giovedì 30 gennaio 2014

La scuola corrotta nel paese guasto. IX capitolo, prima parte



Ludwig II travestito da Lohengrin
illustrazione di Terra4321
 Il viaggio in Baviera. Lo Starnbergersee. Il cigno sul lago. Ricordi di Ludwig II. Il cammino della pietà. La croce. 

Il 17 aprile partimmo per la Baviera, verso i castelli teatrali[1] di Ludwig secondo.
Alle sette di sera arrivammo sullo Starnbergersee, il lago della morte del lunatico re[2]. Mancava mezz'ora al tramonto. Il cielo era tutto sereno e pulito. A mano a mano che il sole calava, l'aria diventava sempre più fredda.
Prendemmo una stanza in un buon albergo, sulla costa orientale, distante pochi chilometri dalla croce metallica piantata accanto alla riva, tra le canne palustri, a segnare il punto dove il sovrano popolare e demente annegò in 70 centimetri d'acqua. Dopo avere portato i bagagli nella camera che aveva una grande finestra sul lago, rïuscimmo, e ci fermammo su un imbarcadero di legno a osservare l'arrossarsi dell'orizzonte. Non c'erano barche. Il sole si stava coprendo dietro le alture della riva ulteriore. Un venticello ghiaccio, di primavera abortita, increspava l'acqua e le penne di un cigno che rabbrividiva davanti alla sponda deserta.

Ifigenia disse: "Quell'uccello è lo spirito del nostro amico affogato nella palude dell'odio. Vero Gianni? Qui fa tanto freddo".
Eravamo partiti nella tarda mattinata con un caldo quasi estivo, credendo di trovare la buona stagione anche sullo Starnbergersee, e i Bavaresi in vacanza lacustre, in costume da bagno. Invece l'aria scorticava la faccia. Tuttavia volli aspettare il momento dell'annidarsi del dio per rivolgergli una muta preghiera: "Fai che questo nostro difficile amore possa durare eterno; fammi scrivere qualche cosa di bello, di grande, di buono. Non lasciarmi morire a quarant'anni sdentato, ingrassato, sconciato come il monarca desideroso e incapace di arte". Mi vennero in mente alcune frasi[3] del sire demente: "Il regalo più grande che un re possa fare al suo popolo è arricchirgli lo spirito ".
"Anche io vorrei potenziare l'anima degli studenti e dei miei futuri lettori", pensai.
"Un uomo non vuole essere ridotto al livello di un animale; non sarà mai appagato dal materialismo".
Non era un alienato clinico Ludwig, era estraneo e ostile al mondo borghese.
Guardavo Ifigenia. Voleva fare l'attrice. Avrebbe condiviso la sorte della volgare mima che aveva osato insultare il pudore dicendo al sovrano: "Fare l'amore per noi attori è molto semplice: basta un
gesto?". Allora non potevo saperlo. Speravo di no, anzi, credevo che la mia giovane donna  valesse molto più del sesso che offriva. Andammo a cena. Mangiammo bene, e con gusto, siccome digiuni dalla mattina. Poi tornammo sulla riva del lago per vedere la croce del re annegato il 13 giugno del 1886. Novantacinque anni  più tardi Ifigenia sarebbe sparita in una palude di degradazione dopo avere percorso sentieri putridi [4].

Ma questo devo raccontarlo più avanti, alla fine della storia.
Ci incamminammo per una via sghemba che costeggia la riva orientale. Avevamo stabilito di andare in pellegrinaggio al luogo della morte per acqua del nostro fisher king[5] .
Percorremmo circa un chilometro di strada asfaltata, poi questa gira a sinistra salendo su un colle boscoso e allontanandosi dalla sponda che noi invece volevamo seguire, attirato dai Mani del
povero sire. Il cammino della pietà[6] era sbarrato da una rete metallica alta e sottile, non facile a scavalcarsi. Procedevamo lungo l'ostacolo cercandovi un buco per passare di là. Finalmente lo trovammo. Come in Grecia, sull'autostrada, quattro mesi più tardi, quando la tragedia oramai si era conclusa nelle acque contaminate della moribonda Riccione. Oltre la barriera forata c'è un bosco fitto, segnato soltanto da un esiguo sentiero.
Gli alberi erano ancora privi di fronde: la luna, passando tra i rami deformi, faceva cadere a terra una luce incerta che chiazzava di bianco le foglie cadute là sotto, morte e marcite perché dalla
putrefazione risorgesse la vita. L'insieme era inquietante.
Ifigenia aveva paura. Sentivo che le tremava la mano. Camminammo in silenzio per dieci minuti, mentre il sentiero non accennava a calare sul lago; anzi ci stava portando in direzione della Votivkapelle. "Cappella perigliosa", secondo la mia intimorita compagna. A un tratto disse: "Torniamo indietro: qui potrebbero ucciderci".
"Ma no – ribattei - chi vuoi che ci faccia del male? Siamo giovani e in buona salute. Poi non c'è proprio nessuno, a parte Ludwig che ci ama, come noi amiamo lui. Ci protegge da ogni pericolo. Dai, arriviamo alla croce del nostro amico! Oramai sarà vicinissima. Siamo venuti qui apposta!"
"Ma possiamo tornarci domani mattina con il sole" piagnucolò l'impaurita, cercando di abbracciarmi per intenerirmi e immobilizzarmi .
"No - risposi respingendola con decisione - prima, mangiando, abbiamo deciso che bisognava
venire alla croce di notte, per smaltire il cibo, e per espiare i nostri peccati. Dobbiamo arrivare laggiù: se no è tradimento. Se tu hai cambiato idea, torna indietro da sola!"
La ragazza riprese a seguirmi tacendo. Dopo qualche minuto il sentiero cominciò a scendere, poi, finalmente, dal bosco nebbioso di nera paura[7], sbucò nella riva, terminando sul grande catino dove dilagava bianchissima la luce lunare. Tirammo un sospiro di sollievo. Giungemmo davanti alla croce, a pochi metri da lei. Brillava nel chiarore del cielo e dell'acqua che lo rifletteva.
L'apprensione si dissipò. "Affogare è una bella morte: non si resta sfigurati!"

