lunedì 4 febbraio 2019

Contro ogni spargimento di sangue umano femminicidio o maschicidio, infanticidio o geronticidio


Di nuovo l’Elettra di Euripide. Le mani sporche di sangue

Parla Elettra: “La madre mia intanto siede sul trono in mezzo al bottino di Troia, e vicino al suo seggio stanno le ancelle asiatiche, quelle che mio padre portò via nel saccheggio (e[pers j 316), avvolte in mantelli dell’Ida (favrh acc di relazione da favro" - ou" ) dalle febbie d’oro” - crusevai" povrpaisin - povrph cfr. peivrw, trafiggo)
Inoltre il sangue del padre nero è marcito ai|ma mevlan sevshpen - shvpw -  (319) sotto il tetto, ma chi lo ha ucciso, sale sullo stesso carro e se ne va in giro, ed è fiero di impugnare con le mani lorde di sangue – miaifovnoisi cersi;  gaurou'tai labwvn - 322 - lo scettro con il quale guidava l’esercito il padre mio”.

La mano dell'assassino è ricorrente nei drammi dei cupi delitti: gli stessi autori, o gli ispiratori dei misfatti, rimangono impressionati dalla destra che ha colpito, oppure ha solo istigato, comunque è rimasta sporca di sangue.
Versare il sangue a terra è un peccato irredimibile
Il coro dell'Agamennone nel terzo stasimo canta:"una volta caduto a terra - to; ga;r ejpi; ga'n peso;n a[pax), nero/sangue mortale di quello che prima era un uomo chi/potrebbe farlo tornare indietro cantando?" (vv. 1019 - 1021)

Nella Parodo delle Coefore  di Eschilo il Coro canta:" Tutti i canali convogliati in un'unica via, bagnando la strage che imbratta la mano, correrebbero inutilmente a purificarla" (vv.72 - 74).
 Nella lamentazione funebre che conclude il primo episodio Oreste ribadisce :"infatti se uno versa tutti i libami in cambio di una sola goccia di sangue , vano è il travaglio: così è il detto" (vv. 520 - 521).
Nel Macbeth  il protagonista, dopo che ha assassinato il re, fa: " Will all great Neptune's Ocean wash this blood clean from my hand?, tutto l'Oceano del grande Nettuno potrà lavar via questo sangue dalla mia mano? No, piuttosto questa mia mano tingerà del colore della carne le innumeri acque del mare facendo del verde un unico rosso (II, 2).
Il modello di questo passo si trova nella Fedra  di Seneca dove Ippolito, sentendosi contaminato dalla matrigna, dice:"quis eluet me Tanais aut quae barbaris/Maeotis undis pontico incumbens mari?/Non ipse toto magnus Oceano pater tantum expiarit sceleris, o silvae, o ferae! " (vv.715 - 718), quale Tanai mi laverà o quale Meotide che con le barbare onde preme sul mare pontico? Nemmeno il grande padre mio con tutto l'Oceano potrebbe espiare un delitto così enorme. O foreste, o fiere!
Lady Macbeth in un primo momento afferma che poca acqua basterà a pulire le mani lordate dal misfatto:"A little water clears us of this deed  " (II, 2) leggiamo nella tragedia di Shakespeare[1].
Più avanti la stessa donna che, aizzando il marito al tradimento e al delitto, era sembrata tanto salda, sospira:"All the perfumes of Arabia will not sweeten this little hand ", tutti  i balsami d'Arabia non basteranno a profumare questa piccola mano (V,1).
Un concetto espresso anche dal Manzoni con parole sante che dovrebbero venire in mente ai tanti macellai di carne umana di questi ultimi tempi:" il sangue d'un uomo solo, sparso per mano del suo fratello, è troppo per tutti i secoli e per tutta la terra" (Osservazioni sulla morale cattolica , VII).

Nell'ultima scena dell' Hercules furens l'eroe che impazzito ha ucciso i propri cari teme che le  mani sporche di sangue non potranno purificarsi mai:"Quis Tanais, aut quis Nilus, aut quis Persica/violentus unda Tigris, aut Rhenus ferox,/Tagusve ibera turbidus gaza fluens,/abluere dextram poterit? Arctoum licet/Maeotis in me gelida transfundat mare,/et tota Thetys per meas currat manus:/haerebit altum facinus" (vv. 1321 - 1329), quale Tanai o quale Nilo, o quale Tigri violento per l'onda persiana o il Reno impetuoso, o il Tago che scorre torbido per l'oro di Spagna potrà purificarmi la destra? Anche se la gelida Meotide versasse in me il mare del Nord e tutto l'Oceano corresse per le mie mani, rimarrà profondamente impresso il delitto.




[1] Una battuta che nel libretto di Piave del melodramma musicato da Verdi diventa:" Ve' le mani ho lorde anch'io; poco spruzzo e monde son"  (Macbeth, I atto).

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