Heinrich Friedrich Füger, Prometeo ruba il fuoco |
L’ambiguità di Prometeo
La Montagna Incantata [1] di
Thomas Mann, esalta la
figura di Prometeo come l'archetipo dell'umanista attraverso queste parole
di Settembrini: "Che cos'era però in fondo l'umanesimo? Nient'altro che
amore verso gli uomini, quindi: politica e ribellione contro tutto ciò che
macchiava e offendeva l'idea dell'uomo.
Gli si era
rimproverato un eccessivo rispetto della forma, ma anche la bella forma era da
lui curata per amore della dignità umana, in splendido contrasto col medioevo
che non solo era caduto nell'abisso della inimicizia verso gli uomini e nella
superstizione, ma nella più vergognosa trascuratezza di forma. Fin dal
principio egli aveva parteggiato e combattuto per la causa dell'umanità, per i
suoi interessi terreni, proclamando sacra la libertà di pensiero, la gioia
della vita, e pretendendo che il cielo fosse lasciato agli uccelli. Prometeo!
Quello era stato il primo umanista, identico a quel Satana cui Carducci aveva
dedicato un inno" (p.176 I vol.).
L’italiano
Settembrini del resto presenta aspetti ridicoli e la figura di Prometeo viene
spesso criticata da chi la dà un ruolo, a partire da Eschilo per giungere a
Mary Shelley. Altri autori come Goethe celebrano il titano ribelle come
sappiamo.
Voglio dire
che la lettura degli ottimi scrittori accresce anche lo spirito critico.
L’umanesimo è alieno dai dogmi.
Prometeo è
un dubbio benefattore tecnologico e la tecnologia viene guardata con sospetto.
Personalmente detesto le armi, i telefonini e l’aria condizionata e, quindi,
non me ne avvalgo. Sto riducendo al minimo indispensabile l’uso
dell’automobile. Preferisco la bicicletta e il treno.
Invece uso
molto il computer per scrivere e farmi leggere.
Empio è il
monoteismo della tecnologia come quello del mercato.
I
conformisti considerano il dubbio e le anomalie segni di di debolezza, di
demenza, e, quasi, di delinquenza. Ricordo che quando ero adolescente il fatto
che non fumassi veniva reputato segno di scarsa virilità e intelligenza.
I
maschi duri e pensosi come Humphrey Bogart fumavano, quelli sdilinquiti e
scimuniti, no !!!
Il Prometeo
incatenato di Eschilo comunque si vanta di essere l’eurethvς di beni che hanno civilizzato e
reso umani gli uomini da bestiali che erano: "kai; mh;n ajriqmo;n , e[xocon sofismavtwn, - ejxhu'ron aujtoi'" ,
grammavtwn te sunqevsei", - mnhvmhn aJpavntwn, mousomhvtor j ejrgavthn. - ka[zeuxa
prw'to" ejn zugoi'si knwvdala (…) uJf a[rma t j h[gagon filhnivou" - i{ppou" , a[galma th'" -
uJperplouvtou clidh'". - qalassovplagkta d j ou[ti" a[llo" ajnt
j ejmou' - linovpter j hu|re nautivlwn ojchvmata" (vv. 459 - 462 e 465 - 468), ed io inventai per
loro il numero, eccellente fra le trovate ingegnose, e le combinazioni delle
lettere, memoria di tutto, madre delle muse operosa. E ho aggiogato per primo
gli animali selvatici (…) e ho portato sotto il cocchio i cavalli divenuti
amanti delle briglie, immagine del lusso straricco. Nessun altro all'infuori di
me ha inventato i veicoli dalle ali di lino vaganti per i mari dei
marinai. L'invenzione della navigazione da parte di Prometeo
prefigura anche il volo.
Poi il
Titano dice di avere trovato i farmaci (vv. 480 sgg.), le tecniche dell'arte
divinatoria, l'interpretazione dei sogni, del volo degli uccelli, delle viscere
nella vittime sacrificali. Infine ha scoperto i metalli: "calkovn, sivdhron, a[rguron crusovn te, tiv" - fhvseien a]n
pavroiqen ejxeurei'n ejmou';" (vv. 502 - 503), il bronzo, il ferro, l'argento e l'oro, chi potrebbe dire di averli
scoperti prima di me?
Ma la bontà
di queste scoperte viene smontata da diversi autori: da Eschilo stesso,
Erodoto, a Platone, a Orazio, a Leopardi.
Il male del ferro strumento di guerra e dell’oro
causa di guerre
Erodoto afferma senza giri di parole che è stato creato per il male
dell’uomo (Storie, I, 68, 4).
Ovidio nel I libro delle Metamorfosi maledice tanto il
ferro, strumento di guerra, quanto l’oro, cui mirano le brame di chi scatena le
guerre.
