspetto dei nostri miseri corpi a quale vita ritirata in casa si abbia costretto il tuo esilio
Siamo ajtucevstatai pasw'n gunaikw'n poiché siamo quelle cui la sorte ha reso temibile la più cara delle viste – ai|ς to; h{diston qevama foberwvtaton hJ tuvch pepoivhken (35)
E Sh. How more unfortunate than all living women are we, poiché la tua vista che dovrebbe riempirci gli occhi di gioia e far danzare i cuori di felicità, li forza a piangere e a tremare di paura e di dolore
Ora noi dobbiamo perdere la patria, nostra cara nutrice o la tua persona Alack, or we must lose-the country our dear nurse - nutrix, or else thy person, our comfort in the country (V, 3). E Plutarco: non è possible aijtei'sqai para; qew'n kai; th'/ patrivdi nivkhn a{ma kai; soi; swthrivan (35).
Se attaccherai la patria thy country, gli dice, non potrai che calpestare than to tread il ventre di tua madre –on thy mother’s womb-che ti mise al mondo (V, 3)
E Virgilia aggiunge il proprio ventre che farà vivere nel tempo il nome di Coriolano.
In Plutarco Volumnia dice: “se non riuscirai a farti benefattore di questi due popoli, tu non potrai attaccare la patria pri;n h[ nekra;n uJperbh'nai thn tekou'san (35), prima di essere passato sulla morta che ti ha partorito”

Non ti chiedo di distruggere i Volsci, no la nostra richiesta è di riconciliarli our suit is to reconcile them.
a[dhloς d j w]n oJ povlemoς tou't j e[cei provdhlon (35) essendo la guerra incerta, ha questo di certo; se vincerai, sarai il distruttore della patria, se verrai sconfitto tutti penseranno che per spiriti di vendetta hai causato sventure ai tuoi benefattori e amici.
The end of war is uncertain; but this is certain.
Ti rimarrà la rinomanza di uomo che fu nobile ma con l’ultima impresa spazzò via la nobiltà: egli ha distrutto la sua terra madre destroyed his country (V, 3).



In Plutarco Volumnia dice che a Coriolano vincitore rimarrà la cattiva fama di ajlavstwr th'ς patrivdoς, demone vendicatore, flagello della patria.
Coriolano non risponde subito. Allora Volumnia fa: “tiv siga'/ς w\ pai';” (36).
E Sh. Why dost not speak? (V, 3)
 E continua: “Think’st thou it honourable for a nobleman still to remember wrongs pensi che sia onorevole per un nobile ricordare le offese per sempre?
E Plutarco: “è forse bello abbandonarsi del tutto all’ira e al risentimento (povteron ojrgh'/ kai; mnhsikakiva/ pavnta sugcwrei'n kalovn, 36)
O conviene (proshvkei) a un grand’uomo ricordare il male subito mentre sarebbe indegno di un uomo grande e nobile rendere onore e omaggio ai benefici che da bambino ha ricevuto dai genitori? (36)

There’s no man in world more bound to’s mother, non c’è uomo al mondo più obbligato a sua madre
Thou hast never in thy life-showed thy dear mother any courtesy (V, 3, 160-161)
Eppure a nessuno come a te si converrebbe osservare la riconoscenza kai; mh;n oujdeni; ma'llon e[prepe threi'n cavrin wJς soiv (36, 2)
Ti sei vendicato ampiamente della patria ma th'/ mhtri; oujdemivan cavrin ajpodevdwkaς (36, 3)
Quindi Volumnia dice: down ladies! Let us shame him with our knees- govnu-govnato", tov -genu-us, neutro, a terra donnne!, svergogniamolo con le ginocchia!
E in Plutarco : kai; tau't j eijpou'sa prospivptei toi'ς govnasin aujtou' meta; th'ς gunaiko;ς a{ma tw'n paidivwn, con la moglie e i figli.
Allora Coriolano fa alzare la madre e le dice: “nenivkhkaς-ei\pen- eujtuch' me;n th'/ patrivdi nivkhn, ejmoi; d j ojlevqrion” (36, 5), hai vinto una vittoria fausta per la patria ma rovinosa per me
E Sh you have won a happy victory to Rome. But for your son-believe it, o believe it-most dangerously you have him prevailed -praevaleo-if not most mortal to him. (V, iii, 186-190)
A Roma vengono festeggiate le donne. Il Senato decretò che venisse loro concesso qualsiasi cosa chiedessero, ed esse chiesero solo che venisse edificato un tempio alla Fortuna muliebre oujde;n hxivwsan a[llo h] Tuvchς gunaikeivaς iero;n iJdruvsasqai (37)
A Roma suonano trombe oboi, tamburi and the shouting Romans make the sun dance (V, 4) Mentre i Romani urlanti fanno ballare il sole
Quanto a Volumnia, Virgilia e Valeria, un senatore grida che bisogna spargere fiori sul loro cammino (V, 5)
Plutarco racconta che il Senato fece erigere il tempio con la statua della Fortuna muliebre, mentre le donne a loro spese fecero costruire una seconda statua che avrebbe anche parlato dicendo alle donne che il dono fatto era gradito agli dei (37, 5).
L’autore non se la sente di negarlo in quanto il divino non assomiglia all’umano e se fa cose per noi impossibili non è in contrasto con la ragione ou[te paravlogovn ejstin (38, 6).
La maggior parte delle cose divine tw'n qeivwn ta; pollav, come dice Eraclito, ci sfugge ajpistivh/, a causa della nostra incredulità (38, 7) 
Cfr. mutatis mutandis, l’accoglimento del mito in Livio, Curzio Rufo, Tacito, Arriano. Nessuno se la sente di negarlo del tutto.

