Valerio Varesi Il
commissario Soneri e la legge del Corano, Frassinelli, 2017
L’autore e io discuteremo su questo libro il 20 giugno alle
20, a Bologna, in piazza Scaravilli.
L’incipit: “Gatti che ronfano nei pomeriggi d’inverno: sono
così le città di pianura (p. 1). Neghittose e morbide nella loro indolenza festiva,
conservano un cuore crudele e scattante.
Parma è almeno la tritagonista del romanzo. Parma d’inverno
con i suoi tramonti precoci, le sue nebbie, le schiarite o le nevicate sull’Appennino,
con le trattorie, i cibi locali, gli anolini, i tortelli, i salumi, i vini.
Il protagonista è ovviamente Soneri, un poliziotto anomalo,
cioè di sinistra, introverso, tormentato e capace di ironia, intelligente,
spiritoso. C’è, come nella strategia della lucertola, la denuncia del
capitalismo e del mercato onnivoro e onnipotente, della tecnologia che
distrugge lo spirito quando non è uno strumento che serve l’uomo ma lo asserve.
Soneri ha una
compagna, Angela un’avvocatessa, intelligente pure lei e ironica, in un
rapporto che funziona bene tutto sommato.
Ha il rimpianto di un
figlio morto e momenti di malinconia che gli passano grazie all’amore di Angela
e pure al cibo e al vino buono.
Questa storia è un giallo che tratta la lotta religiosa come
sostituzione della lotta di classe, il terrorismo come forma degenerata della lotta
di classe. Due ragazzi islamici, magrebini immigrati, vengono fatti uccidere da
islamisti fanatici, perché si sono rifiutati di farsi esplodere, uno, Kalimi,
in San Petronio davanti a un dipinto di Giovanni da Modena (1379-1455) che
raffigura Maometto all’inferno, come appare già in Dante, l’altro, Jella, nell’ambiente
della squadra di calcio del Parma i cui giocatori vengono chiamati crociati
poiché hanno una croce raffigurata sulla maglia (p. 2012).
Maometto è anche nell’Inferno
di Dante (VIII e penultimo cerchio, nona bolgia, tra i seminatori di discordie).
Degradato fino allo schifo, spaccato “rotto dal mento infin
dove si trulla.-Tra le gambe pendevan le minugia;-la corata pareva e ’il tristo
sacco –che merda fa di quel che si trangugia” (28, 24- 27).
Sconciato e straziato, Maometto “s’aperse il petto,-dicendo:
“Or vedi com’io mi dilacco!-vedi come storpiato è Maometto!” (29-31)
Nella storia ha una parte importante un vecchio cieco,
Gilberto Forlai, che in casa sua ospitava Kalimi, poi una vecchia, Tosca che
era stata in gioventù compagna del vecchio, e diversi altri personaggi di
contorno, i colleghi di Soneri, i suoi subordinati, gli ispettori Juvara e
Musumeci, Pasquariello il capo delle volanti, un maresciallo dei carabinieri,
Merelli, e altri magrebini. Poi la Falchieri
P. M. del tribunale di Parma, una donna ambivalente tra la
sogneria e la pignoleria burocratica, e il questore Capuozzo un burocrate
cretino vanesio. Le descrizioni della natura si alternano con i dialoghi spesso
conviviali tra il protagonista e Angela o con i colleghi o i paracolleghi.
C’è anche un professore universitario reazionario Pellacini
e un capo ronde fasciste o leghiste, il bottegaio Mori.
Ora trascrivo alcune espressioni efficaci, da scrittore di
qualità che non si può leggere per delega, by deputy secondo l’espressione di
Francis Bacon, e in una presentazione del libro va citato più volte per farne
assaggiare la carne viva.
Viene dunque trovato un ragazzo di 27 anni, Kalimi, morto nella
casa di Gilberto Forlai, il vecchio cieco. Il giovane era una specie di
badante, proveniva di Hamamett il buen retiro del gran socialista Ghino di
Tacco. Il giovane ispettore Juvara laureato in legge con 110 e lode non sa chi
sia. Non avevo collegato, dice.
“purtroppo sono in tanti a non collegare”, fa Soneri
Chi non sa connettere nulla con nulla (I can
connect/Nothing with nothing[1])
ha una testa intronata tra spazi ventosi: "A dull head among windy
spaces"[2].
Manca la suvnesi", l’intelligenza, la capacità
di mettere insieme (sunivhmi) cose
lontane eppure connesse tra loro.
