La classe, il maestro, il docente,
il Preside
Preside
Ho fatto chiamare il vostro ex
insegnante per un confronto.
Studente
Lui è ancora il nostro maestro.
Preside
Sì, maestro di anarchia. Non c'è
male più grande.
Studente, sottovoce
Però!! Il preside conosce
l'Antigone di Sofocle! 1
Preside
Per esempio: perché lei,
professore, si faceva dare del tu dagli studenti, se non per confutare
l'autorità e annientare la gerarchia naturale e sacra?
Maestro
Non ho mai proposto agli studenti
di darmi del tu; ci arrivano spontaneamente quando si accorgono che siamo tutti
persone, cioè soggetti morali e intelletti pensanti, capaci di dare e farsi
rendere ragione.
Preside
Già, così trovano tutte le ragioni
per non studiare.
Maestro
Non è vero. Questa presa di
coscienza infatti avviene attraverso lo studio e lo scambio delle idee: certo è
che dopo avere provato il gusto della loro dignità umana e scolastica, non sono
più predisposti al morbo dello studente servile: la coazione a ripetere riassunti
di manuali e traduzioni dettate senza una parola di commento.
Docente, alzando la mano e
aspettando che il preside la guardi
Signor Preside, potrei difendermi?
Preside
Prego signora: la sua parola onesta
è sempre gradita.
Docente
Scusi, professore, ma io qui vengo
calunniata: io non ometto mai di mettere in rilievo il sublime della poesia che
traduco.
Studente
E la prosa?
Docente
Silenzio tu! E' sublime anche
quella. Sicuramente però io non vado a caccia dell'idea politica come certi
colleghi, poiché essa è pericolosa quanto la dinamite, particolarmente nelle
teste tanto verdi degli adolescenti. Lei professore non crede?
Maestro
Così in assoluto no. L'idea è
pericolosa quando si accampa nella mente del ragazzo senza ammettere
confutazione dialettica; il giovane deve conoscerne diverse. Il rischio
dell'ideologia unica qui a Bologna l'abbiamo corso intorno al 1975 quando il
P.C.I. faceva il piglia tutto, e l'intellettuale ganascione, echeggiando La distruzione
della ragione di Lukàcs, proclamava che al di fuori del razionalismo
materialistico c'è un irrazionalismo debole o feroce al servizio della
borghesia imperialistica e reazionaria.
Successivamente tale
panrazionalismo gretto e totalitario divenne dispotico , disgustoso al punto di
spingere molti verso l'irrazionale, con tanto di fricchettoni variopinti e ragazze
che sferruzzavano in classe. Questo succede ogni volta che la logica senza
pietà dei vari “illuminismi” suscita per reazione movimenti di simpatia nei
confronti dell'istinto e del sentimento. Euripide con le Baccanti per
esempio, oppure il movimento dello Sturm und Drang. Forse molti vogliono
amare la vita più di quanto consenta la logica. Probabilmente non hanno torto.
Docente
Sì ma io cosa c'entro?
Maestro
Lei sta collaborando all'attuazione
di un disegno infernale.
Docente
Lei non sa quello che dice! Cosa faccio
di male io?
Maestro
Ora glielo spiego. Partirò dal
vertice. Le racconto la parabola del tiranno e dei suoi servi. Un giorno Potere
supremo, guardando fuori dalla sua reggia d'oro, si accorse che le genti tendevano
all'irrazionale. Allora convocò i profeti esperti di menti umane destinate al
consumo e pose loro tale quesito: "vati, svelatemi il vostro pensiero. Io
voglio sapere come andranno i miei affari se le svigorite teste dei mortali destinati
a comprare, procederanno sulla strada dell'irrazionale.
E siccome gli avevano spiegato
Freud, aggiunse: "mi conviene concimare la pianta dell'Es, oppure ci
guadagno a rivalutare la logica vacillante? Che cosa dobbiamo imporre
attraverso i mezzi di informazione?"
Secondo lei signora quale fu la
risposta?
