domenica 4 settembre 2016

Shakespeare e la letteratura antica. II parte

teatro elisabettiano 

Sofocle e Shakespeare. Maggiore densità di Sofocle

Nietzsche: "Shakespeare, paragonato con Sofocle, è come una miniera piena di un'immensità di oro, piombo e ciottoli, mentre quello non è soltanto oro, ma oro anche lavorato nel modo più nobile, tale da far quasi dimenticare il suo valore come metallo"1.
Dryden (1631-1700, scrittore della Restaurazione- quella di Carlo II) scrive che dal Troilo e Cressida (1602) bisogna togliere cumuli di immondizie sotto cui giacciono molti eccellenti pensieri.
I versi di Sofocle si distinguono per la loro densità: ognuno di essi potrebbe essere commentato con un libro.
La poesia fonda la sua potenza sulla compressione. Poeta in tedesco si dice Dichter, colui che rende le cose dicht (spesse, dense, compatte). L’immagine poetica comprime in un’istantanea un momento particolare caratteristico di un insieme più vasto, catturandone la profondità, la complessità, il senso e l’importanza”2.


Shakespeare-Euripide

Anfitrione in Euripide: “In virtù io, sebbene mortale, supero te, dio grande: infatti i figli di Eracle io non li ho traditi.Tu sapevi entrare di nascosto nelle coltri, prendendoti i talami altrui mentre nessuno te li dava,ma non sai salvare i tuoi cari. Sei un dio stupido, oppure per natura non sei giusto"(Eracle, vv. 339-347).
Sofocle misura la morale con la religione3, Euripide invece la religione con la morale. C’è qui senza dubbio un elemento razionale, ma non è né preminente né decisivo, è invece il sentimento morale-aijdwv~ lo chiama il greco- che si rifiuta di attribuire agli dèi quelle azioni “che sono ignominiose per gli uomini”4…La convinzione che “ci sia qualcosa di corrotto” ( nosei`) nel modo in cui gli dèi governano il mondo5 è espressa da Euripide in tanti passi…”6.

Altrettanto fa il Pericle di Shakespeare quando Licorida gli annunzia la morte di Taisa: “O you gods!/Why do you make us love your goodly gifts/And snatch them straight away? We here below/Recall not what we give, and therein may/Use honour with you” (Pericle, principe di Tiro, III, 1), Oh, voi dèi! Perché ci fate amare I vostri buoni doni, e subito ce li strappate via? Noi quaggiù non ci riprendiamo quello che diamo, e in questo possiamo competere in onore con voi. Thaisa però non è morta


Dalla mia Metodologia: Plutarco e Shakespeare.
Per l'uomo moderno, Plutarco significa Shakespeare"7, e viceversa.
Alcune tragedie di Shakespeare (il Giulio Cesare, l'Antonio e Cleopatra, il Coriolano ) dipendono da Plutarco che il drammaturgo inglese leggeva nella traduzione (del 1579) di Thomas North fatta su quella francese (del 1559) del vescovo Amyot il quale tradusse pure i Moralia (1572)8. Nonostante la doppia traduzione ci sono, e soprattutto nel Coriolano , situazioni e frasi che riproducono gli originali di Plutarco, tanto che Elias Canetti in un passo9 di La provincia dell'uomo , afferma che " Plutarco non è affatto schizzinoso. Nelle sue pagine accadono cose terribili, come nelle pagine del suo seguace Shakespeare”

Ritratto paradossale: in Shakespeare il principe Enrico il principe dissipato, gozzovigliatore10, diviene re (Enrico V, del 1599) saggio e capo di eserciti valorosi, simbolo della grandezza nazionale.
Battaglia di Agincourt del 1415 con l’appello agli happy few (Iv, 3, 60)
E’ opportuno qui riportare, non solo per la sua grazia ma anche per la sua profondità, un passo celebre in cui Shakespeare cerca di spiegare come grandi qualità potessero celarsi nel principe libertino (Enrico V, atto I, scena 211, 60 sgg,): “la fragola cresce sotto l’ortica e le bacche salutari prosperano e maturano meglio in compagnia di frutti di qualità inferiore: così il principe celò il suo spirito di osservazione sotto le apparenze del libertinaggio, e questo spirito senza dubbio deve aver fatto come l’erba estiva che cresce di notte non vista, ma proprio allora più soggetta alla forza di sviluppo che le è insita” E’ il vescovo di Ely che parla.
E’ probabile che Shakespeare non debba nulla alla tradizione antica del ritratto “paradossale” di tipo “petroniano”. Al “paradosso” della compresenza di vizi e virtù egli aggiunge un altro “paradosso”, secondo cui il vizio può essere condizione favorevole alla segreta crescita della virtù; chi mai nell’antichità avrebbe potuto accettarlo? Non è poca cosa, comunque, che storici antichi quali Sallustio e Tacito avessero messo a fuoco il problema: il loro travaglio di pensiero, che coglie le contraddizioni di una realtà sempre più ricca ed oscura, non li porta troppo lontano dal genio del poeta moderno”12.
La Penna inserisce in questa lista anche Silla, Cleopatra, Otone e altri.

