Scena unica
Il Preside La
classe
Preside Un uomo
non bello, nemmeno piacente, anzi piuttosto sgradevole
Effettivamente voi
senza esame non potrete accedere all'Università. Lasciate perdere i ricordi e
guardate al futuro: avete davanti un corso di studi più elevato, e professori
dagli intenti più limpidi. Perché dobbiamo dirla una buona volta questa benedetta
verità: voi nell'ultimo biennio avete seguito un corso immorale. Ho sentito,
senza volere, mentre passavo casualmente di qua,
alcune parole
della vostra strana, incresciosa lamentela: volevo retrocedere, poiché non mi
piace avere l'aria di ascoltare mentre mi avvicino e non intendo; tuttavia
alcuni nomi sospetti di quella
cantilena
fastidiosa, mi hanno indotto a proseguire, francamente controvoglia, fino alla
vostra presenza.
Ed eccomi qua in
mezzo a voi. Ebbene, io vi dico chiaro e tondo: non posso tollerare che nella mia
scuola si leggano autori scelti con il criterio e il gusto dell'immoralità. E'
una storia vecchia di due anni: quando presi la doverosa decisione di mettere
ordine qua dentro, il sobillatore vostro commentava il Satyricon in una
terza liceo di ragazze, il Simposio in seconda, e il canto di Nausicaa in prima. Come vedete c'è sempre il sesso
nella testa di quell'uomo che vi plagia. Il sesso e la politica: mi risulta che
ha scritto articolacci dove si legge che per vedere chiaro nelle stragi,
bisognerebbe togliere il segreto di Stato. Senza contare il torbidume erotico
di cui mena vergognoso vanto.
Io certe porcate
non le ammetto perché sono padre di famiglia e so quanto facile è turbare la
sensibilità inquieta degli adolescenti. Sicché, appena arrivato, cercai di
ripulire la scuola da tanto marciume, ma non potei arrivare al repulisti
definitivo poiché quello aveva l'appoggio degli studenti e dei genitori
plagiati; tuttavia riuscii a sottrargli due classi sbattendolo in una quarta ginnasio:
la vostra. Speravo che si sarebbe vergognato di trattare sesso e politica in
una classe di quattordicenni; invece colui ha rincarato la dose: al Satyricon
completamente guasto, al Simposio
pericolosamente
ambiguo, al sesto canto dell'Odissea interpretato con malizia, ha osato
aggiungere le laidezze sovversive che stavate rievocando or ora con la vostra
nenia triste e spudorata. Freud, Svevo, Joyce, Kafka, Mann, Proust, non mi curo
di leggerli poiché non mi sento attirato dalla putredine morale dell’arte
degenerata e della decadenza; però se i punti cruciali sono quelli raccolti per
caso dal mio orecchio: pansessualismo, giustizia, vizi, topi affogati, allora il
ginnasio F non è piegato al mio volere, ma si lascia indirizzare da quella
brutta persona sulla via raccapricciante dell'anarchia politica e della
trivialità pseudoculturale.
Studentessa
Non è vero
Preside, lei è informato male.
Preside
I miei informatori
sono persone serie, precise, e mi hanno riferito le sconcezze che sono state
dette in questa classe; lerciume che il vostro lamento opprimente del resto conferma.
Sapete che cosa vuol dire pansessualismo? Tutto sesso, tutto sesso. E
giustizia? Vergognosa polemica sociale. Alcuni di quei libri li ho letti; non
sono poi tanto disinformato: il Simposio contiene un'apologia
dell'omosessualità; il Satyricon è la bibbia della corruzione, e dopo
tutto anche il Seneca morale del vostro bel giustiziere, bastonava a sangue gli
schiavi e praticava l’usura.
No, certi scandali
non li tollero più; quel sobillatore lo manderò via, e pure voi, se manterrete
questo atteggiamento, sarete smembrati.
Studentessa
Sì come Penteo
dalla madre e dalle zie baccanti, o come Atteone dai cani.
Preside
Volete insegnarmi
qualcosa? Io non ho niente da imparare.
Studentessa
No, infatti. Lei
no. Io però a questo punto capisco che non si tratta più di una faccenda
personale tra lei, un docente buono e uno cattivo: ora la questione è politica,
ed io ne voglio parlare alla classe, anche se lei non è più desideroso di
imparare.