Docente
Cosa vuole che ne sappia? Se questa
non fosse una sua fantasia, le risponderei che i disegni delle menti dei grandi
sono imperscrutabili.
Maestro
Fino a un certo punto. I sacerdoti
del quattrino che conoscono gli arcani di tutti i mercati, presenti passati e
futuri, risposero così: "Se tu, signore, rimetterai in corso questa pur
pallida logica, non vedrai crescere le vendite dei tuoi prodotti, che per lo
più non sono necessari alla felicità dell'uomo anche solo un poco
ragionevole". Allora il re domandò: "Devo dunque ammettere il
soddisfacimento delle pretese del cuore?"
Secondo lei cosa rispose quel
grande?
Docente
Ma dica professore, intende forse
canzonarmi? Parla sul serio o scherza?
Maestro
Purtroppo sto raccontando una
parabola storica di tragica serietà.
Dunque i vati risposero: "Se
tu ammetterai il soddisfacimento dell'amore che unifica bellezza e bontà, la
stirpe umana crescerà in forza, sicurezza e intelligenza; assisterai
all'avvento di una razionalità nuova, quella comprensiva della mente e del
cuore, più vasta e profonda della logica fredda che ora sta declinando; vedrai
nascere idee nuove, ampie e potenti, molto diverse dai concettuzzi striminziti che
informano il meschino vivere attuale della gentucola comune".
I sacerdoti tacquero. Allora il
sovrano domandò: "Ma le vendite dei miei prodotti, come andranno?"
"Male o re, male per te"
risposero i sacerdoti in coro. Quindi il corifèo portavoce spiegò: "Quando
le genti saranno state potenziate dall'amore razionale, da una forma elevata e
bella di filagaqiva, vorranno procurarsi soltanto le
cose ben fatte che le tue macchine non sanno produrre".
Il sire guardò i suoi consiglieri
con occhi sanguinari, poi domandò: "Come potremo scongiurare tale
sciagura?"
I profeti, impauriti, si
affrettarono a rispondere attraverso il loro portavoce: "Non temere,
signore. Prima di tutto colpiremo le idee. Impediremo a chiunque di produrne di
nuove e vive; le vecchie le diraderemo, assottiglieremo, svaluteremo, finché
saranno annientate. La televisione, i giornali, il cinema e soprattutto la scuola,
dovranno progressivamente impoverirsi dal punto di vista culturale, fino a
restare svuotati dei verba e del Verbum. Le televisioni dovranno propinare
pubblicità, menzogne e frastuono: parole drogate e rumore. I giornali
ribadiranno i luoghi comuni più triti e vieti; il cinema continuerà a produrre
film di evasione fatti di violenza, stupidità e pornografia. Abbiamo messo in
giro alcune pellicole: Super man, Flash Gordon, un'avventura senza tempo nello
spazio senza confini, Super donne porno, Sesso infuocato, Oroscopiamoci 3 . Per
gettare fumo negli occhi, si possono tenere in piedi anche alcuni vecchi
maestri del cinema che passa per buono. Tanto non hanno più niente da dire e biascicano
ricordi personali suggerendo l'evasione dalla politica.
Ma per depravare le menti, il mezzo
più importante è la scuola. Si dovranno arruolare insegnanti fanatici dei
tecnicismi, demoralizzati, anime refrattarie tanto alle idee quanto ai sentimenti.
Quelli capaci di volare più in alto
verranno minacciati, isolati e, se non basterà, eliminati. Insomma il pensiero
e l'arte dovranno sparire dalla circolazione. Le teste dei giovani,
completamente prive di nutrimento spirituale, perderanno la capacità di pensare,
poi anche quella di parlare. Rimarranno solo le sensazioni. Allora anche su
queste noi tireremo una serie di colpi: non sarà difficile estirpare quanto può
rimanere di positivo, di favorevole alla vita nelle menti svanite di queste
persone soggette alle cose. Basterà potenziare con foga sinistra, quindi
evidenziare con enfasi, gli effetti dell'odio che abbiamo già infiltrato tra
gli uomini: accresceremo la frequenza e la forza distruttiva degli atti
terroristici, incrementeremo la circolazione della droga, favoriremo l'avvelenamento
di Eros attraverso nuove pesti inaudite. La menzogna verrà istituzionalizzata e
la confusione diverrà metodica.
