310Antigone: O Zeus che dire? Dove devo arrivare con il pensiero, padre?
311Edipo: Che c’è , figlia Antigone? Antigone Vedo una donna
312 che avanza verso di noi sempre più vicina, cavalcando
313 una puledra etnea: sul capo un cappello tessalico
314 che ripara dal sole le copre il volto.
E’ Ismene che appare più e meglio attrezzata del padre e della sorella. Ha una cavalla di razza e un cappello a larghe falde che la ripara dal sole. L’ombra è spesso pregiata nella letteratura greca.
315C he dire?
E’ lei? Non è lei? La mente vaneggia?
E affermo e nego e non so cosa dico
Povera me!
Non è altra che lei. Raggiante dagli occhi
mi accarezza appressandosi e mi significa
321 che questo è il caro capo -kavra- della sola Ismene
Il capo è l’acropoli della persona e la rende riconoscibile pur da lontano come l’acropoli di una città-
Nel primo verso dell’Antigone la protagonista saluta la sorella con queste parole:
O capo-w\ (…) kavra davvero fraterno di Ismene, sangue mio".
Cfr. Foscolo, sepolcri: “ove dorma il sacro capo- del tuo Parini?” (71-72)
L’ingresso di Ismene nell’ Edipo a Colono è visto da Antigone come un aggiunta di affetto e aiuto provvidenziale alle difficoltà della situazione dove si trova con il padre.
Edipo 322 Come hai detto, figlia? Antigone che vedo la figlia tua
323 mia sorella…- o[maimon parola formata da oJmov~ medesimo e ai|ma sangue. La consanguineità è il legame più forte tra gli umani, nel bene in diverse tragedie di Sofocle.
A. Hauser sostiene che Sofocle "fin da principio sacrifica l'idea dello stato popolare democratico agli ideali dell'etica nobiliare; e, nella lotta fra il diritto familiare privato e il potere assoluto ed egualitario dello Stato, parteggia risolutamente per l'idea tribale"[1].
A questo proposito, G. Steiner suggerisce di commentare il primo verso dell'Antigone con i "capitoli dedicati a Ulrich e ad Agathe nell'Uomo senza qualità....In entrambi i testi, le voci della consanguineità emergono dalle incertezze consolatrici della notte e, allo stesso tempo, cercano di ritornarvi"[2].
Ecco, ad esempio, alcune frasi del romanzo di Musil sul forte sentimento della fratellanza provato dal protagonista:"egli si trovava senza dubbio nella propria pelle ma tuttavia si sentiva attratto fuori di se stesso come se gli venisse assegnato un secondo corpo molto più bello. Perciò quando si fu raddrizzato disse alla sorella:-Adesso ho capito chi sei tu: sei il mio amor proprio!-La frase suonava strana, ma descriveva bene ciò che Ulrich sentiva.-Un vero amor proprio come lo posseggono gli altri mi è sempre mancato, in un certo senso, -egli spiegò.-E adesso mi pare evidente che, per errore o per destino, era personificato in te! - aggiunse senz'altro"[3].
323…e dalla voce ti sarà subito possibile riconoscerla
Bologna 27 giugno 2025 ore 11, 37 giovanni ghiselli
p. s.
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