martedì 19 febbraio 2019

Euripide poeta dell'irrazionalismo. Replica a Nietzsche

Nietzsche

Breve brano di una parte della conferenza che terrò domani nel liceo Filateco di Ferentino

Euripide poeta dell’irrazionalismo

"Euripide… non fu precisamente il razionalistico "poeta dell'illuminismo greco". Fu il poeta che meglio di ogni altro seppe ascoltare i moti più segreti del cuore umano e avvertì in tutta la loro gravità i conflitti che ora ne scaturivano. Il desiderio di vendetta di Medea emerge dalle insondabili profondità della sua anima, e appena arriva alla soglia della coscienza ha inizio nell'intimo del personaggio una dura, inesorabile lotta, in cui la ragione e l'amore materno soccombono alla passionalità del qumov". La vita ha insegnato ad Euripide che noi abbiamo in genere chiara coscienza del bene, ma non lo attuiamo perché gli impulsi irrazionali sono più forti"[1].
La Fedra di Seneca  riprende dall'Ippolito di Euripide la coscienza della dicotomia tra il sapere e il fare:"Quae memoras, scio/vera esse, nutrix; sed furor cogit sequi peiora. Vadit animus in praeceps sciens,/remeatque frustra sana consilia adpĕtens" (vv. 178-181), so che quanto mi rammenti è vero, nutrice; ma il furore mi costringe a seguire il peggio. Il mio animo si avvia al precipizio e lo sa, poi torna a cercare invano sani propositi.
Il furor è più forte della ratio: è un dio: Quid ratio possit? Vicit ac regnat furor” (Fedra, v. 184).

Nietzsche: “Tutti gli uomini grandi furono grandi per l’intensità dei loro affetti”[2].
Il prevalere dello qumov", la parte emotiva. Euripide poeta dell’irrazionalismo (Dodds)
La  Medea  di Euripide  individua nel suo animo  un conflitto tra la passione furente e i ragionamenti, quindi comprende che l'emotività, sebbene sia causa dei massimi mali per gli uomini, è più forte dei suoi propositi:" Kai; manqavnw me;n oi|a dra'n mevllw kakav,-qumo;" de; kreivsswn tw'n ejmw'n bouleumavtwn,-oJvsper megivstwn ai[tio" kakw'n brotoi'"" ( vv. 1078-1080), capisco quale abominio sto per compiere, ma più forte dei miei ragionamenti è la passione che è causa dei mali più grandi per i mortali", dice nel quinto episodio dopo avere preso la decisione folle di uccidere i figli.
Al canone di Euripide, Seneca tragico apporta due variazioni strutturali: elimina dal cast il re di Atene Egeo (puntello esterno al progetto distruttivo di Medea) e muta sesso al coro, che ora è maschile-Coro di Corinzi-, e non simpatizza con Medea, anzi la condanna. Ne esce una Medea radicalizzata nel suo destino e nel suo sinistro proposito, che contravviene scenicamente, fra l’altro. al precetto oraziano di non trucidare i figli coram populo)”[3].

Pohlenz
Pohlenz attribuisce anche all’ Edipo di Sofocle la prevalenza dello qumov~: “Lineamento fondamentale del suo essere è lo thymós, la calda impulsività, che un tempo, quando aveva incontrato il padre e quando poi aveva scoperto il proprio delitto, lo aveva indotto ad atti troppo subitanei, e neppure ora, nella vecchiaia, lo aveva abbandonato. E se al momento dell’estremo commiato egli dice alle figlie: “Nessuno vi ha amato mai come me”, noi sappiamo che quest’uomo sa anche odiare come nessun altro. Anche i propri figli”[4].  

Dodds
Euripides remains for us the chief representative of fifth-century irrationalism; and herein, quite apart from his greatness as a dramatist, lies his importance for the history of Greek thought[5], Euripide rimane per noi il principale rappresentante  dell’irrazionalismo del V secolo; e in questo, del tutto a parte dalla sua grandezza come drammaturgo, sta la sua importanza per il pensiero greco.


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[1] M. Pohlenz, L'uomo greco, p. 624.
[2] Nietzsche, Frammenti postumi 1881 (109).
[3] Roberto Andreotti, Classici elettrici, p. 60.
[4] M. Pohlenz, La tragedia greca, p. 394.
[5] Dodds, Euripides the irrationalist in  The ancient concept of progress, p. 90.


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