Preside
Come ti permetti?
Stai peggio?
Studentessa
No. Sia gentile e
mi lasci parlare. Oramai non solo la nostra classe, ma tutto l'Istituto, anzi
tutto il paese, sente un bisogno profondo di pulizia morale e di intelligenza
efficiente. Noi abbiamo lavorato efficacemente nel senso della moralità; ecco
perché rifiutiamo i sistemi mafiosi che penalizzano l'intelligenza morale.
Preside
Non è vero. Tu
menti.
Studentessa
Lei dice "non
è vero".
Io affermo, e non
mento, che il suo non è un giudizio perché lei non ha seguito mai il nostro
lavoro: l'abbiamo invitata diverse volte, ma ci siamo sempre sentiti rispondere
che l'atmosfera di questa classe non le è congeniale. Avrebbe potuto in ogni
modo verificare il valore anche specificamente scolastico dai compiti scritti
che le sono stati regolarmente consegnati. Ora faccio un tentativo estremo
contro la sua ostinata volontà di non capire, e le spiego la sostanza del
nostro impegno. Spero che il mio rendiconto valga più dei sospetti scatenati
dai pettegolezzi insistenti delle spie, quasi un constans rumor 10 da
impero tacitiano.
Le mie
affermazioni non sono sospette siccome non hanno speranza di lucro di fronte a
lei e agli attuali docenti; anzi, so bene che se non riuscirò a convincerla,
non avrò vita facile in questo istituto e forse dovrò andarmene, ma sono
disposta a correre il rischio: una scuola che elimina persone desiderose di
imparare, che annoia e mortifica invece di vivacizzare le menti, che annebbia
le coscienze invece di trarre luce dal fumo, non è degna di essere considerata
un luogo di educazione, né di essere frequentata.
Preside
Queste sono parole
di una persona plagiata.
Studentessa
Non siamo stati
plagiati, bensì influenzati da una persona, un maestro che abbiamo a nostra
volta stimolato a studiare molto.
Preside
Ammesso e non
concesso che quello studiasse, voi che cosa facevate?
Studentessa
Lui studiava, poi
ci riferiva le sue letture con piacere, con chiarezza e pathos, cioè in maniera
viva, commentandole attraverso altre letture, i suoi sentimenti, i suoi
pensieri, e facendo confronti con le proprie esperienze di uomo umano. In tal
modo ci provocava a leggere, a riflettere, a reagire con il nostro punto di
vista per il quale provava interesse e rispetto; insomma lavoravamo tutti con
lo stesso scopo: progredire insieme e renderci migliori a vicenda. Quando lo
criticavamo, anche aspramente, poiché le sue provocazioni avevano messo in
crisi i luoghi comuni sui quali eravamo adagiati, lui reagiva impegnandosi di
più, approfondendo ancora, scavando il terreno sotto il pregiudizio per farlo
crollare, senza reprimerci né lasciarsi scoraggiare. In questo modo ci dava un
esempio di fede ferrea in quanto faceva, ci mostrava con un lavoro instancabile
che la cultura è la nobiltà dell'uomo e l'educazione è divina. Si può pensare a
quella di Atena nei confronti di Telemaco nella prima parte dell’Odissea.
Preside
E allora?
Studentessa
Allora noi
venivamo a scuola provando un senso di accrescimento vitale, intellettuale e
morale quando c'era lui. Adesso il nostro maestro non c'è, e noi già sentiamo
la noia, per non dire la nausea nei confronti della scuola. Vuole sapere perché?
Preside
Io lo so: perché
non avete ancora preso coscienza che a scuola non si viene per divertimento.
