giovedì 14 febbraio 2019

"Elettra" di Sofocle. II parte


Elettra di Sofocle. II parte commentata secondo il mio metodo comparativo. Gli excursus sono in più

Conclusione del Prologo
Tra i due fratelli è la ragazza che segue i dettami del codice eroico (non cedere, non fingere mai)

Oreste spinge il vecchio pedagogo a entrare poiché è arrivato il kairov~ che è il mevgisto~ ejpistavth~ ( Sofocle, Elettra, 76),  il sovrintendente più grande di ogni azione umana (e[rgou pantov~).
Kairov~ è una parola chiave. Cfr. Isocrate Non si deve fallire l'occasione:"tw'n kairw'n mh; diamartei'n"(Contro i sofisti , 16)

Si sentono giungere i gemiti di Elettra dall’interno. Escono Oreste, Pilade e il Pedagogo. Vanno a portare libagioni sulla tomba di Agamennone. Monodia di Elettra. Quindi  compare  Elettra, uscendo dalla soglia della reggia, e recita una monodia  (86-120).

Elettra si rivolge alla luce pura (w\ favo~ aJgnovn, 86 ). Ricorda che di notte e di giorno piange il padre cui sua madre e l’amante (koinolechv~, 97) Egisto spaccano la testa con la scure (scivzousi kavra pelevkei, 99) come quercia i boscaioli (o{pw~ dru`n uJlotovmoi). Il presente significa l’impossibilità di obliare l’orrore
 E non c’è altro compianto di donna (oi\kto~, 100) che il suo.
Elettra dice ouj lhvxw qrhvnwn (102-103)  non cesserò di piangere come l’usignolo (ajhdwvn) che ha perduto i figli. Cfr. il non cedere di Achille  cedere nescius appunto e il mito di Procne.
 Quindi  la ragazza invoca l’  jarav. La maledizione e le Erinni, quelle del padre, perché ne vendichino l’eccidio. Inoltre chiede il ritorno del fratello.

Parodo commatica (vv. 121-250).
 E’ un dialogo lirico (kommov~) tra Elettra e il Coro formato da donne nobili di Micene.
Nell’Elettra di Euripide invece la ragazza vive in campagna sposata con un contadino di buon animo che la rispetta al punto di non consumare le nozze tanto grande è la diversità di rango. Questo matrimonio incongruo era stato imposto da Egisto perché la figlia di Agamennone avesse una prole debole
Nella tragedia di Euripide Oreste vuole sapere tivno" ou[nec j per quale motivo Egisto u[bris j se 266, ti ha oltraggiata.
u{bri" è anche dismisura, sproporzione e in questo matrimonio gli sposi non sono commisurati ma  sproporzionati
La risposta è che voleva che Elettra generasse degli ajsqenh' dandola a un uomo siffatto (268)
E’ il calcolo del re dei Medi nei confronti del nipote che sarà invece Ciro il grande, Ciro il Vecchio
Ciro venne indicato in maniera enigmatica a Creso dall’oracolo di Delfi  come il mulo in quanto nato da padre e madre di stirpi e condizioni sociali diverse: la madre (Mandane) di lgnaggio più alto, il padre (Cambise), di molto inferiore:"h\n ga;r dh; oJ Ku'ro" ou|to" hJmivono": ejk ga;r duw'n oujk oJmoeqnevwn ejgegovnee, mhtro;" ajmeivnono", patro;" de; uJpodeestevrou"(I, 91, 5).
Questo accoppiamento incongruo fu deciso da Astiage, il re padre di Mandane che temeva il figlio della figlia in seguito a due sogni fatti e a come vennero interpretati.
Nello stesso modo si comporta Riccardo con la figlia del fratello Duca di Clarence già fatto assassinare: “His daughter meanly have I match’d in marriage” ( Riccardo III, IV, 3), sua figlia l’ho accoppiata  in matrimonio meschino. 
Il coro della tragedia di Euripide è formato da donne di campagna
Il Coro di Sofocle maledice gli assassini di Agamennone. Dice a Elettra che piangendo non farà risalire il padre dalla palude di Ade, comune destino di tutti. Mentre lei soffre ajpo; tw`n metrivwn (Elettra di Sofocle, 140), fuori misura.
Elettra ribatte che è nhvpio~, stolto, chi  dimentica i genitori periti miseramente (145). E si assimila a Procne che Iti, Iti, eternamente geme o a Niobe che piange nel suo sepolcro di roccia.
Il Coro replica dando a Elettra della perissav (155): le due sorelle Crisotemi e Ifianassa non sono così eccessive.

Excursus su gli “straordinari”- perissoiv
Cfr. le Baccanti di Euripide
Primo stasimo
Ant. b
Il demone figlio di Zeus
gioisce delle feste,
e ama Irene che dona benessere,
dea nutrice di figli.                                                                                             
Uguale al ricco e a quello di rango inferiore
concede di avere la
 gioia del vino che toglie gli affanni;
e porta odio a chi queste cose non stanno a cuore:
durante la luce e le amabili notti
passare una vita felice,
e saggia tenere la mente e l’anima lontane sofa;n  d j ajpevcein prapivda frevna te
dagli uomini straordinari ; perissw'n para; fwtw'n
ciò che la massa 
più semplice crede e pratica,
questo io vorrei accettare (vv. 417-431).
perissw`n  (v. 429):  Gli uomini straordinari, e non solo “in mal senso” non ricevono mai il plauso degli ordinari, e qualche volta nemmeno quello degli autori o dei loro personaggi.
  Nell’ Antigone di Sofocle Ismene risponde alle sollecitazioni della sorella dicendo:"obbedirò a coloro che sono arrivati al potere. Infatti il/fare cose straordinarie non ha senso, proprio nessuno (perissa; pravssein oujk e[cei nou`n oujdevna)" (vv. 67-68) .
Nell’ Aiace il messaggero mandato da Teucro riferisce le parole di Calcante che spiegano la rovina dell’eroe: “Ta; ga; perissa; kajnovhta swvmata-pivptein bareivai~ pro;~ qew`n duspraxivai~-e[fasc j oJ mavnti~” (vv 758-760), infatti il profeta diceva che le persone eccessive e stolte cadono in pesanti sventure da parte degli dèi.
Perissov~ è spiegato dallo Scoliaste con pevra tou` mevtrou, “oltre la misura”, smisurato. Alcuni codici riportano kajnovnhta, “inutili” (da ajn- privativo e ojnivnhmi, “giovo”). Sembra deporre in favore di questa lectio quanto scrive Isocrate nel Panatenaico , composto intorno al 339 a. C., a più di 90 anni. Il principe della retorica elogia Agamennone perché rappacificò i Greci e trascurò tra le imprese quelle straordinarie e prodigiose ma prive di utilità (me;n peritta; tw`n e[rgwn kai; teratwvdh kai; mhde;n wjfelo`nta tou;~ a[llou~ uJperei`den), e invece compì un’impresa utile: raccolse un esercito e lo condusse contro i barbari.  


CONTINUA

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