“Effondiuntur
opes, inritamenta malorum; / iamque
nocens ferrum ferroque nocentius aurum/ prodierat: prodit bellum, quod pugnat
utroque,/sanguineaque manu crepitantia concutit arma” (Metamorfosi, I, 140 -
143), si estraggono dalla terra le ricchezze, stimolo dei mali; e già il ferro
funesto[2] e,
più funesto del ferro, l'oro era venuto alla luce : venne alla luce la guerra,
che combatte con l'uno e con l'altro, e con mano sanguinaria scuote ordigni che
scoppiano.
La scrittura
viene denunciata come male da Platone nel mito di Theuth, una specie di
Prometeo egiziano, cui il re dell’Egitto denuncia la negatività dell’invenzione
dicendo: “ Questa infatti produrrà dimenticanza nelle anime di
coloro che l'hanno imparata, per incuria della memoria, poiché per fiducia
nella scrittura, ricordano dall'esterno, da segni estranei, non dall'interno,
essi da se stessi: dunque non hai
trovato un farmaco della memoria ma del ricordo"( ou[koun mnhvmh~, alla; uJpomnhvsew~, favrmakon hu|re~, Fedro, 275a).
Leopardi nello Zibaldone è molto critico verso la scoperta del fuoco:"Il
fuoco è una di quelle materie, di quegli agenti terribili, come l'elettricità,
che la natura sembra avere studiosamente seppellito e appartato, e rimosso
dalla vista e dà sensi e dalla vita degli animali, e dalla superficie del globo."(p.
3645).
E ancora:
“L’invenzione e l’uso delle armi da fuoco, ha combinato perfettamente colla
tendenza presa dal mondo in ordine a qualunque cosa, e derivata naturalmente
dalla preponderanza della ragione e dell’arte, colla tendenza, dico, di
uguagliare tutto. Così le armi da fuoco, hanno uguagliato il forte al debole,
il grande al piccolo, il valoroso al vile, l’esercitato all’inesperto, i modi
di combattere delle varie nazioni: e la guerra ancor essa ha preso un
equilibrio, un’uguaglianza che sembrava contraria direttamente alla sua natura.
E l’artifizio, sottraendo alla virtù e agguagliandola, e anche superandola e
rendendola inutile, ha pareggiato gli individui, tolta la varietà…infine ha contribuito sommamente anche per
questa parte a mortificare il mondo e la vita” (Zibaldone,
659 e 660).
Si può
pensare al film di Ermanno Olmi Il mestiere delle armi.
Leopardi,
con il fuoco, critica anche la navigazione avvalendosi di Orazio:"Orazio
(I, Od . 3) considera l'invenzione e l'uso del fuoco come cosa
tanto ardita, e come un ardire tanto contro natura, quanto lo è la navigazione,
e l'invenzion d'essa; e come origine, principio e cagione di altrettanti mali e
morbi ecc., di quanto la navigazione; e come altrettanto colpevole della
corruzione e snaturamento e indebolimento ec. della specie umana.(Zibaldone ,
p. 3646). Eppure c’è ancora chi dice che le bombe atomiche sui civili
giapponesi hanno salvato tante vite umane.
La
navigazione viene esecrata anche da Lucrezio (De rerum natura, V, 1004 - 1006), da Virgilio nella IV ecloga,
da Properzio (I, 7, 13
- 14), da Ovidio (Metamorfosi,
I, 96).
Queste
critiche oggi possono essere usate politicamente in vario modo.
Nel Protagora di Platone, il sofista racconta che Prometeo
donò all’umanità il fuoco e ogni sapienza tecnica, ma non diede loro la
sapienza politica. Allora i mortali commettevano ingiustizie reciproche (hjdivkoun
ajllhvlou" in quanto non possedevano l'arte politica (a{te oujk
e[conte" th;n politikh;n tevcnhn, 322b). Senza
questa, che deve essere fondata sul rispetto e sulla giustizia, gli umani si
disperdevano e perivano: quindi Zeus, temendo l'annientamento della nostra
specie mandò Ermes a portare tra gli uomini rispetto e giustizia perché
costituissero gli ordini delle città: " JErmh'n pevmpei
a[gonta eij" ajnqrwvpou" aijdw' te kai; divkhn, i{n ei\en povlewn
kovsmoi" (322c). Chi non le avesse accettate, doveva
essere ucciso come malattia della città (322d).
Senza educazione, rispetto, giustizia e arte politica noi umani siamo una
specie a rischio di estinzione.
[2] Euripide nelle Fenicie attribuisce alla strage un
cuore di ferro:"sidarovfrwn… fovno" " (vv. 672 - 673).