Agli uomini resterà solo il consumo
dei tuoi prodotti. Le deboli teste vaneggianti nel vuoto culturale,
nell'assenza di emozioni vitali, perderanno ogni affetto nobile, ogni pensiero
elevato, e resteranno in balia di un'unica pulsione: quella della rovina. La
massa dall'anima sciancata non potrà non parteciparvi: nei casi estremi ammazzando
e ammazzandosi, nella media sostituendo la distruzione con la sua metafora più
ovvie per gente manipolata dai tuoi servi supervisori dell'informazione: il
consumo indiscriminato dei prodotti che tu vorrai imporre, o divino".
Il sacerdote tacque e osservò
speranzoso il volto del suo signore. Questo aveva seguito il discorso scrutando
i ministri del suo culto con aria sprezzante, ma, udite le ultime parole, non
poté dissimulare un moto di intima soddisfazione che anzi, stava per manifestarsi
nel lancio di una manciata di luccicanti monete, il massimo bene da conseguire
secondo le menti dei vati. Ma ad un tratto un pensiero molesto gli attraversò
il cervello. Trattenne l'oro in mano e domandò: "degli uomini politici che
cosa faremo?" I sacerdoti, già pronti a saltare per afferrare l’agognata
mercede, bloccarono i piedi sul pavimento marmoreo che, candido più dei gigli splendenti,
nitido quanto il biancore delle nevi intatte, rispecchiava gli aurei cassettoni
dell'alta volta simulando le fattezze della reggia di Zeus. I ministri,
contraffacendo anch'essi la serenità dell'Olimpo, risposero rassicuranti: "Non
preoccuparti, o supremo. In campo politico noi unificheremo e divideremo
secondo il tuo interesse. Uniremo la maggioranza con l'opposizione per segnare
la morte della dialettica; divideremo l'etico dal politico per situare la bruttura
morale sull'acropoli della nazione. La fine di ogni dibattito serio garantirà
la processione sulla via tracciata dalla tua volontà: quali unici valori
resteranno vendere e comprare; il bello in sé, la bontà, la generosità, la
cultura, non conteranno più nulla. La politica senza morale autorizzerà ogni
nefandezza in nome del successo."
Il sovrano alzò il pugno per la
seconda volta, ma poi, in preda a un altro dubbio, lo abbassò di nuovo. I sacerdoti
riuscirono ancora a dissimulare il desiderio. "E se qualcuno - domandò il
gran duce ai vati oramai trepidi – se qualche persona morale e intelligente,
con parole nobili, con un bel volto sereno, svelerà il vostro piano al
popolo?"
"Ti ricordi di Socrate , di
Giovanni Battista e di Cristo?",
ribatterono i profeti, con un sorriso di compatimento per quei tre disgraziati.
Poi continuarono: "Quell'uomo farebbe la stessa fine. Quando il terreno sarà stato preparato secondo i tuoi
interessi, signore, le anime nobili, amiche della vita, verranno isolate
dall'odio, annientate dalla calunnia, ridicolizzate dal successo dei tuoi lacchè.
Può essere tuttavia che cerchino di opporre una resistenza". "E noi
li lasceremo fare?", domandò minaccioso il monarca. "Mai o
divino", risposero i ministri in coro. Quindi il corifeo spiegò: "Noi
faremo lo sforzo supremo per eliminarli e giungere alla soluzione finale.
Organizzeremo scempi e stupri, genocidi se necessario, con i quali screditeremo definitivamente le idee morali,
amiche della vita, e gli ostinati fanatici desiderosi di manifestarle. Eliminati questi, li sostituiremo con nostre
creature meccaniche, automi cui applicheremo maschere ripugnanti dai nasi
dilatati, dagli occhi striminziti, dalle bocche viscide e bavose, dai denti formidabili, dalle pappagorge ridondanti.
