sabato 8 dicembre 2018

La strage di Corinaldo



La strage di Corinaldo 8 dicembre 2018 ore 18, 30

Mattarella in persona, persona autorevole quant’altri mai,  ha detto-ipse dixit: "non si può morire così" poco dopo che proprio così appunto sono  morti 6 giovani. Perché non si continui a morire così, dato che fuori dalle frasi retoriche di circostanza così si può morire come si è appena visto, bisogna chiudere quei luoghi dove si muore in tale maniera, tra il fumo, il buio, il chiasso, nella negazione di ogni forma umana di comunicativa, di riflessione, di intelligenza, di bellezza pure tra tanti bellissimi giovani. Vero è che
golden lads and girls all must,
as chimney-sweepers, come to dust, ragazzi e fanciulle d’oro, tutti devono finire in polvere come gli spazzacamini (Shakespeare, Cimbelino, IV, 2),
ma non da adolescenti e nemmeno da giovani come in un macello!
Quei poveri ragazzi ingannati vengono mostrati dalle immagini televisive quali agnelli spinti allo scannatoio. Poi ci saranno i soliti imbecilli che andranno ad applaudire le bare pensando magari di onorare o addirittura ricompensare della vita perduta i ragazzi morti. Il Papa dovrebbe dire parole di esecrazione di quei luoghi infernali oltre le sante parole di benedizione per i defunti. Si chiudano certi posti e non per pochi giorni! Sono fucine del male anche quando non diventano dei mattatoi. Questa di Corinaldo non è stata la prima volta, ma deve essere l'ultima, e, perché sia l'ultima, non bastano la trita retorica di sempre, gli applausi oramai nauseanti, parole e usi che non lavano nessuna coscienza.
Se fossi un usignolo io canterei addolorato sotto l’ombra di un pioppo  "qualis populea maerens philomela sub umbra/amissos queritur fetus, quos durus arator/observans nido implumis detraxit; at illa/flet noctem, ramoque sedens miserabile carmen/integrat, et maestis late loca questibus implet  " ( Virgilio, Georgica IV, vv. 511-515), quale l'usignolo addolorato sotto l'ombra del pioppo lamenta le creature perdute, che il crudele aratore spiando trasse giù implumi dal nido; ma quello piange nella notte e, posato sul ramo, rinnova il compassionevole canto e per largo tratto riempie i luoghi di tristi lamenti.
 Ma non sono un usignolo né Filomela, bensì mi sento un educatore e devo avvisare i giovani: evitate quei luoghi di morte! Sono posti brutti e non vi si addicono!
Anche se non si drogano con sostanze letali, i giovani vanno ad ascoltare dei cattivi maestri di disordinate trasgressioni.
Anche se non si alcolizzano, si trovano sempre in balia di altro rispetto a se stessi.
Non applaudirò le bare ma invio un abbraccio a tutte le ragazze e i ragazzi di Corinaldo e d'Italia. Questo è il consiglio di un vecchio pedagogo che ama la vita tuttavia e sa ancora farsi contraccambiare: disertate le discoteche!
Una sera del maggio dl ‘67 misi piede in quello che era considerato il tempio del beat: L'altro mondo di Rimini. Vidi subito che era il capannone del nulla. Ne uscìi disgustato. Non ho messo piede mai più in simile lordura.
Se volete stare bene ragazzi, fate dello sport e non in palestre ma all’aria aperta. Correte e pedalate nel sole, nel vento, perfino nella pioggia, tutta la natura è santa, o per lo meno più sana delle discoteche, delle bettole, delle palestre!
Ascoltate la voce di Dio nella musica di Mozart o degli Arcangeli in quella di Rossini, leggete i libri buoni degli auctores accrescitori,  invece di spiare continuamente i cellulari, aggeggi che possono allontanare dalla vita o addirittura propiziare la morte quando vengono usati sempre più spesso durante la guida di auto, motorini e perfino delle ottime biciclette. Bevete l’acqua l’ a[riston u{dwr di Pindaro (Olimpica I, 1) invece degli alcolici che vi spappolano il cervello e della coca cola che vi rende opimi come bovi.
Per queste parole alcuni idioti mi daranno del fascista, altri del talebano o del komeinista, altri ancora dello stalinista.
Io li perdono perché non sanno quello che dicono.
Baci
gianni

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