In Tito Livio le donne si recano da Veturia, la madre di Coriolano e da Volumnia, la moglie. Queste vanno nel campo nemico con i due figli di Coriolano il quale rimase multo obstinatior adversus lacrimas muliebres (II, 40) di cui aveva avuto l’annuncio. Ma quando le vide, si lanciò verso la madre per abbracciarla. La madre prima di lasciarsi abbracciare gli chiese se fosse un figlio o un nemico e se lei fosse prigioniera o madre. Coriolano si commosse, ritirò l’esercito. Alcuni invidia rei oppressum tradunt, ma apud Fabium longe antiquissimum auctorem si legge che visse fino alla vecchiaia. Ripeteva che l’esilio è molto più doloroso nella vecchiaia
Si tratta di Fabio Pittore contemporaneo del Cunctator e appartenente alla stessa gens Fabia. Questo “antichissimo tra gli annalisti…accentuava il diritto (e i successi) dei Romani…non aveva più quella superiore serenità in cui è il fascino della storiografia greca classica, insomma di un Erodoto o di un Tucidide” (Mazzarino, Il pensiero storico classico, II, 104). Si tratta dell’obiettività epica di questi autori
Scrisse in greco la sua opera, che andava dalle origini dei Romani, considerati come discendenti di Enea, sino, pare, alla fine della seconda guerra punica (il frammento più recente si riferisce alla battaglia del Trasimeno). Della sua opera si ebbe anche una traduzione latina.
Ispirandosi alle mire della politica filellenica di T. Quinzio Flaminino, F. volle ribadire il concetto dell'affinità di stirpe tra Greci e Romani, dimostrare la giustizia della condotta tenuta da questi e suscitare imponente impressione della loro potenza. Per i tempi più antichi F. attinse non soltanto a narrazioni storiche greche, ma anche a monumenti pubblici, a documenti famigliari e a carmi latini epici ed epico-lirici. L'esposizione relativa ai primi secoli della repubblica era più sommaria e lacunosa; quella della prima guerra punica diventava più diffusa, mettendo a profitto gli atti degli archivî e i ricordi dei vecchi, e quella della seconda era fatta come da contemporaneo.

Gli uomini romani non portarono invidia alle donne per il loro vanto –adeo sine obtrectatione gloriae alienae vivebatur- (Livio, II, 40) si viveva senza cercare di abbassare la gloria altrui, anzi consacrarono e dedicarono un tempio alla Fortuna muliebre.

Sh. Tra i Volsci, Tullo Aufidio, il loro capo, fa uccidere Coriolano. Dice: “at a few drops of women’s rheum - rJeu'ma, flusso -, which are-as cheap as lies, he sold the blood and labour – of our great action. Therefore shall he die,-and I’ll renew-new-nevo" me in his fall” (V, 6), per poche gocce di lacrime di donna che sono a buon mercato come le bugie, egli ha venduto il sangue e la fatica della nostra grande impresa. Perciò morirà e io rinascerò nella sua caduta.
Conclude dicendo che sebbene il Romano abbia riempito di lutti le donne dei Volsci, avrà un nobile monumento ( yet he shall have a noble memory, V, , 154-155).

 Plutarco: Marzio tornò ad Anzio dai Volsci, Tullo che da tempo lo odiava e non lo sopportava per invidia misw'n pavlai kai; barunovmeno" dia; fqovnon (9) tramò per farlo uccidere, sicché i suoi seguaci lo ammazzarono. Il popolo non era d’accordo e la tomba di Coriolano venne adornata con armi e spoglie come si fa con un prode. Presto dovettero rimpiangerlo. In seguito combatterono contro gli Equi poi vennero sconfitti e sottomessi dai Romani . (Vita di Coriolano, 39).

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