lunedì 18 febbraio 2019

Niente giustifica le sofferenze dei bambini


Niente giustifica le sofferenze dei bambini: farli soffrire è lo scelus maximum

Troia sta bruciando.  Zeus ha tradito Troia consegnando agli Achei
I morti sono insepolti. Una massa di bambini attaccati alle madri piange e una bimba grida: “Madre, gli Achei mi portano via sola, lontano dagli occhi tuoi, su una nave fosca, con remi che fendono il mare, alla sacra Salamina o alla istmica punta sui due mari dove le sedi di   la città e la bellezza della natura circostante. Una civiltà di barbari annienta una civiltà superiore. L’avvampante assalto del fuoco (puro;~ aijqovmena oJrmav, 1080) ha cancellato Troia. III Stasimo  delle Troiane di Euripide, vv. 1060-1117)
Pelope hanno le porte (1092 ss.). Cfr. Orazio bismarisve Corinthi moenia  (Carm. I, 72)
Il pianto dei bambini è l’atrocità massima,
Non c’è progresso, non c’è ricerca della verità che giustifichi il pianto dei bambini. Certi politici nostri, magari pure “progressisti” approvavano i bombardamenti sulle città con relativi massacri in quanto tali “pulizie”  liberavano le donne dal portare il velo. Insomma meglio morte con i loro figli che “schifosamente” velate.
Ho sempre pensato che la vita punisce chi la tratta in questa maniera.  
Cfr. 1984 di Orwell: “Qualche cosa vi sconfiggerà. La vita vi sconfiggerà (p. 282 Something will defeat you. Life will defeat you)...Io so che alla fine sarete sconfitti. C'è qualche cosa, nell'universo...non so, un qualche spirito, un qualche principio...che non riuscirete mai a sopraffare."
"Credi in Dio, Winston?"
"No."
"E allora quale può essere questo principio che ci annienterà?"
"Non lo so. Lo spirito dell'Uomo"( The spirit of Man p. 283).

Cfr. poi I fratelli Karamazov dove Ivan ricorda le sofferenze dei bambini e sostiene che per evitarle si deve rinunciare anche all’armonia: “ sta bene che debbano soffrire tutti, per comperare a prezzo di sofferenze l’armonia futura; ma dimmi, che c’entrano i bambini? Dimmelo per piacere! E’assolutamente incomprensibile che debbano soffrire anche loro e acquistare a prezzo delle loro sofferenze questa armonia (V, 4, p. 317) 
Hanno valutato troppo cara quell’armonia e non abbiamo mezzi per pagarne a tal prezzo l’ingresso. E perciò mi affretto a restituire il mio biglietto d’ingresso. E se sono un uomo onesto, devo restituirlo al più presto possibile”[1].

Bisognerebbe ricordarlo a quelli che vogliono esportare la democrazia a suon di bombe che cadono anche sui bambini.
Astianatte è un simbolo, la metà di un segno di riconoscimento, da unire a milioni di altre metà.

Il coro poi lancia una maledizione sulla nave di Menelao: che venga colpita dal fulmine e faccia morire anche loro, le prigioniere.
Intanto Elena si trova ad avere specchi d’oro ( cruvsea  d j e[noptra, 1107) gioia delle fanciulle.

Nell’esodo delle Troiane torna in scena Taltibio con dei soldati che portano il cadavere di Astianatte.

Assistiamo alle parole  e ai gesti amorevoli di Ecuba sul corpo martoriato di Astianatte: il volto pieno di sangue che esce con rumore di risa dalle ossa spezzate del capo del bambino (e[nqen ekgela'-ojstevwn rJagevntwn fovno", 1176-1177), le mani, la bocca.



[1] F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, p. 319.

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