Studentessa
No. Noi ci
sentiamo mortificati in quanto è mortificante l'atteggiamento di chi dovrebbe
educarci. Abbiamo sentito parlare questa presunta professoressa che ci ha
preannunciato il suo stile di insegnamento, e quello dei suoi colleghi. Alcuni
anzi li abbiamo conosciuti durante il biennio. Dovrebbero invogliarci a
leggere, e pretendono lo studio mnemonico del manuale; dovrebbero esortarci a
pensare con il nostro cervello, e non ammettono confutazione dialettica; dovrebbero
incoraggiare la fede nell'uomo, sempre vacillante nel tempo della violenza,
mentre riproducono dentro le aule la brutalità, la malafede, la diffidenza del
rapporto umano più degradato: quello del despota pazzo con i sudditi
demoralizzati. Il tiranno classico è il loro modello. Questo è violento,
ipocrita e corrotto? Lo sono anche loro. Sono ipocriti, siccome vogliono
simulare conoscenze che non hanno e sanno di non avere. Sono violenti, poiché
cercano di imporci la loro miseria mentale sottraendoci la cultura cui abbiamo
diritto. Sono corrotti, in quanto prendono uno stipendio corrisposto a un
lavoro che non sanno fare. Sono diffidenti per il fatto che esercitano un
potere di giudizio non corrispondente a un'effettiva superiorità culturale e
morale, e quando, ad esempio, io mi impegno senza malizia per tradurre un brano
la cui versione è già stata controllata dal docente, costui, invece di
aiutarmi, mi sorveglia come se fossi un ladro, temendo che io faccia quello che
ha fatto lui in precedenza.
Preside
Hai concluso la
tua filippica?
Studentessa
No. Rimane da fare
una considerazione. Certi insegnanti a mio parere sono privi di cervello e di
cuore, due organi essenziali all'educatore vivo e non meccanico. Non hanno
mente: infatti, se l'avessero, capirebbero la nostra e non ci annoierebbero a morte
perfino quando parlano delle loro materie, Quanto a lei, “signor” preside, non
dovrebbe chiuderci a chiave dentro la scuola.
Non avete
sensibilità, ché, se ce l'aveste, non oltraggereste di continuo la mia ,
delicata se permette, con battute offensive, gesti di spregio, risposte
evasive, valutazioni arbitrarie.
Preside
Ma insomma, al di
là delle calunnie nefande e distruttive che voglio fingere di non avere udito,
che cosa avete appreso di positivo da quell'uomo?
Studentessa
Un metodo di
ricerca.
Preside
Di che cosa? E
dove?
Studentessa
Del significato
della vita umana nei testi classici: da Omero a Joyce
Preside
E quale sarebbe il
senso della tua vita? Quello di criticare e calunniare chi è migliore di te?
Studentessa
No. Il suo modo di
parlare mi offende: non è da educatore, né da uomo civile; ma le voglio
rispondere lo stesso come a un uomo cui si deve rispetto. Devo controbattere la
sua paradossale accusa di immoralità.
Noi abbiamo
trovato nei libri, e verificato con l'esperienza, che la scarsa moralità è la
causa prima dell'infelicità umana. Nella storia nostra e in quella dei popoli,
abbiamo notato che quando tramonta la luce morale, cadono nel buio, e nel gelo,
tutti i valori suscitati da tale astro: la grande arte che è etica e politica,
l'educazione che deve valorizzare e assecondare l'aspirazione al Bene insita in
tutti i giovani, la religione che valuta l'uomo più degli idoli fabbricati da lui.
Abbiamo cercato esempi di quanto vengo affermando nei classici europei, come l'Edipo
re di Sofocle, l'Apologia di Socrate scritta da Platone, le Lettere
a Lucilio di Seneca , La terra desolata di Eliot, L'uomo senza
qualità di Musil, e molti altri.
Dopo avere letto
questi libri e averli confrontati con la nostra coscienza, ci siamo sentiti
autorizzati e incoraggiati a un vivere morale, cioè a prendere sul serio noi
stessi e gli altri, a non giocare con il cuore della creatura umana che è
sacra, a considerarla un fine, non un mezzo; in fondo sono luoghi comuni già
sentiti, ma in questo momento il liceo, la città, la nazione, sono malati di
stanchezza morale, di tisi dell’anima, ed è tempo di affermare con forza la
necessità di una cura.
Preside
Figuriamoci! Lei
non sa quello che dice! Seneca bastonava gli schiavi personalmente, con le sue
mani!
Studentessa
Non so a quale
fonte faccia riferimento. Me la indichi! Io la invitoa leggere la
quarantasettesima lettera a Lucilio.
Preside
La conosco, eppure
non ignoro che Seneca predicava bene e razzolava male, come qualcuno qua
dentro, ammesso e non concesso che predichi bene. Comunque Seneca transeat,
ma Petronio con tutti quei suoi sdilinquiti cinedi, e quel pervertito di Joyce,
e l'omosessuale Proust, il nichilista Musil, e gli altri araldi della putredine
dove il vostro cosiddetto maestro sguazza qual
porco in brago,
come si accordano con la vostra moralità?