La tematica dell’orrore. Seneca e Shakespeare.
Shakespeare, ‘simile al mondo ed alla vita’, secondo Kott, riprende la tematica senecana dell'orrore, e l' atrocità shakespeariana non stupisce, non ci è mai lontana. Titus Andronicus, Riccardo III , si ritrovano in Medea e Thyestes. Da Titus Andronicus fino ad Amleto, fino alla crudeltà senza nome della morte di Cordelia. In Shakespeare, il teatro di sangue che porta l'insegna senecana, raggiunge il suo punto culminante"13.
fu Albertino Mussato (1261-1329) "il primo scrittore moderno che volle imitare le tragedie di Seneca. Mussato, scopritore di un "Seneca tragicus" (Ecerinis 14) sotto la descrizione dei crimini di Ezzelino15, rappresenta i crimini del suo contemporaneo Cangrande della Scala, il tiranno di Verona e cerca il suo modello nei temi di orrore e di sangue delle tragedie di Seneca…Si inizia la traiettoria moderna di un Seneca tragicus…che culmina nella esposizione che ci offre Shakespeare in Titus Andronicus, opera degna del più specifico Tieste o di Medea. Esposizione tematica del teatro della crudeltà così formulata: "I must talk of murders, rapes and massacres/Acts of black night, abominable deeds,/Complots of mischief, treason, villainies/Ruthful to hear, yet piteously performed " (V, 1, 63-66)"16, io devo parlare di assassinii, stupri e massacri, atti della nera notte, azioni abominevoli, complotti del demonio, tradimenti, malvagità, penosi a udirsi, eppure eseguiti in modo da fare pietà.
Sono parole di Aaron il moro amato da Tamora17.


La transvalutazione

E' il successo che fa chiamare onorevoli certi delitti, suggerisce la Fedra di Seneca a se stessa:"honesta quaedam scelera successus facit " (Fedra , 598).
nel Macbeth di Shakespeare la moglie di Macduff viene invitata a fuggire da un messaggero, prima che arrivino i sicari del tiranno, e risponde: “Whither should I fly?-I have done no harm. But I remember now.- I am in this earthly world where to do harm-is often laudable; to do good, sometime-accounted dangerous folly” (IV, 2), dove dovrei scappare? Io non ho fatto del male. Ma ora ricordo. Io sono in questo basso mondo dove fare il male è spesso lodevole; fare il bene, talora è considerata pericolosa follia.


continua
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1Umano, troppo umano II vol. , p. 57.
2Hilman, La forza del carattere, p. 70.
3Possiamo indicare una parentela spirituale tra Sofocle e Tolstoj che in Guerra e pace (p. 1607) scrive:" Per noi, con la misura del bene e del male dataci da Cristo, non esiste nulla di incommensurabile e non c'è grandezza là dove non c'è semplicità, bene, verità".
4Xenophan. fr. 11, 2.
5Iph. Taur. 1403; Troad. 27, 1042; Iph. Aul. 411.
6Nestle, Op. cit., p. 36.
7Mazzarino, op. cit., p. 138. L'autore continua così:"significa Robespierre e Verginaud e Danton; solo uno storico di razza (sia pure uno storico moralista, storico dell' ethos di grandi individui) poteva trasmetterci l'eredità classica, in quanto eredità di tradizione storica, in maniera così rilevante e decisiva.
8Traduzioni approvate, da Montaigne che, qualche anno più tardi, scrive nei Saggi :" Io do giustamente, mi sembra, la palma a Jacques Amyot su tutti i nostri scrittori francesi, non solo per la semplicità e la purezza del linguaggio, nella quale supera tutti gli altri, né per la costanza di un così lungo lavoro, né per la profondità del suo sapere, poiché ha potuto volgarizzare così felicemente un autore tanto spinoso...ma soprattutto gli sono grato di aver saputo discernere e scegliere un libro tanto degno e tanto appropriato per farne dono al suo paese. Noialtri ignoranti saremmo stati perduti se questo libro non ci avesse sollevato dal pantano; grazie a lui, osiamo ora e parlare e scrivere; le signore ne dànno lezione ai maestri di scuola; è il nostro breviario"(II, 4, pp. 467-468).
9In Opere 1932-1973 , trad. it. Bompiani, Milano, 1990, p. 1812.
10Cfr. Dostoevskij, I demoni: “tutto ciò somigliava alla giovinezza del principe Harry che gozzovigliava con Falstaff” (p. 43).
11The strawberry grows underneath the nettle,/ And wholesome berries thrive and ripen best/Neighbour’d by fruit of baser quality:/And so the prince pbscur’d his contemplation/Under the veil of wildness; which, no doubt,/Grew like the summer grass, fastest by night,/Unseen, yet crescive in his faculty” Si tratta in realtà della scena 1 dell’atto II. Ndr.
12A. La Penna, Aspetti del pensiero storico latino, pp. 220-221.
13George Uscatescu, Seneca e la tradizione del teatro di sangue, "Dioniso" 1981, p. 387.
14Del 1314 .
15Crudelis ut Nero (ndr)
16George Uscatescu, op. cit,. p. 374

17Tante parole, forse troppe. Fanno pensare a questo giudizio di Nietzsche:" Shakespeare..paragonato con Sofocle, è come una miniera piena di un'immensità di oro, piombo e ciottoli, mentre quello non è soltanto oro, ma oro anche lavorato nel modo più nobile, tale da far quasi dimenticare il suo valore come metallo" Umano, troppo umano II , Opinioni e sentenze diverse, 162.

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