Ci sono le ronde di cittadini
anticrimine, più o meno dei fascisti, con un capo, Mori, e un ideologo, il
professore di diritto Pellacini. Forlai ha 77 anni ed è cieco, per una
maculopatia, da quando ne aveva 42. Vive nella desolazione. Lamenta di non
avere costruito affetti duraturi. Non sopportava la ripetività. Dopo 4 mesi si
annoiava di una donna. Per contrappasso gli tocca la ripetizione infinita dei
gesti. Si sentiva smarrito in una Parma troppo cambiata. Così pure Soneri che,
come Forlai, cercava una direzione. Il commissario ha il colesterolo alto ma
ama il culatello e lo difende parlando con Angela. Le dice che i censori della
cucina abbassano il limite dell’indice accettabile di colesterolo tutti gli
anni. I vegani sono i Savonarola del palato e diventeranno tutti scemi, così
come i salutisti mangialattughe. “noi emiliani siamo cresciuti coi grassi fino
ad adattattarci”. Identità culinaria.
In effetti il cibo emiliano è micidiale per chi non ci è
abituato dalla tenera età (riflessione da immigrato pesarese)
La politica non c’è più. Non c’è interesse per la povli", per il xunovn, il bene comune. Dei partiti
restano frantumi taglienti e a noi tocca camminarci sopra scalzi (p. 37). Tra i
politici del passato c’erano molti ladri e corrotti, ma con dignità. “sempre
meglio del ribollire della canaglia” (38)
Il velo delle mussulmane è la moda loro, come per noi il
tailleur dice Soneri, giustamente.
Ma Angela lo considera l’immagine delle donne italiane del
passato, “è il passato che ci frana addosso”.
Da vecchio laudator
temporis acti me puero, avrei ribattuto che il passato non era del tutto né
tutto peggiore del presente.
Soneri trova che Parma non è mai così bella come quando è
velata
Parma del resto non ha più un baricentro.
Vediamo delle battute
Angela dice: “Siamo smarriti e giorno dopo giorno perdiamo
un pezzo di libertà nel giocare in difesa, con le nostre porte blindate, le
inferriate, gli allarmi e i chiavistelli (p. 48).
E anche: la sinistra se ammette la trascuratezza, porta in
trionfo la destra forcaiola.
Soneri: “colpa nostra: abbiamo rincorso le utopie trascurando
che esigono discipline da santoni” (p. 50). Non disciplina è non volontà di
imparare (discere), è faciloneria.
Angela: “è più facile cavare dalle persone il peggio che la
parte buona. Il capitalismo vince per questo. Ci ha trasformati tutti in belve.
E adesso tu devi fare il domatore”. Il peggio è il consumismo con l’ignoranza,
quindi il consumo di cose brutte e inutili
Il mondo della vecchia Parma sta svanendo, è svanito e non
solo agli occhi del cieco che va alla stazione per sentire i treni e ascoltare
la gente la quale però non parla più. E i facchini addirittura non esistono più.
Forlai aveva gli occhi vuoti di una statua o dava l’idea di una bambola con gli
occhi di vetro.
Tramonto da non piantare in asso: le cime dei monti colorate
dal sole
Tizzano e il maresciallo Merelli dei carabinieri. Poi il
dottor Ouita. L’oste Mansueto e la
Bonarda che scontorna la realtà rendendola fluttuante, quasi
onirica. Immagino sia un vino.
Musumeci dice che una volta era la sinistra a parlare con i
poveri e con i lavoratori; adesso è la destra a farlo, e Soneri gli fa: sei
nella media dei colleghi”. Poliziotti prevalentemente di destra.
Una volta noi del ’68 dicevamo che erano i cani da guardia
della borghesia. Ma Pasolini li santificò.
La casa di Forlai è stata messa sottosopra dopo l’assassinio
di Kalimi e il cieco dice: hanno ucciso la mia memoria. Che cosa si può fare di
peggio a un uomo?
Ma dimenticare finché la testa funziona, non si può come
rileva Tacito “Memoriam quoque ipsam cum
voce perdidissemus, si tam in nostra potestate esset oblivisci quam tacere”
(Agricola, 2), con la voce (soppressa
dai tiranni) avremmo perduto anche la memoria stessa se fosse in nostro potere
dimenticare tanto quanto tacere
Soneri rifletteva sul capovolgimento
delle cose: il telefono non si usa più per parlare, l’istruzione non serve più
per conoscere, la politica non si pratica più per migliorare il mondo. (81).