Avranno l'aria di gente stanca, generata senza amore, nemica della luce, priva
di intelligenza e di vita. Li metteremo davanti a tutti per offendere il
merito; li programmeremo a pronunciare frasi insignificanti, con voce arrogante,
catarrosa, e toglieremo al popolo ogni voglia e possibilità di occuparsi del
bene comune, di partecipare alla gestione della così detta cosa pubblica che
sarà diventata cosa soltanto tua".
Il re si compiacque della soluzione
finale e per suo diporto scatenò un'ignobile gara sul lustro e duro pavimento dove
i profeti si lanciarono in rapido, scivoloso agone a raccattare monete.
La parabola è terminata, il mio
catechismo è completo. Io credo che in Italia sussista ancora un poco di
quell'anima che non si china a venerare i miseri quattrini. Perciò chiedo ai
ragazzi di conservare l'entusiasmo, il mio e il loro; ai rari volti e cuori
umani ancora presenti nei desolati luoghi del potere chiedo che non ci lascino
soli contro la fangosa ondata di indifferenza, ignoranza e violenza che incombe
sulla scuola e sulla società italiana. E prego lei preside che ha potere qua
dentro, di contribuire a vitalizzare questo istituto stanco e cadente siccome povero
di cultura.
Preside
Allora lei non vuole vedere
l'autorità annientata?
Maestro.
No, anzi: voglio vederla rifondata
sulla morale e sulla bellezza.
Docente
E non auspica che gli studenti
prendano a calci i professori?
Maestro
Al contrario. Io vedo gli allievi e
i docenti nella loro totalità di persone, e perciò considero la diffidenza o
l'ostilità con cui gli uni trattano gli altri, quali frutti guasti di menti
malate.
Preside
Ma lei in pratica che cosa chiede?
Maestro
Sì, ha ragione: glielo specifico
meglio. Premetto che le mie esigenze di fondo, quelle della pulizia morale,
dell'intelligenza, della cultura, della bellezza, le ho individuate grazie
all'aiuto dei migliori tra i giovani che ho cercato di educare dal 1969 in
avanti. E ora, a nome di questi ragazzi desiderosi e capaci di pensare, amare,
studiare; adolescenti che non sono ancora abituati alle menzogne, non sanno
odiare, non vogliono sprecare il tempo della loro vita a scuola né altrove, chiedo
ai pochi uomini con responsabilità di potere ancora moralmente vivi, di lottare
contro l'ipocrisia, la corruzione la violenza; chiedo al partito comunista di
tornare a fare un'opposizione vera, oppure, se ne avrà la forza elettorale, di
fare il governo ammettendo un'opposizione, poiché la fine della dialettica è la
morte del pensiero e della libertà.
A lei preside, chiedo di togliere
spazio agli insegnanti incolti che detestano la scuola per darne di più agli
entusiasti dell'educazione, agli eroici atleti dello studio; ai colleghi
raccomando di studiare fino al sacrificio di altre attività e di non essere
diffidenti verso i giovani che non sono disonesti, se noi non li rendiamo tali.
Esorto i miei allievi a non perdere
la speranza anche se le loro attese verranno momentaneamente frustrate. Poiché
le nostre idee sono eterne: sono quelle per le quali l'uomo non è ancora scomparso
come portatore di umanità; esse danno cattiva coscienza al violento e
all'ipocrita limitandone l'efficienza; sono state la forza di Socrate,
dell’onesto Giovanni e di Cristo, sono la potenza vitale con cui i buoni ancora
una v olta, siatene certi, prevarranno sui malvagi.
- breve pausa -
Ora ragazzi, diteci il vostro
parere.
Bologna 15 giugno 2025 ore 11, 31.
giovanni ghiselli
Nota 1 Il ragazzo ricorda il v.672
dell’Antigone di sofocle: "ajnarciva" de; mei'zon oujk e[stin
kakovn", non c'è male
più grande dell'anarchia. E' pronunciato dal tiranno Creonte.
Nota 3 Erano proiettati nei cinema
del centro di Bologna quando questo lavoro fu scritto, nel novembre-dicembre
del 1980.
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
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