Studentessa
Abbiamo cercato di
capire cosa sia la decadenza.
Preside
E' il vizio di cui
il vostro insegnante si bea di giorno e di notte.
Studentessa
No. E' l'energia
morale che viene meno, la gioia di vivere che cala, il vigore dell'uomo che si
spegne; è il suolo stesso che perde la forza di generare. Abbiamo sguazzato,
come dice lei, nella decadenza, per capire la situazione attuale: come è
avvenuto che l'uomo ha perso il contatto con il suo spirito ed è diventato il burattino
del profitto. Gli autori che abbiamo interrogato ci hanno risposto tutti nella
stessa maniera: l'uomo si corrompe, degenera e si estingue ogni volta che
diviene idolatra. L'opinione ora corrente che l'essere umano non valga più del
suo denaro – hai cento lire, vali appena cento lire - ubi sola pecunia
regnat 11, per dirla con l’aedo dello sfacelo, è il sintomo più evidente dell'esaurimento
di una nazione.
Allora essa si
consuma. Si consuma nei lucri disonesti, nelle guerre, nelle stragi, nel
consenso ai tiranni, nella volgarità dei gusti depravati, nei matrimoni senza amore,
negli adultèri e negli aborti, nell'alcol e nelle droghe, nell'incultura e
nell'idiozia generale. Noi vogliamo agire in favore di un rinascimento
intellettuale e morale, intanto in questo Istituto. E non basterà lei con i
suoi svigoriti professori a fermarci. Noi vogliamo imparare a non essere
spiritualmente stanchi, a non sentirci meno preziosi delle ricchezze materiali,
a non seguire l'opinione comune, quando essa non sia verificata dalla ragione.
Nei testi che lei chiama immorali, abbiamo letto che nell'uomo c'è un'anima cui
dobbiamo rispetto poiché è più potente e duratura del misero denaro, del potere
violento e ipocrita, del dolore probabile, della morte sicura. Dentro lo
spirito umano abbiamo trovato il bello morale che l'immensa confusione dei più
non riconosce e l'avidità dei potenti disprezza.
E adesso con la
forza che ne ricaviamo, proclamiamo questo bando per noi stessi, per lei e per
tutta la scuola: "non è compito dell'insegnante ruminare paradigmi o
leggere i manuali dalla cattedra, poiché sappiamo farlo da soli, noi studenti,
a casa. Non è funzione del preside privilegiare gli insegnanti incolti per
espropriare i ragazzi del diritto di imparare e di pensare; viceversa è dovere
di tutti i morali-intelligenti risollevare l'educazione e la cultura, dare un vigore
nuovo a questo suolo afflosciato, risuscitare la speranza dei giovani che
attendono una moralizzazione meno catastrofica di quella paradossalmente, e
temo, solo temporaneamente, causata in questi giorni dal terremoto dell'Italia
meridionale.
Preside
Allora sarai tu a
fare il professore, il preside, il ministro della pubblica istruzione.
Studentessa
No. Auspico un'autorità
intelligente e morale, qui e dovunque. Io credo con il Manzoni che non ci sia
giusta superiorità di uomo sopra gli uomini se non in loro servigio 12. Io
penso che di fronte a un'autorità stupida e immorale la disobbedienza sia una
virtù.
Preside
Lei è espulsa da
questa scuola.
- studentessa
esce. Suona la campanella -
Bene, ora vado a
bonificare un'altra classe del vostro ex.
- arriva alla
porta, si ferma perplesso, si volta e guarda i ragazzi -
Paludi, paludi!
- esce.
Bologna 14 giugno
2025 ore 17 giovanni ghiselli
Nota 10 Diceria
insistente. L'espressione è presa da Tacito, Agricola 43, dove lo storiografo
avanza dubbi sulla morte naturale del suocero Agricola che con i suoi successi
aveva scatenato l'invidia dell'imperatore Domiziano.
Nota 11 Dove
solo il denaro ha potere, Petronio, Satyricon, 14.
Nota 12 Manzoni, I
promessi sposi, capitolo XXII.
Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
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