"Mutatus ordo est, sed nil propria iacet;/ sed acta retro cuncta (Seneca,
Oedipus, vv. 366-367), è mutato
l'ordine naturale e nulla si trova al suo posto; ma tutto è invertito.
Soneri osserva il duomo con i marmi dell’Antelami che
parevano lucidati di fresco (cfr. Plutarco sul Partenone).
Plutarco nella Vita di Pericle afferma che
stupiscono le opere (e[rga) di Pericle,
le costruzioni sull'Acropoli, fatte in breve tempo ma per durare a lungo (pro;" polun crovnon ejn ojlivgw/ genovmena):
ciascuna di esse era, kavllei, per
la bellezza già allora antica (ajrcai'on);
mentre per la rifioritura (ajkmh'/ )
appare ancora oggi (mevcri nu'n)
recente e appena ultimata (13, 5).
I pinnacoli in peno sole sembravano torce ardenti.
Ci sono manifestazioni di piazza molto confuse.
Capuozzo ripete la nota teoria degli opposti estremismi:
condanna della destra e della sinistra estreme, appello ai partiti democratici,
invito ai cittadini a vigilare. Le forze dell’ordine controllano.
Una riflessione in un dialogo tra Soneri e Angela. Parlano
della sinistra dei benpensanti che ripete fino all’ossessione vecchi concetti
ormai inadeguati bollando gli altri come eretici. Se provi a istillare qualche
dubbio, iniziano a guardarti con sospetto.
Elogi del dubbio che è il lievito di ogni attività critica.
C’è una poesia di B. Brecht che costituisce un inno in lode
del dubbio: “Sia lode al dubbio!...Oh bello lo scuoter del capo/su verità
incontestabili!/Oh il coraggioso medico che cura/l’ammalato senza
speranza!...Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai…Tu, tu che sei
una guida, non dimenticare/che tale sei, perché hai dubitato/delle guide! E
dunque a chi è guidato/permetti il dubbio!”[3].
“I miei film non mirano ad avere un
senso compiuto. Finiscono sempre con una domanda”[4]
Peggiori di questi e in numero maggiore sono i convertiti
del tutto al mercato, divenuti ierofanti, sommi sacerdoti del mercato. Li
disprezzo.
L’immersione nella bellezza solleva lo spirito: i legni del
teatro Farnese.
Un islamico sospettato è andato alla Palatina e ha chiesto
dei libri su Giovanni da Modena. Un pittore del 400 che ha dipinto Maometto
trafitto da Lucifero all’inferno, nella cappella Bolognini di san Petronio.
Pellacini è un neofascista non ignorante. Trova dei nessi
tra destra sociale e collettivismo marxista: combattono entrambi il capitalismo
e l’idolatria del mercato. “Lo sa che Togliatti nel ’36 fece appello ‘ai
fratelli in camicia nera’ in nome del fascismo anticapitalista del ’ 19 ?”
Il tono della discussione si stemperò di colpo di fronte a
un vassoio di salumi e scaglie di grana. Come gli animali che cessano di
sbranarsi quando c’è cibo in abbondanza. Poi gli anolini.
Pellacini sostiene il diritto del più forte. Anche la
cultura è una forza, ma a questa forza può opporsi quella demografica. Siamo in
pericolo come l’impero romano della decadenza: cedevole, debosciato,
prigioniero di illusioni sterili.
Il male di fondo è la perdita di identità. Il cancro è dato
da cellule che perdono la propria identità. Non dobbiamo perdere la nostra
identità culturale né pretendere che i musulmani abiurino la loro.
Il mondo romano fu travolto da popoli che non conoscevano la
complessità
Cfr. Tacito: gens non
astuta nec callida, Germania, 22.
Li guidava la fame e
il desiderio di nuova terra, siccome facevano molti figli e quella che avevano
non bastava più (p. 200)
Cfr. ancora Tacito in Germania
19.
Limitare il numero
dei figli “numerum liberorum finire”,
o sopprimere uno dei nati dopo il primogenito, è considerata un'infamia flagitium habetur, e valgono più là i
buoni costumi che altrove le buone leggi plusque
ibi boni mores valent quam alibi bonae leges.
Da secoli quei barbuti nelle loro palandrane, dice ancora il
professore, cercano di sottometterci: VIII, XV e XVIII secolo (201).
