domenica 2 dicembre 2018

Lucano, "Pharsalia". Parte I


Oggi, 3 dicembre, alle 18 presenterò Lucano nella biblioteca Ginzburg.
Metto qui un breve brano del percorso preparato. Uso il metodo comparativo che ho inaugurato nel 1975 quando iniziavo, trepidamente, il mio insegnamento liceale e questo metodo non era ancora di moda, anzi era guardato con sospetto dai colleghi che si limitavano alla grammatica.

Nella Pharsalia il furor per il potere e la rabies delle armi porta alla trasfigurazione e trasvalutazione delle parole: "Imminet armorum rabies, ferrique potestas/confundet ius omne manu, scelerique nefando/nomen erit virtus, multosque exibit iin annos/hic furor" (Pharsalia I, 666-669), incombe la rabbia delle armi, e il potere del ferro sfigurerà ogni diritto con la violenza, e virtù sarà il nome di delitti nefandi, e questo furore durerà molti anni. Cfr. Tucidide e Sallustio.

Un fenomeno importante e funzionale al fissaggio dei vocaboli nella memoria è la transvalutazione lessicale: parole come audacia e tovlma cambiano significato durante le guerre civili.
Nei conflitti interni molti valori si capovolgono: lo afferma Tucidide a proposito della stavsi" di Corcira, quando ci fu una tranvalutazione generale e le stesse parole cambiarono il loro significato originario: "Kai; th;n eijwqui'an ajxivwsin tw`n ojnomavtwn ej" ta; e[rga ajnthvllaxan th'/ dikaiwvsei. Tovlma me;n ga;r ajlovgisto" ajndreiva filevtairo" ejnomivsqh" (III, 82, 4), e cambiarono arbitrariamente l'usuale valore delle parole in rapporto ai fatti. Infatti l'audacia irrazionale fu considerata coraggio devoto ai compagni di partito.
"Un'audacia "ajlovgisto"" prende il nome di coraggio, la prudenza si chiama pigrizia, la moderazione viltà, il legame di setta viene prima di quello di sangue, e il giuramento non viene prestato in nome delle leggi divine, bensì per violare le umane. Sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è necessario lottare con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è ammessa. Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82-84)".
Nel Bellum Catilinae di Sallustio, Catone , parlando in senato dopo e contro Cesare, il quale aveva chiesto di punire i congiurati "solo" confiscando i loro beni e tenendoli prigionieri in catene nei municipi, denuncia questo cambiamento del valore delle parole: "iam pridem equidem nos vera vocabula rerum amisimus: quia bona aliena largiri liberalitas, malarum rerum audacia fortitudo vocatur, eo res publica in extremo sita est " (52, 11), già da tempo veramente abbiamo perduto la verità nel nominare le cose: poiché essere prodighi dei beni altrui si chiama liberalità, l'audacia nel male, coraggio, perciò la repubblica è ridotta allo stremo.
E ancora: nel Macbeth di Shakespeare la moglie di Macduff viene invitata a fuggire da un messaggero, prima che arrivino i sicari del tiranno, e risponde: “Whither should I fly? (cfr. latino pluma)-I have done no harm. But I remember cfr. lat. Rememoror - now. cfr. greco nu’n - I am in this earthly cfr. greco e[ra - terra - world where to do harm-is often laudable; to do good, sometime-accounted cfr lat ad+computo - dangerous - cfr. Lat damnum - folly” (IV, 2), dove dovrei scappare? Io non ho fatto del male. Ma ora ricordo. Io sono in questo basso mondo dove fare il male è spesso lodevole; fare il bene, talora è considerata pericolosa follia.

Le parentele etimologiche con il latino e il greco indicate sopra sono tratte da
A CONCISE ETYMOLOGICAL DICTIONARY OF THE ENGLISH LANGUAGE
BY THE REV. WALTER W. SKEAT. NEW AND CORRECTED IMPRESSION (1984) First impression 1882. OXFORD AT THE CLAREDON PRESS

Le lingue classiche hanno contribuito a formare gli idiomi dell’Europa di oggi. In Grecia il moderno demotico non sarebbe nato senza la continuità col greco colto antico e medievale. Una lingua germanica come l’inglese “lingua d’origine germanica profondamente latinizzata” è al 75% del suo vocabolario latina e neolatina. In Italia il prevalere del fiorentino antico sugli altri dialetti è stato in gran parte determinato dalla sua prossimità al latino.
Come l’inglese, l’italiano è poco chiaro per chi lo usa senza la capacità di orientarsi nel retroterra classico.

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