martedì 1 ottobre 2019

Il voto ai sedicenni e il paese dei balocchi

educazione degli adolescenti nell'antica Grecia

Non darei il voto ai sedicenni sebbene siano carini assai.
Dare il voto ai sedicenni gli imberbi iuvenes cerei in vitium flecti, facili come la cera a prendere l'impronta del vizio (cfr. Orazio, Ars poetica, v. 161 e v. 163) non è il modo migliore per uscire da questa morta gora.
Faccio un esempio tratto da Euripide: Adrasto chiede un aiuto a Teseo, re di Atene e paradigma mitico di Pericle. Lo elogia dicendogli che regge una polis la quale prova pietà per gli infelici e per giunta ha in lui una guida giovane e capace - kai; neanivan - e[cei se; poimevn  j ejsqlovn ( Supplici, vv.190-191) e, ne deduce, è per mancanza di questo che molte città vanno in rovina: sono bisognose e prive di un capo - ou| creiva/ povlei"-pollai; diwvlont j, ejndeei'" strathlavtou (191-192).
Un capo giovane dunque sì, ma non un bambino, né scelto da bambini ancora inclini al paese dei balocchi dove la scuola non esiste e non si studia mai
Aggiungo Machiavelli: “E tutto procede dalla debolezza de’ capi” (Il principe XXVI).
Da noi i più deboli sono i più beceri: quelli che strillano e minacciano di più.
  Poi Dante:"la mala condotta/ è la cagion che il mondo ha fatto reo" (Purgatorio XVI,103-104).
Infatti noi Italiani non siamo pessimi, anzi.
Torno al Principe del Segretario fiorentino e chiudo: “et in Italia non manca materia da introdurvi ogni forma. Qui è virtù grande nelle membra, quando la non mancassi ne’ capi” (XXVI)

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLXVII- Judith e Peter.

Ifigenia CLXVII-   Judith e Peter.   Continuavo a osservare la sala della festa finale, in particolare quei pupazzi da farsa fliacica ...