A Soneri mancava spesso la solidità basica della terra,
della roccia, dei boschi. Sentiva il richiamo della vita del suo Appennino, di
una vita silenziosa di poche cose essenziali (215). Va a cercare il dottor
Ouita.
A Tizzano, poi a Schia. Si sentiva perfettamente nel mondo
che desiderava: quello concreto, degli odori, dei corpi, dei sensi. Quasi
avrebbe voluto accarezzare gli alberi
Viene in mente una pagina di Musil: “Una notte d’inverno
Ulrich uscì nel suo giardino con una vestaglia rossa e gli alberi gli
ricordarono Moosbrugger e le piante spoglie gli parvero stranamente corporee,
brutte e bagnate come vermi, eppure avrebbe voluto abbracciarle e cadere ai
loro piedi con il viso inondato di lacrime. Ma non lo fece. Il sentimentalismo
del suo impulso lo ributtò indietro (L’uomo
senza qualità, p.248).
Ouita il dottore che cura i magrebini feriti, ha una giovane
amante, la ragazza del morto Hamed Kalimi. Lei, Jasmina racconta di un cattivo
imam chiamato “lo zoppo”.
Ogni tanto tornano paragoni gastronomici: “la nebbia per
Parma è come il grana sui tortelli” (p. 227). Una cena con Angela da Milord, uno dei locali cari a Soneri che
dice: “E’ tutto qui l’errore: misurare con i numeri le cose umane. Sono come la
nebbia che non puoi misurare a metri cubi. Da Capuozzo ai bocconiani non fanno
che ruminare formulette” (228).
Soneri: Il timore della guerra, della miseria e del regime
rendevano solidali. Il partito comunista aveva parecchi voti per questo. Quando
è scomparsa la precarietà è cominciata la deriva p. 229
cfr. il metus hostilis
di Sallustio.
Ante Carthaginem deletam…metus hostilis in bonis artibus
civitatem retinebat. Sed ubi illa formido mentibus decessit, scilicet ea quae
res secundae amant, lascivia atque superbia, incessere " (Bellum
Iugurthinum , 41)
Già Polibio aveva notato la
funzione positiva della paura: “o{tan me;n
ga;r ti~ e[xwqen koino;~ fovbo~ ejpista;~ ajnagkavsh/ sfa'~ sumfronei'n kai;
sunergei'n ajllhvloi~, thlikauvthn kai; toiauvthn sumbaivnei givnesqai th;n
duvnamin tou' politeuvmato~ w{ste mhvte paraleivpesqai tw'n deovntwn mhdevn…”(6,
18, 2-3), quando infatti qualche paura comune incombente da fuori li costringe
alla concordia e alla cooperazione, tanta e tale succede che diventi la potenza
dello Stato che né viene tralasciata nessuna delle cose necessarie, in quanto,
continua Polibio, tutti fanno a gara per trovare i mezzi utili a fronteggiare
la situazione, né le decisioni falliscono l’occasione in quanto tutti
contribuiscono ad attuarle.
Pellacini fa notare a Soneri e Angela che tutto è ormai
caos. Il caos classico è il vuoto immenso pieno solo di mostri
Il fallimento
educativo della sinistra. Quella pedante pedagogia momtessoriana per cui
bisogna sempre sensibilizzare, convincere, discutere, mai punire. Desidero un
mondo ordinato. La via per ottenerlo passa per un recupero dell’autorità
Il vecchio cieco si butta sotto un treno. Ha lasciato tutto
a Tosca Girolmini, una delle sue ex.
Ancora una cena nell’osteria sull’Appennino: il Gutturnio e
coste di maiale da ingolosire un vegano.
Soneri si considerava eccentrico: mai dentro le cose, sempre
a lato. La sua essenza era quella dell’osservatore, uno che guarda la vita con
la voglia mai risolta di buttarcisi dentro (274). Cfr. il dionisiaco di
Nietzsche
Fragore di una motocicletta che si impennava in piazza
duomo. Soneri e Angela seduti sulle panchine di marmo del Vescovado avevano
davanti il meraviglioso miscuglio architettonico di romanico e gotico. Il
fragore della moto era violento. Il disperato bisogno di esserci del cafone
insignificante. Si compie un gesto massacrante e violento per stupire. La forma
di ignoranza più terribile. Il nuovo potere del denaro vuole annientare il
culto della bellezza. L’arte è il contrario della serialità di quegli orrendi
aggeggi elettronici dice Angela. Togli la cultura e l’arte e avrai per la
cavezza un asino docile (p. 292). Oppure degli schiavi terrorizzati come in 1984 di Orwell
La consuetudine vince quasi sempre: richiede meno sforzo che
cambiare. Un poco come staccarsi dal sonno la mattina (p. 307) Ouita e Jasmina
in fuga si fermano a Ventimiglia. Jasmina dice: uomini fatti così, loro non
staccano mai da abitudine, così io fregata per la seconda volta.
