Ho passato due anni a studiare
la cultura europea,
con tensione di tutte le forze
per centrare l'idea del bello morale.
Ho tenuto lo sguardo sulla kalokajgaqiva,
e ho imparato a pensare
cosa valgano il coraggio, l'onore, l'ingegno
dell'omerico eroe;
la giustizia di Eschilo;
la pietà religiosa di Sofocle che indaga sull’anima umana;
e, di Euripide, la compassione dal dolce pianto,
la mente che rende malato l'eroe,
la madre furente;
la Pianura della realtà cui anela Platone;
la buona mente e il furore di Seneca,
la sofferenza di Dostoevskij impregnata di idea,
il potenziamento dell'uomo di Nietzsche;
l'almanaccare di Svevo,
il borghese e l'artista di Mann,
l'angoscia contagiosa di Kafka,
la donna pensante di Ibsen,
l'inconscio e il pansessualismo inquietante di Freud,
la terra di Eliot in attesa di pioggia e di segni dal cielo,
i salotti mondani di Proust che vuole sbucciare le cose,
i topi di Joyce affogati in barili di birra.
Ma adesso quel tempo è lontano.
E' arrivato il momento
di fissare all'orecchio
la parola ordinaria del manuale
e il paradigma fugace.
Che i miei studi passati sian vani
giudizio verace non è.
Ho imparato che l'Uomo
destinato al dolore e alla morte,
effimero come le foglie,
con potenza di mente e purezza di cuore
può forzare il destino a portarlo di là.
Al di là del dolore, al di là della morte,
resta il bene che fai,
l'amore che dai,
la giustizia che rendi,
il bello che crei,
il vero che cerchi,
e la nobile stirpe dell'Uomo
che sempre procede,
e se cade talora o declina,
risorge con nuovo vigore
come foglia nella selva fiorita al tempo di primavera.
Il bene cos’è?
E' capire la parte profonda della nostra persona,
è sconfiggere mostri paurosi generati da antichi dolori,
per attingere il massimo oggetto di scienza:
che nell'umana creatura c'è Dio.
Amore cos'è?
Un assillo che spinge a creare nel Bello.
Giustizia cos'è?
E' luce serena che rischiara ogni vivere onesto,
è fiamma vitale che scalda lo sguardo profondo del buono,
è il lampo sinistro che svela la colpa
dello stolto violento, dell'ipocrita triste,
e infine, tremendo, li abbatte.
Il bello cos'è?
E' ricchezza interiore che dagli occhi si irradia su tutto l'aspetto
e diviene armonia delle membra, alto stile di vita.
Il vero cos'è?
E' oggetto di indagine eterna:
senza esame non è degna di essere vissuta
il romanzo dell'Arbiter 9 che raffigura i vizi con lingua da orafo
Nota
9 Si tratta di
Petronio e del Satyricon, il romanzo dell'Arbiter 9 che raffigura i vizi
con lingua da orafo
Nessun commento:
Posta un commento