Pregammo lo spirito inquieto del caro sovrano, per l'amore e per l'arte. Anche lì c'era un cigno. La sua piccola testa, muovendosi verticalmente, adagio, sembrava annuire alle nostre richieste.
Tornammo in albergo. Cominciò ad annuvolarsi. Facemmo l'amore con qualche difficoltà. Prima di dormire, mi alzai per osservare l'aria buia e  l'acqua nera, sempre più increspata dal vento. Ricordai che da ragazzino sognavo di viaggiare con una bella ragazza,  di passare giorni nel sole e notti nel letto con lei. Mi domandai se stessi ancora sognando quel sogno o lo stessi vivendo, non tanto bello, nella mia vita reale.
Il cigno dell'imbarcadero non c'era più. Probabilmente nell'oscurità della notte lacustre rimaneva quell'unico uccello araldicamente posato vicino alla croce per non lasciare solo il suo re nel tetro mondo abbandonato dalla vergine luna e da tutte le stelle, i pensieri d’oro che la notte manda ai mortali.

giovanni ghiselli


[1] Thomas Mann, Doctor Faustus, trad. it. Mondadori, Milano, 1980, p. 278.
[2] Cfr. the lunatic King, il re matto, Shakespeare, King Lear, III, 7.
[3] Sono citate, a memoria, dal film di Visconti Ludwig II.
[4] Cfr. Odissea, XXIV, 10  dove Ermes conduce giù per putridi sentieri (kat jeujrwventa kevleuqa) le ombre dei proci vinti da Ulisse
[5] Re pescatore, è un personaggio della leggena del Graal.
[6] Cfr. Euripide, Andromaca, vv. 1125-1126, dove Neottolemo viene lapidato dalla pretaglia delfica quando si reca al santuario per consultare l'oracolo.
[7] Cfr. Virgilio, Georgiche, IV, 468: "et caligantem nigra formidine lucum". E' il bosco dove si addentra Orfeo, in cerca della sposa Euridice.

2 commenti:

  1. Quando i sogni dell'infanzia si avverano non sempre li riconosciamo e non sempre sono quello che vorremmo anche da grandi...paragonare i sogni alla realtà è un poco come spegnere le stelle nel cielo. Se da una parte realizzare un sogno è un 'esperienza meravigliosa a volte ci lascia un poco vuoti..come prima di un viaggio quando pieni di dubbi non vorremmo più partire . Realizzare un sogno un poco lo uccide e subito lo si vuole rimpiazzare con un'altra meta,un altro sogno,un altro viaggio. Chissà che non si sia noi stessi il sogno di un bambino....ciao Gio

    RispondiElimina
  2. Voglio approfittare di questa opportunità per apprezzare il dott. Ekpen per il buon lavoro che sta facendo in tutto il mondo, molti di voi devono avere davanti a sé e quello che fa. Il motivo per cui lo sto apprezzando in questo sito è perché forse qualcuno là fuori sta affrontando la stessa sfida e lui / lei non so cosa fare per sistemare il problema, Dr Ekpen è un grande incantatore e amichevole anche, se hai problemi nel tuo rapporto puoi contattarlo nel modo giusto e lui sarà vestito per aiutarti. Contattalo subito via email all'indirizzo ekpentemple@gmail.com o su whatsaap +2347050270218.

    RispondiElimina

La gita “scolastica” a Eger. Prima parte. Silvia e i disegni di una bambina.

  Sabato 4 agosto andammo   tutti a Eger, famosa per avere respinto un assalto dei Turchi e per i suoi vini: l’ Egri bikavér , il sangue ...