Ho due figli, fece notare il medico
Jasmina spiega che l’imam zoppo voleva che Hamed saltasse in
esplosione davanti al dipinto offensivo per la religione mussulmana ma Hamed
voleva vita, amava me. Corano dice: chi ammazza uomo, ammazza umanità.
Jella era stato accoltellato perché non aveva fatto saltare
il centro sportivo del Parma calcio. Era stato accoltellato, poi era fuggito
dall’ospedale ed era morto di setticemia
Forlai era dentro la storia: fu presente all’uccisione di
Hamed. Tutti dunque tradivano tutti. Soneri si sforzava di essere cinico ma
finiva sempre con lo scoprirsi ingenuo.
Angela glielo aveva spiegato: fai un passo per adeguarti, ma
nel frattempo il mondo ne fa due. Ci rallentano le incrostazioni di idealità
che ci tiriamo dietro.
Soneri dice alla Falchieri che i terroristi sono fanatici ma
era impensabile che decenni a fomentare guerre per interessi economici non producessero
questi personaggi (317). I colpi di immaginazione sono la miglior dote di un
investigatore. Risolto il caso, Soneri si immaginava come una spugna strizzata che
si espande più leggera (318)
A cena con Angela, Soneri dice che ammira Kalimi e Jella. Hanno
detto no e questo è ammirevole. Ragazzi in rivolta. Chi li spingeva ne aveva
profondo disprezzo perché disprezza anche se stesso e l’umanità. Estremizzano
l’aspettativa ultraterrena fino ad approdare al nichilismo in questo mondo.
Angela: noi cerchiamo di restare liberi in un mondo di
schiavi.
Soneri: è difficile riconoscere la schiavitù perché spesso
non è esplicita. I telefonini sono ormai una patologia: tutti a guardarli, a
fotografarsi, a spedire messaggi, a intrattenere conversazioni futili. Tutti
che parlano e nessuno che ascolta e capisce.
Angela: rimane solo il sesso. Lì bisogna essere tutti interi
e mettersi a nudo. Tutto il resto è virtuale e astratto. A parte gli sportivi,
è solo facendo l’amore che abbiamo un rapporto diretto con il corpo. Abbiamo
tolto la fatica servendoci dei motori.
Nel sesso, se comanda l’Eros, non si può fingere 321 (Stare iubes semper nostrum tibi, Lesbia,
penem, -crede mihi, non est mentula quod digitus, Marziale, VI, 23, 1-2 )
Quel che ci spinge a vivere è la curiosità. Vale anche per
il sesso. Come al cinema o leggere un libro. Solo che della vita conosciamo già
il finale.
Angela: la politica non c’è più. Ai ragazzi magrebini rimane
solo la religione per dimostrare di esserci. Questo terrorismo piuttosto
vigliacco è la forma degenerata della lotta di classe (321). Si nutre di
episodi isolati ed eclatanti fatti per i media.
Nell’ultimo capitolo c‘è l’apertura di una cassetta di
sicurezza lasciata dal cieco a Tosca: contiene armi, candelotti e pietre
preziose
Soneri saluta la Falchieri lasciandole il resto
Soneri scosse la
testa: “No, purtroppo. Questo è solo il prologo”
giovanni ghiselli Bologna 20 giugno 2017.
Il blog è arrivato a 547148 visite in 1599 giorni, alla
media di 342 al giorno
Queste sono le visite di oggi
Stati Uniti
|
856
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Italia
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104
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Polonia
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13
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Russia
|
13
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Filippine
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3
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Paesi Bassi
|
2
|
Cina
|
1
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Lettonia
|
1
|
Nuova Zelanda
|
1
|
Portogallo
|
1
|
Questi i primi dieci paesi nel conto totale
Stati Uniti
|
309444
|
Italia
|
197388
|
Russia
|
10792
|
Germania
|
3628
|
Cina
|
2433
|
Ucraina
|
2386
|
Regno Unito
|
2378
|
Francia
|
2255
|
Portogallo
|
856
|
Spagna
|
714
|
Giovanna Tocco
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